Gentiloni: truppe italiane in Niger per bloccare traffico esseri umani

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Foto d'archivio Getty Images

Il premier all’equipaggio della nave Etna: "Impegno per contrastare il terrorismo". E ricorda: "L'Italia ha capacità di tenere insieme accoglienza e lotta a trafficanti". Graziano: "Non sarà missione 'combat'"

Obiettivo Africa sahariana. Presto un contingente di soldati italiani potrebbe partire per il Niger, Paese dove passa la rotta che ogni anno conduce decine di migliaia di migranti in Libia e dove anche i terroristi di Boko Haram colpiscono con frequenza. A dare l'annuncio è stato il presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, dal ponte della nave militare Etna, dove insieme al ministro della Difesa Roberta Pinotti ha salutato i militari italiani della missione europea Sophia.

Dall'Iraq al Niger

Ora che l'Isis è stato sconfitto a Mosul e che l'Iraq "sta voltando pagina", una parte degli uomini di stanza nel territorio iracheno possono essere inviati quindi a Sud della Libia. "Noi", ha detto il premier, "dobbiamo continuare a lavorare concentrando le nostre attenzioni ed energie in quel mix di minacce provenienti dal traffico di esseri umani e del terrorismo, che è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel". Per questo, presto il governo chiederà al Parlamento di autorizzare la missione in Niger, che "avrà il compito di consolidare quel Paese, contrastare il traffico degli esseri umani e contrastare il terrorismo". "Come Paese abbiamo svolto un ruolo fondamentale" nella battaglia contro i terroristi, ha poi ricordato Gentiloni. "Abbiamo ottenuto dei risultati: il 2017 sarà ricordato come l'anno della sconfitta militare Daesh, del tentativo di una organizzazione terroristica di trasformarsi in uno Stato e di controllare un territorio. In questa sconfitta l'Italia ha giocato un ruolo molto rilevante. Con 1.400 militari siamo la forza più rilevante dopo gli Stati Uniti in Iraq".

Graziano: "Non sarà missione 'combat'"

Il progetto si trova in una fase avanzata. Il capo di stato maggiore della Difesa, il generale Claudio Graziano, ha spiegato che una ricognizione è già in corso a Niamey, capitale del Niger, per studiare i dettagli. A essere mandati in Niger, ha detto il generale, saranno "alcune centinaia di uomini", non appena ci sarà il voto in Parlamento. "Non sarà - ha assicurato Graziano - una missione 'combat': il nostro contingente avrà il compito di addestrare le forze nigerine e renderle in grado di contrastare efficacemente il traffico di migranti ed il terrorismo".

L'Italia tra accoglienza e lotta ai trafficanti

Quella di oggi è stata anche l'occasione per tracciare un bilancio molto positivo dell'impegno italiano nella lotta al "nuovo schiavismo". I risultati conseguiti sono stati "straordinari" e in parte insperati: la missione europea, diretta dall'ammiraglio italiano Enrico Credendino, ha portato quest'anno al fermo di 130 scafisti e alla distruzione di circa 600 barconi. Parlando davanti all’equipaggio della nave, il premier ha anche ricordato che l’Italia "ha la capacità di tenere insieme l'accoglienza e la lotta ai trafficanti, e siamo fieri del riconoscimento di essere stato il Paese più pronto e capace di salvare vite umane". "Lavoriamo  per sconfiggere lo schiavismo dei tempi moderni. È un lavoro con il quale l'Italia ha raggiunto dei risultati straordinari. Abbiamo inferto dei colpi ai trafficanti di esseri umani che forse neanche immaginavamo", ha poi spiegato il premier. 

La questione migranti in Europa

Nel frattempo, in Europa la questione migranti continua a provocare strappi e divisioni. Oggi il cancelliere austriaco Kurz, è tornato a criticare le scelte di Bruxelles sul nodo dell'accoglienza: "Costringere i Paesi ad accogliere i rifugiati non aiuterà l'Europa. Se continuiamo così divideremo l'Unione europea, e gli Stati membri decideranno ognuno per conto proprio quante persone accogliere". Posizioni accolte con una certa  freddezza da Bruxelles, senza nessuna replica diretta.

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