Tav, Conte: "Vedrò Juncker e Macron". Salvini: "Ho sentito Telt, mai parlato di crisi"

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Dopo il via libera agli avvisi di gara con la clausola di dissolvenza, il premier in un colloquio con il Fatto si dice soddisfatto dell’accordo raggiunto. “Non permetterò a nessuno di deviare le mie decisioni”, aggiunge. Di Maio: "Governo durerà altri 4 anni"

Dopo che ieri è stata evitata la crisi di governo sul nodo Tav, con la decisione dello slittamento dei bandi senza bloccare l’iter, anche i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio assicurano che l'esecutivo andrà avanti. Ma le divergenze sulla Torino-Lione restano. "Mai parlato di crisi - dice Salvini -. Io non cambio e continuo a ribadire che il Governo va avanti fino alla fine. Con Telt ieri ci siamo sentiti al telefono, abbiamo commentato la lettera" inviata dal premier Giuseppe Conte alla società italo-francese che si sta occupando della Tav. Anche il vicepremier Luigi Di Maio assicura che "questo governo durerà altri 4 anni". E il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti ribadisce: "Non abbiamo mai parlato di crisi di governo". Lo stesso Giorgetti precisa che "per fermare definitivamente la Tav occorre un passaggio parlamentare perché si tratta di un Trattato internazionale approvato dal Parlamento e né Conte né il Cdm può prendere decisioni sopra il Parlamento", ma è sicuro che per il premier un passaggio del genere non sia un problema. "Conte - aggiunge Giorgetti intervenuto alla trasmissione 'Mezz'ora in più' - vuole ridiscutere il progetto, non semplicemente escluderlo, ma rivederlo con le autorità francesi". Proprio Conte ha riferito che sull’Alta Velocità Torino-Lione avrà "quanto prima" incontri con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e con il presidente francese Emmanuel Macron, probabilmente in occasione del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo.

Salvini: "Analisi negativa? Se tagli spese cambia"

Salvini insiste ("Mi tengo la mia testa dura", dice) e sul saldo negativo costi-benefici è convinto che "se tagli le spese vedi che l'analisi può cambiare". Il leader della Lega si dice anche "contento perché questa discussione sulla Tav è servita perché quanto meno tutti i miei amici colleghi di governo hanno capito che oltre alla Tav ci sono altri 300 cantieri fermi da anni, è un'emergenza nazionale sbloccarli".

Conte: "Vedrò Juncker e Macron"

Conte intanto, in un colloquio con "Il Fatto Quotidiano" ha spiegato che "mentre scrivevo a Telt, ho avvertito di questa interlocuzione sia Juncker sia Macron trasmettendo la lettera a Telt e chiedendo di incontrarli per avviare un processo decisionale condiviso". Conte ha ammesso che si tratta di un processo "complicato" ma si è detto "fiducioso di portarlo a buon fine". In questo senso il premier si è detto "molto soddisfatto" della risposta di Telt che a suo dire "conferma come si possano avviare le dichiarazioni di interesse senza far partire i bandi di gara per alcuni mesi, senza il rischio di penali o di altri oneri per lo Stato e senza perdere i gli eventuali finanziamenti europei che servirebbero solo se l'opera andasse avanti".

Di Maio: "Questo governo durerà altri 4 anni"

Anche Di Maio è intervenuto per sottolineare come il no del M5s alla Tav non significhi un'opposizione a tutte le opere in Italia: "Deve essere chiaro che noi le infrastrutture in italia le dobbiamo fare, grandi, medie e piccole, e sia digitali che fisiche", ha affermato il vicepremier. "Questo è un governo che durerà altri quattro anni - ha aggiunto il capo politico del Movimento -. Abbiamo portato a casa delle battaglie nel primo anno, ma dobbiamo ragionare a trent'anni. Si dovrà dire che quel processo lo ha avviato il M5S al governo".

Lega: “La Tav parte”

La Lega dimostra di apprezzare la decisione di Conte. "Credo che il premier abbia seguito la linea che da tempo gli avevamo suggerito. E cioè, quella di far partire la Tav lavorando in modo serrato per rivedere alcuni problemi connessi all'opera e per aumentare la quota del finanziamento europeo", ha sottolineato il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, in un'intervista al Corriere della Sera. "Se io leggo la lettera della Telt trovo scritto che domattina saranno pubblicati gli avvisi per presentare la candidatura, quelle che noi chiamiamo le manifestazioni di interesse", ha osservato Molinari. "È una fase del percorso di gara", ha insistito, "c’è scritto chiaramente nella lettera della società. La quale espliciterà il fatto che se la procedura non avesse seguito, non ci saranno oneri per la società o per gli Stati, Italia e Francia. È quello che sostenevamo noi: far partire i bandi tenendo conto che le 'clausole di dissolvenza' ci danno alcuni mesi per mettere a punto la Tav così come la vogliamo" (SALVINI A SKYTG24: "NESSUNA CRISI").

Il via libera di ieri

Dopo una fase di stallo e di forti polemiche, ieri alla fine è arrivato il via libera: una lettera è stata inviata da Palazzo Chigi a Telt per autorizzare l'approvazione di avvisi di gara per i primi tre lotti, 2,3 miliardi del tunnel di base dell’opera. Per sei mesi non verranno affidati i lavori e - sulla base della clausola di dissolvenza (CHE COSA È) - il governo (sia quello italiano sia quello francese) potrà ritirarsi prima di far partire i cantieri. Sia la Lega che il M5s hanno cantato vittoria. "I bandi partono", dice il partito di Matteo Salvini. "Partiranno tra sei mesi solo se ci sarà l'ok italiano a un'opera in toto ridiscussa", ribattono dal Movimento di Luigi Di Maio. "Decidono di non decidere", attacca Forza Italia.

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