Elezioni Sicilia, Berlusconi a Palermo: "Chi vota M5S non ragiona"

Politica
Silvio Berlusconi con Nello Musumeci, candidato a presidente della Regione siciliana, e Gaetano Armao, vicepresidente designato
nello_musumeci_silvio_berlusconi_gaetano_armao

Il leader di Forza Italia al teatro Politeama attacca anche il centrosinistra: "In questa terra ho trovato numeri disastrosi su giovani, lavoro e opere incompiute". Poi annuncia un accordo con Lega e FdI per le politiche, ma Salvini frena

Per il suo ritorno a Palermo, Silvio Berlusconi sceglie di attaccare i veri avversari in Sicilia alle elezioni regionali di domenica 5 novembre: il M5S. "Chi li vota non ragiona, non riesco a immaginare che voi mettiate una Sicilia solida nelle loro mani", dice l'ex premier dal palco del teatro Politeama, tacciando i 5 Stelle di "giustizialismo e pauperismo: sono nemici degli imprenditori e del ceto medio".

“Sicilia un disastro col centrosinistra”

Berlusconi torna in Sicilia, dove nel 2001 con la Casa della libertà conquistò 61 seggi su 61 alle politiche e affonda il colpo: "Il centrodestra organico ha governato in Sicilia solo per 9 anni, il centrosinistra per ben 45 anni. Ora ho trovato numeri che sono un disastro: l'indice di competitività pone la Sicilia al 237mo posto su 263 regioni in Europa, la disoccupazione è 4 volte quella italiana, soltanto 4 giovani su 10 hanno trovato lavoro, il 47% dei giovani non studiano e non cercano lavoro. Sono situazioni che lasciano sgomenti: su 752 opere incompiute nel Paese 158 sono in Sicilia e occupiamo il penultimo posto in Europa per infrastrutture".

Gli impresentabili

Sceglie i temi e li liquida a suo modo, Berlusconi che in Sicilia sostiene Nello Musumeci. Il M5S ha parlato di “impresentabili”. E l’ex premier taglia corto: "Siamo in democrazia: se non vi piacciono, non li votate". Il leader azzurro risponde agli attacchi dei 5 Stelle rispolverando quel garantismo che, dal 1994, ha caratterizzato la sua traiettoria politica.

La platea

In platea ci sono diversi big di FI. E anche coloro che dall’altra parte sono stati ribattezzati "impresentabili", che alla visita di Berlusconi in Sicilia non sono voluti proprio mancare. C’è Luigi Genovese, giovanissimo figlio di quel Francantonio condannato in gennaio in primo grado a 11 anni di carcere. C'è Giovanni Lo Sciuto, di Castelvetrano, indagato per il caso dei falsi invalidi nel 2013, ed evitato dallo stesso Nello Musumeci solo due giorni fa. E c'è Marianna Caronia, recente ingresso in FI e portatrice di migliaia di voti alle ultime comunali durante le quali aveva appoggiato Fabrizio Ferrandelli, ma anche oggetto di un'indagine per corruzione. Mancano, invece, due dei principali bersagli del M5S: Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo.

L’intervento

In platea scrosciano gli applausi. Applaude Francesca Pascale. Applaude Vittorio Sgarbi, esaltato da Berlusconi come una star e seduto a terra. Applaude Nello Musumeci, che alla fine dell'intervento viene invitato sul palco da Berlusconi assieme a  Gianfranco Micciché, ad Armao e allo stesso Sgarbi. "Andate a votare, chi è disgustato non lasci la Sicilia al M5S", è l'invito di Berlusconi che, nonostante la rimonta grillina, continua a vedere la vittoria. Ma c'è chi, al Politeama, ricorda ben altre orde di militanti quando il leader azzurro arrivava in Sicilia.

L'accordo con Salvini e Meloni

Silvio Berlusconi, dal teatro Politeama, trova il tempo di annunciare un "accordo" con Matteo Salvini e Giorgia Meloni sul programma e sulla composizione di un governo che, secondo il leader azzurro, sarà formato da 20 ministri: 12 dalla società civile e 8 politici, di cui 3 di FI, 3 della Lega e 2 di FdI. "Io sono qui per Musumeci, Berlusconi non parli di ministri, non siamo qui per ragionamenti politici nazionali", lo gela però Salvini da Palagonia.

Politica: I più letti