Dl dignità, critiche dall'opposizione. Gentiloni: "Ostacola il lavoro"
PoliticaPer l'ex premier le misure approvate dal Consiglio dei ministri non favoriscono gli investimenti. Mentre per l'ex ministro Calenda "è politica degli slogan". Dal centrodestra, Giorgia Meloni: "Sembra scritto da Pci anni '80". Confindustria: "Segnale molto negativo"
Il giorno dopo il via libera del Consiglio dei ministri, sul decreto Dignità arrivano le critiche dall’opposizione. E non mancano le polemiche sia dal centrodestra che dal centrosinistra. Il Pd attacca compatto l’impianto del provvedimento: "Dopo un mese di annunci rocamboleschi il mini decreto introduce soltanto ostacoli per lavoro e investimenti. Lasciamo stare la dignità", scrive su Twitter l'ex presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. "Il decreto dignità avrà due effetti: diminuire l'occupazione ovunque e gli investimenti al Sud (e le reindustrializzazioni)", è l’attacco sempre su Twitter dell’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.
Meloni: "Parte precariato sembra scritta dal Partito Comunista anni '80"
Ma gli attacchi al decreto arrivano anche dal centrodestra. Per la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, "la parte sul precariato sembra scritta dal Partito Comunista anni '80. La ricetta Di Maio è irrigidire il mercato del lavoro e punire gli imprenditori cattivi per combattere il precariato". E Giorgio Mulé, deputato e portavoce alla Camera e al Senato di Forza Italia, attacca sull’impianto del provvedimento: "Salutiamo l'ingresso della Cgil al governo e diciamo addio al buonsenso", scrive su Twitter, "Il decreto in-dignità è stato dettato da Cgil e copiato spudoratamente da Luigi Di Maio: è un passo indietro mortale per le nostre imprese".
Confidustria: "Segnale molto negativo"
Critiche arrivano anche dal mondo delle imprese, a partire da Confindustria, secondo cui l'approvazione del decreto Dignità "è un segnale molto negativo per il mondo delle imprese". "Il risultato sarà di avere meno lavoro, non meno precarietà" dicono gli industriali, i quali esprimono preoccupazione sul fatto "che siano le imprese a pagare il prezzo di un'interminabile corsa elettorale all'interno della maggioranza e che si creino i presupposti per dividere gli attori del mercato del lavoro, col rischio di riproporre vecchie contrapposizioni". "Mentre infatti i dati Istat raccontano un mercato del lavoro in crescita - conclude la nota diffusa da Confindustria - il governo innesta la retromarcia rispetto ad alcune innovazioni che hanno contribuito a quella crescita". Per Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia, inoltre, "per decreto non si creano posti di lavoro, ma con un decreto i posti di lavoro si possono distruggere".
Confcommercio: "Introduce inutile e dannosa rigidità"
Un'altra dura presa di posizione arriva da Confcommercio: "In attesa dell'annunciata riduzione del costo del lavoro, tutta da verificare, il governo decide di fare una grave marcia indietro sui contratti a termine introducendo, di fatto, forme di inutile e dannosa rigidità", afferma l'associazione in una nota.