Viminale, piano sulle scorte: le 585 in vigore vanno razionalizzate

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Foto d'archivio Ansa
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Secondo fonti del ministero dell'Interno, l'obiettivo di Salvini è una verifica dei dispositivi di protezione per evitare errori di valutazione e prevenire sprechi. Ad oggi, il sistema occupa complessivamente 2.072 unità delle forze dell'ordine

Nei piani a breve termine del Viminale c’è una razionalizzazione delle 585 scorte attualmente in vigore, di cui 15 per personalità per cui c’è massima allerta. Lo affermano fonti del ministero dell’Interno che sottolineano come la questione sia stata affrontata ieri (8 novembre) nel corso del Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza pubblica. L'obiettivo del ministro dell'Interno Matteo Salvini è una verifica dei dispositivi di protezione per evitare errori di valutazione e per prevenire abusi e sprechi (A CHI E COME VIENE AFFIDATA LA SCORTA).

Le scorte e le quattro categorie dei dispositivi di protezione

Le scorte che sono oggi in vigore occupano complessivamente 2.072 unità delle forze dell'ordine: si tratta di 910 poliziotti, 776 carabinieri, 290 finanzieri e 96 operatori della polizia penitenziaria. Quattro le categorie dei dispositivi di protezione, divise in base al livello del rischio. Quello più elevato riguarda oggi 15 persone e impegna 171 agenti. Mentre 57 cittadini hanno la protezione di 'secondo livello’: una scorta su auto specializzata (383 agenti in tutto) composta da più mezzi. Altri 276 cittadini, invece, godono della tutela su auto specializzata di terzo livello (823 agenti impiegati), mentre 237 hanno una tutela su auto non protetta, vale a dire una scorta di quarto livello che coinvolge 695 operatori.

Quasi la metà dei nomi protetti sono di magistrati

Dei 585 nomi protetti dallo Stato, dicono ancora dal Viminale, quasi la metà (277) sono magistrati, poi ci sono i leader politici nazionali e locali (69) e i dirigenti d'impresa (43). Nell’elenco compaiono anche 21 giornalisti e 18 esponenti governativi. A livello regionale, il maggior numero di scorte si concentra nel Lazio e in Sicilia, rispettivamente con il 31,6% e il 21,9% delle misure di protezione nazionali. Seguono Calabria (12,5%), Campania (12%), Lombardia (7,2%). Oltre ai servizi di scorta, lo Stato mette a disposizione anche 38 servizi di vigilanza fissa con 221 persone impegnate: 18 poliziotti, 56 carabinieri e 147 unità dell'esercito.

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