Rosatellum, Senato: ok a 5 fiducie. Proteste in Aula, Grillo in piazza

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Il Rosatellum al Senato: l'aula durante il voto del 25 ottobre (Ansa)

Palazzo Madama ha approvato anche il sesto articolo. L'ok al quinto con voto elettronico senza ricorrere alla fiducia. È scontro politico: Mdp lascia maggioranza. M5s manifesta a Roma, presente anche Grillo: "Battaglia per tutto il popolo italiano". Napolitano critico

Dopo un pomeriggio di votazioni, è arrivato il via libera del Senato a sei articoli del Rosatellum bis. Solo l'articolo 5 è passato con voto elettronico senza ricorrere alla fiducia, dopo che era stato respinto un emendamento, mentre per gli altri il governo ha incassato cinque fiducie. A Roma, intanto, va in scena la protesta del Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo ha parlato da piazza della Rotonda. "Qui stiamo facendo una battaglia per tutto il popolo italiano", ha detto, promettendo anche: "Se vinciamo noi sarà vittoria tripla". Al suo fianco, Luigi Di Maio e Alessandro di Battista che si sono bendati gli occhi sul palco, per protestare contro la legge elettorale. 

Il voto e lo scontro politico

Il Rosatellum bis è arrivato al Senato dopo essere stato approvato alla Camera tra le polemiche. Mentre oggi c'è stata la chiama nominale dei cinque voti di fiducia, sono previste per giovedì mattina le dichiarazioni e la votazione finale. Il governo ha posto la fiducia sul Rosatellum 2.0 anche al Senato dopo che i 5stelle e i senatori di Sinistra italiana avevano respinto l'appello a rinunciare al voto segreto su una quarantina di emendamenti da loro presentati. La decisione del governo di porre la questione di fiducia sulla nuova legge elettorale anche a Palazzo Madama ha scatenato le proteste delle opposizioni. Lo scontro politico non accenna a placarsi: se il M5S è sceso in piazza, Mdp ha annunciato di essere uscita dalla maggioranza. Critico anche l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Napolitano, voto fiducia per stabilità

Giorgio Napolitano aveva dichiarato in Aula che avrebbe votato la fiducia: "Mi pronuncio per la fiducia al governo Gentiloni, per salvaguardare il valore della stabilità, per consentire, anche in questo scorcio di legislatura, continuità dell'azione per le riforme". Il presidente emerito, però, aveva espresso molte riserve giudicando “improprio” il far pesare sul presidente del Consiglio la "responsabilità di una fiducia che garantisse l'intangibilità della proposta in quanto condivisa da un gran numero di partiti". Napolitano aveva poi chiesto che la "rapidità non comprima il ruolo del Parlamento" spiegando che il "dilemma non è fiducia o no, ma la forzatura". Più tardi è emerso che l'ex presidente della Repubblica non avrebbe votato le prime due volte. Una nota, però, ha fatto sapere che Napolitano "affiderà al voto elettronico finale sulla legge elettorale l'espressione della fiducia al governo Gentiloni che ha già annunciato in Aula".

Di Maio: "Mattarella non sia complice”

Il candidato premier dei 5 Stelle, intervistato da Repubblica, si è rivolto a Sergio Mattarella: “Se questa legge elettorale sarà approvata dal Parlamento, chiediamo al capo dello Stato, in quanto garante della Costituzione, di valutare con attenzione i profili di incostituzionalità e di non firmarla. Se un domani la Corte Costituzionale dovesse bocciarla, e secondo noi accadrà, Mattarella ne sarebbe responsabile”.

La protesta del M5s

Nel pomeriggio, la manifestazione dei pentastellati si è radunata al Pantheon dove è intervenuto lo stesso Beppe Grillo. Il M5s prosegue quindi la protesta iniziata martedì in Aula quando è stata annunciata la fiducia. Questa mossa ha suscitato l'ira dei pentastellati, che hanno occupato i banchi del governo bendandosi gli occhi, ma anche di Sinistra italiana e Mdp. La senatrice Loredana De Petris si è addirittura seduta sullo scranno del presidente Grasso in segno di protesta.

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