Il provvedimento è ancora da definire, ma emergono alcune novità sui contenziosi tributari, vecchi e nuovi
Non è ancora pace fiscale. Ma qualche elemento per una tregua più o meno duratura comincia ad emergere tra le carte del governo. Del progetto "a saldo e stralcio" per le cifre oggetto di contenzioso con l'amministrazione fiscale, che dovrebbe comportare sconti consistenti per i contribuenti in debito con l'amministrazione, non c'è ancora traccia. Ma sono in scrittura avanzata nuove regole sia per la chiusura di vecchi contenziosi con processi tributari già in corso, sia per una nuova rottamazione delle cartelle Equitalia, senza sconti ma, in qualche modo, agevolata.
Nuove regole per la chiusura dei vecchi contenziosi
Per i vecchi contenziosi, il governo offrirebbe a tutti la possibilità di chiudere definitivamente i processi pagando l'intera cifra contestata dal fisco, ma decurtata di sanzioni e interessi. Più interessante sarebbe l'offerta per chi ha già affrontato e vinto il primo grado del processo tributario: in questo caso lo stato rinuncerebbe all'appello in cambio della metà della somma oggetto del contenzioso. In secondo grado invece, e sempre in presenza di sentenza favorevole al contribuente, l'amministrazione chiuderebbe la lite accontentandosi di un terzo della cifra richiesta. Il tutto con la possibilità di rateizzare il dovuto in 5 rate, tre nel 2019, due nel 2020. Il gettito atteso? Non un granché: 300 milioni nel 2019, 200 nel 2020.
Più tempo per rottamare
Poi, il progetto di una nuova rottamazione, la terza in tre anni. Come le altre, prevedrebbe il pagamento dell'intera somma contestata, al netto di sanzioni e interessi. La differenza è che potrebbe riferirsi non solo ai debiti fiscali, ma anche alle multe, a partire dall'anno 2000. Altra differenza: una rateazione più lunga, spalmata in un periodo di 5 anni, della quale potrà usufruire anche chi ha aderito alla rottamazione bis, già operativa.