Governo, botta e risposta Salvini-Di Maio. Questori Senato, nessun Pd

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Il segretario della Lega: "O governo o subito voto". Il leader M5S: "Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!". A Palazzo Madama decisi i principali incarichi. Nessun posto ai dem, che protestano: "Atto senza precedenti"

Continua il confronto politico in vista delle consultazioni che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovrebbe avviare dopo Pasqua, per la formazione del nuovo governo (LE TAPPE). Il leader della Lega Matteo Salvini ha ribadito che se non si troverà un accordo sull'esecutivo, bisognerà andare "subito al voto", e ha annunciato che “al Colle" ci va "da solo". Al segretario del Carroccio arriva una frecciata da Luigi Di Maio, leader del M5s che, tirando in ballo il Pd e Berlusconi, su Twitter scrive: "Salvini dice che gli bastano 50 voti. Vuole fare il governo con i 50 voti del Pd di Renzi in accordo con Berlusconi? Auguri!". Intanto i pentastellati hanno annunciato di voler incontrare giovedì mattina "i capigruppo di tutti i gruppi parlamentari per un confronto sui temi". Botta e risposta che si inseriscono nella giornata della votazione per i 4 vicepresidenti, 3 Questori e 8 segretari d'Aula al Senato e con la mancata elezione degli stessi questori nelle file del Pd, con i dem che protestano parlando di "atto senza precedenti".

Le votazioni al Senato

L'Aula di Palazzo Madama, dopo le votazioni che si sono concluse intorno alle 18.30, ha eletto i suoi 4 vicepresidenti: Roberto Calderoli della Lega con 164 voti e Ignazio La Russa per Fratelli d'Italia con 119 voti, Paola Taverna del M5S con 105 e Anna Rossomando del Pd con 63 preferenze. I tre Questori sono invece Antonio De Poli, per FI, il più votato con 165 preferenze, Paolo Arrigoni, per la Lega, con 130 e Laura Bottici, in quota M5S, con 115. Al Pd non è toccato nessun Questore perché il candidato Gianni Pittella ha ottenuto solo 59 voti. Nessun dem nemmeno nei segretari dell'Aula, che saranno Paolo Tosato (Lega), Francesco Giro (FI), Tiziana Nisini (Lega), Vincenzo Carbone (FI), Michela Montevecchi (M5S), Sergio Puglia (M5S), Giuseppe Pisani (M5S) e Gianluca Castaldi (M5S).

"O governo o subito al voto"

"Non ci sto a tirare a campare per un anno: discutere per un anno di legge elettorale sarebbe devastante. O parte un governo o si va subito al voto", ha detto Salvini a Radio 105. "Non vado a un incarico al buio...Io vado se c'è una possibilità di dare un governo in breve tempo agli italiani". E scherza sulle consultazioni: "Martedì e mercoledì sono due giorni complicati... Spero che Mattarella ci chiami giovedì, martedì è il compleanno di mio figlio e mercoledì c'è il derby... Sennò vado con la radiolina come Fantozzi".

Salvini vedrà Di Maio prima delle consultazioni

Il leader del Carroccio ha anche ribadito la sua intenzione di andare a confrontarsi con il capo dello Stato da solo: "Così ha scelto il centrodestra. Al primo giro di consultazioni è giusto che ognuno esprima le proprie sensibilità e va bene così".  E in giornata torna a parlare del M5s e di Luigi Di Maio: "Oggi ci siamo messaggiati. È confermato che ci vediamo prima delle consultazioni. Io dialogo con tutti ma dire 'io io' non è il miglior modo di dialogare".

Il botta e risposta tra Salvini e Di Maio

Di Maio che oggi, su Twitter, ha lanciato una provocazione al leader della Lega invitandolo ironicamente a trovare i 50 voti necessari per l’esecutivo tra il Pd e Berlusconi. Provocazione alla quale Salvini non ha tardato a rispondere: "Ma da solo Di Maio dove va...Voglio vederlo trovare 90 voti in giro, che dalla sera alla mattina si convincono. E poi 50 voti sono molti meno di 90".

L’invito del M5s ai capigruppo

Intanto il M5s, tramite un post scritto sul blog delle Stelle dai capigruppo M5S Danilo Toninelli e Giulia Grillo, invitano domani alle 9.30 alla Camera per un incontro "i capigruppo di tutti i gruppi parlamentari". Obiettivo: "Un confronto sui temi. Per noi il punto di partenza è il nostro programma e l'obbiettivo è trovare le convergenze con i programmi degli altri. Non è un esercizio di stile". Proposta rifiutata seccamente dal segretario dem Martina, il cui atteggiamento è stato definito dai pentastellati "una sorta di ripicca, il solito Pd che pensa prima alle poltrone che all'interesse del Paese".

Orfini: "Nessun governo con i voti del Pd"

Il Pd, dal canto suo, mantiene la linea annunciata finora di rimanere all’opposizione. E, nel botta e risposta tra Salvini e Di Maio, si infila il presidente Matteo Orfini: "Ragazzi, scusate se interrompo il vostro affettuoso corteggiamento...ma coi voti del Pd non farete alcun governo perché i nostri parlamentari staranno all'opposizione. Buon proseguimento". Posizione in linea con quella del capogruppo Graziano Delrio: "I voti del Pd non sono a disposizione. Decidiamo noi". Secondo Matteo Renzi, "alla fine un esecutivo, è la previsione, lo faranno leghisti e pentastellati insieme, mentre il Pd resterà all'opposizione".

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