Polemiche sulla mozione per intitolare una via allo storico segretario del Movimento Sociale Italiano - che aderì alla Repubblica Sociale Italiana - , bloccata dalla sindaca Raggi. Scomparso 30 anni fa, resta una delle figure più controverse della prima Repubblica
Giorgio Almirante, fondatore del Movimento Sociale Italiano, muore il 22 maggio del 1988. A 30 anni dalla sua scomparsa resta una delle figure più controverse della storia della prima Repubblica. Segretario del Msi dal ’48 al ’50 e poi per altri quasi vent’anni, dal ’69 fino all’87.
Le origini
Appartenente ad una famiglia aristocratica molisana, Giorgio Almirante nasce a Salsomaggiore da una famiglia di teatranti, ma la sua passione resta per molto tempo il giornalismo. Trascorre i suoi primi dieci anni di vita in giro per l’Italia al seguito della compagnia teatrale. Successivamente la famiglia si stabilisce prima a Torino e poi a Roma. Durante l’adolescenza Almirante si avvicina agli ideali del fascismo, che nel frattempo ha preso il potere in Italia. A diciotto anni pubblica la sua prima cronaca su “Il Tevere”, quotidiano diretto da Telesio Interlandi.
Gli anni della guerra
Nel 1938, a 24 anni, firma il Manifesto della Razza, documento che fu il prologo delle leggi razziali varate dal duce Benito Mussolini. Almirante diventa poi capo redattore della rivista La difesa della razza.
Dopo essersi laureato in lettere e filosofia, parte per la Seconda guerra mondiale, impegnandosi inizialmente proprio come corrispondente. Redattore capo a Roma fino al luglio 1943.
Dopo l’8 settembre 1943 e l’armistizio firmato dal generale Badoglio, Almirante aderisce alla Repubblica Sociale Italiana (Rsi), regime sostenuto dalla Germania nazista e dal duce decaduto Mussolini. Viene nominato capo di gabinetto del ministro della Cultura Popolare, Fernando Mezzasoma. Finita la guerra, pur non essendo ufficialmente ricercato, rimane in clandestinità fino al settembre 1946. Ritorna a Roma solo quando, insieme, tra gli altri, ad Arturo Michelini, dà vita al Movimento Sociale, di cui è eletto primo segretario nazionale.
Movimento Sociale Italiano
Il 26 dicembre 1946, a 32 anni, Giorgio Almirante partecipa alla costituzione del Movimento Sociale Italiano e l’anno successivo diventa segretario nazionale del partito. In quel periodo viene condannato a un anno di confino per apologia al fascismo, ma la pena viene sospesa.
Alle elezioni politiche del 1948, dopo una campagna elettorale segnata da forti tensioni e scontri, viene eletto deputato. Sposato con Gabriella Magnatti, l’anno seguente diventa padre: chiama la sua prima figlia come la madre, Rita.
Nel 1950 Almirante viene sostituito alla guida del Msi da Augusto De Marsanich e diventa capo della corrente di opposizione interna della cosiddetta “sinistra” missina.
Nel 1952 conosce Assunta Stramandinoli, moglie del marchese Federico de’ Medici. Almirante e Assunta si innamorano e sei anni dopo nasce Giuliana. Si sposano nel 1969.
In quello stesso anno, dopo la morte del segretario Arturo Michelini, Almirante ritorna alla guida del Msi.
“La politica del doppiopetto”
Tornato in carica, il leader opera un rinnovamento nell’ideologia del partito, che viene definito come la “politica del doppiopetto”: in sostanza, Almirante sposta il Msi su posizioni di maggiore apertura rispetto al sistema politico italiano, pur non abbandonando le rivendicazioni dell’eredità fascista.
“Il Msi non è totalitario ma ritiene lo stato diverso e superiore al partito, non è nostalgico ma moderno, non è nazionalista ma europeista, non è conservatore-reazionario ma socialmente avanzato”, dichiara.
Nel 1971 il Msi, sulla base di un accordo con la Democrazia Cristiana, diventa determinante per l’elezione a presidente della Repubblica di Giovanni Leone.
Alle elezioni dell’anno successivo il partito raggiunge il suo massimo storico, ottenendo l’8,7 per cento dei voti alla Camera e il 9,2 per cento al Senato.
Nel 1973 il parlamento vota a favore dell’autorizzazione a procedere nei confronti di Almirante per il reato di ricostituzione del partito fascista. Il voto ha forti conseguenze sul piano politico.
Pur essendo favorevole al divorzio, nel 1974 si adegua alla maggioranza del partito e sostiene l’abrogazione della legge sul divorzio nel referendum dello stesso anno.
Gli ultimi anni
Nel 1983 Almirante viene ricevuto per la prima volta in via formale dal presidente del Consiglio incaricato, Bettino Craxi, nell’ambito delle consultazioni per il nuovo governo.
L’anno successivo fa scalpore la sua partecipazione ai funerali a Roma di Enrico Berlinguer, segretario del Partito Comunista Italiano.
Nel 1987 le sue condizioni di salute peggiorano, Almirante lascia la segreteria dell’Msi a Gianfranco Fini.
In seguito a un’emorragia cerebrale Giorgio Almirante muore a Roma il 22 maggio 1988, all’età di 74 anni.