Dopo lo scontro sul decreto fiscale, cerchiamo di capire l’iter di un decreto o di un disegno di legge e il ruolo di Palazzo Chigi. LIVEBLOG
Bozze, testi, procedimenti, bollinatura. Parole fredde, quasi burocratiche. Ma che possono aiutarci a fare almeno un po' di luce su quelle presunte "manine sconosciute" che più volte, nelle ultime settimane, sono state evocate ai massimi livelli di governo. L'ultima da Di Maio a proposito del decreto fiscale (LIVEBLOG).
L’iter di un decreto o di un disegno di legge
Cerchiamo di capire meglio il viaggio di un decreto o di un disegno di legge, dal primo vagito fino all'arrivo in Parlamento. Tutto ruota, naturalmente, attorno a Palazzo Chigi. E’ qui che i provvedimenti vengono approvati, in consiglio dei ministri. E spesso spiegati a piano terra, in sala stampa. Ma attenzione. Di solito i testi veri e propri vengono messi a punto anche diversi giorni dopo questo annuncio. In particolare per le leggi corpose e complesse come la manovra economica, per esempio. Nel frattempo circolano le famigerate "bozze", testi non ufficiali, ma spesso resi pubblici in un battibaleno per la gioia dei giornalisti.
La bollinatura della Ragioneria dello Stato, necessaria per le coperture
In questa fase c'è un lavoro di fino della Presidenza del Consiglio, del Ministero dell'Economia e dei ministeri competenti per definire l'impianto normativo. Non basta. Perché si possa perfezionare la proposta e inviarla al Quirinale serve la cosiddetta bollinatura della Ragioneria dello Stato, che vuol dire: certificazione delle coperture finanziarie necessarie. Altro organismo centrale in questa fase è il Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi di Palazzo Chigi. E' l'ufficio che cura gli adempimenti conseguenti alle deliberazioni della Presidenza del Consiglio. Quando è tutto pronto tocca al presidente del Consiglio - come spiega la legge 400 del 1988 - sottoporre al capo dello Stato il testo. A quel punto la palla passa al Quirinale e poi al Parlamento. Un viaggio lungo, con molte tappe e molte mani, dunque, ma tutte appartenenti a uomini e donne che siedono ai vertici dell'amministrazione dello Stato.