Manovra, Di Maio e Salvini aprono a dialogo: “Contano misure, non i decimali”

Politica

Clima più disteso tra Roma e Bruxelles dopo la cena Conte-Juncker. Il vicepremier del M5s: “Deficit minore non è importante”. L’omologo leghista: “Non ci attacchiamo a 0,1% in più o in meno”. Il governo valuta emendamenti per cercare l'accordo con l'Ue

Dopo la cena di sabato tra il premier italiano Conte e il presidente della Commissione Ue Juncker, il clima tra Roma e Bruxelles è virato verso una ricerca del dialogo e il governo italiano sembra voler proseguire su questa linea. Lo confermano le parole dei due vicepremier: Luigi Di Maio ha detto che “contano le misure, un deficit minore non è importante”. Anche Matteo Salvini apre a possibili modifiche: “Non ci attacchiamo allo 0,1% in più o in meno”. Più cauto il premier che dice: "Non parlo di decimali" ma ribadisce: "Il governo è molto coeso". Una posizione confermata in serata, al termine di un consiglio dei ministri convocato per discutere le possibili modifiche alla manvora: “Non è una questione di decimali, obiettivo del governo è rilanciare la crescita e lo sviluppo. Confermati gli obiettivi già fissati, in particolare sulle pensioni, sul reddito di cittadinanza e sulla tutela del risparmio", hanno scritto in una nota congiunta Conte, Salvini e Di Maio. Nel vertice a Palazzo Chigi, secondo fonti del Mef, sono stati discussi "degli emendamenti alla manovra di bilancio: il tutto nell'ottica di arriva a un accordo con Bruxelles". Lo spread ha aperto la settimana in netto calo e anche Piazza Affari vola.

Le possibili misure allo studio

Il rinvio, al massimo a giugno, del reddito di cittadinanza. E il restringimento della platea di "quota 100". Sono queste le due leve su cui il governo starebbe puntando – secondo quanto riporta Ansa - per abbassare il deficit e convincere l'Europa a evitare la procedura d'infrazioni. La linea è emersa al termine di un vertice di governo durato circa un'ora nella serata a Palazzo Chigi. L'idea di partenza sarebbe spostare risorse pari circa 0,2% del Pil (poco meno di quattro miliardi) dalle spese per reddito di cittadinanza e pensioni, agli investimenti. Se all'Europa non basterà, quelle stesse risorse (magari qualcosa in più) saranno destinate alla riduzione del deficit.

Di Maio: meno deficit non importante, contano misure

Il vicepremier Luigi Di Maio aveva precisato in mattinata che "il tema non sono i numeri ma i cittadini, gli obiettivi che ci siamo dati: quota 100 e il reddito di cittadinanza e i rimborsi ai truffati per le banche e il pacchetto imprese, sono misure da cui non possiamo prescindere. Se poi all'interno della contrattazione deve diminuire il deficit non è importante, l’importante è che non sia abbassi la platea che riceve quelle misure”.

Salvini: non ci attacchiamo a 0,1 più o meno

Il vicepremier Matteo Salvini come già detto ieri, a chi gli chiede se il governo stia ammorbidendo la linea con l’Europa, ha risposto: “No, noi applichiamo il buonsenso e la concretezza, che non si attacca allo 0,1 in più o in meno. E' una manovra che si fonda sul diritto al lavoro, il diritto alla pensione, il diritto alla salute e la riduzione fiscale. E quindi se a Bruxelles pensano di tenere in ostaggio il governo o sessanta milioni di italiani su uno zero virgola, siamo disponibilissimi a togliergli qualunque alibi”. Il ministro dell’Interno ha poi garantito che “con Conte e Di Maio troveremo l’intesa”.

Conte: non parlo di decimali

Il premier Conte è più cauto e dice: "Non parlo di decimali. È importante avere le relazioni tecniche per valutare esattamente l'impatto economico delle riforme come ho già detto quando ero a Bruxelles. Avremo a quel punto l'esatto impatto economico di queste misure, precise all'euro e potremmo allora valutare di tornare a Bruxelles e e continuare il negoziato". Poi il presidente del Consiglio aggiunge: "Non ci sono linee contrapposte. Questo governo è molto coeso, agiamo col massimo coordinamento. Qualsiasi iniziativa di rilievo esterno che assumiamo la concordiamo".

Spread in calo e Borsa esulta

I segnali distensivi tra il governo e la Ue hanno permesso allo spread di aprire in forte ribasso rispetto a venerdì: nel corso della mattinata il differenziale Btp/Bund ha toccato anche quota 280 punti base, minimi di quasi due mesi (livelli simili non si vedevano dai primi d’ottobre). Bene anche Piazza Affari con il Ftse Mib che segna un +3%.

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