Concorso università, Conte rinuncia alla cattedra de La Sapienza

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Il premier ha annunciato che si ritira "esclusivamente per una sensibilità personale" perché non c'è "nessun conflitto di interessi". Oggi Politico.eu aveva scritto che il presidente del Consiglio era ancora in corsa e aveva solo posticipato l'esame di inglese

"Nessun conflitto di interessi, rinuncio alla cattedra esclusivamente per una sensibilità personale". È tornato a parlare su Facebook il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo che oggi Politico.eu aveva riportato la notizia che il premier non si era ritirato dal concorso per la cattedra di diritto privato all'università La Sapienza di Roma, nonostante le polemiche della settimana scorsa. "Fatevene una ragione, il governo durerà cinque anni" - ha detto il premier, sottolineando di non aver mai pensato di trovare un incarico alternativo con il concorso a cattedra alla Sapienza - Non ho mai pensato di ricavare un vantaggio a vita da questo incarico".

La notizia di Politico.eu

Secondo quanto scritto oggi da Politico.eu, Conte sarebbe stato ancora in corsa per la posizione e avrebbe semplicemente chiesto lo spostamento dell'esame di inglese che avrebbe dovuto sostenere oggi, per impegni istituzionali. Dopo le polemiche sorte intorno alla sua partecipazione, Conte aveva invece già detto che non avrebbe sostenuto l’esame di inglese perché la “mia nuova veste mi impone di riconsiderare questo incarico".

Gli altri candidati avevano accettato di rimandare l'esame

Secondo quanto riportato da Politico.eu, all'esame di inglese si sono presentati due candidati: Giovanni Perlingeri, figlio del giurista Pietro, e Mauro Orlandi, allievo del professor Natalino Irti. La commissione esaminatrice avrebbe chiesto ai due se volessero sostenere posticipare l'esame visto che l'altro candidato aveva chiesto lo spostamento dell'esame per motivi istituzionali. Gli altri due candidati hanno deciso di rinviare aspettando il premier, ma hanno richiesto fosse messa a verbale la possibilità di una valutazione di legittimità circa il rinvio della prova.

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