La Corte europea dei diritti dell’uomo, che doveva pronunciarsi sul modo in cui è stata applicata la legge Severino all’ex premier, ha accolto la richiesta dei legali di chiudere il ricorso, dopo che la riabilitazione era già stata riconosciuta dal tribunale italiano
Non si saprà mai se obbligando Silvio Berlusconi a lasciare il suo seggio in Senato nel 2013, e impedendogli di presentarsi come candidato alle elezioni, comprese quelle dello scorso 4 marzo, in base a quanto previsto dalla legge Severino, l'Italia abbia violato o no i suoi diritti. Come chiesto dal leader di Forza Italia la Corte europea dei diritti umani, con sede a Strasburgo, ha deciso di chiudere il suo ricorso senza una sentenza. Quindi senza dire se i diritti dell'ex premier sono stati violati o no (LE TAPPE DELLA VICENDA).
La vicenda
La decadenza di Berlusconi era arrivata a seguito della condanna a tre anni in Cassazione per frode fiscale nel processo Mediaset. I legali del leader di Forza Italia hanno ritirato il ricorso dopo aver ottenuto l'11 maggio scorso la riabilitazione da parte del Tribunale di sorveglianza di Milano (la pena si era definitivamente estinta l'8 marzo), che ha consentito all'ex premier di recuperare la piena agibilità politica e di ricandidarsi in qualsiasi momento.