Sindaco Priolo si dimette dopo arresto ma resta candidato a Regionali

Politica
Una foto d'archivio di Antonello Rizza (Ansa)
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Antonello Rizza, ai domiciliari con accuse di truffa e turbativa d’asta, lascia la carica da primo cittadino. In questo modo, venendo meno le esigenze cautelari, potrà fare campagna elettorale e proseguire la sua corsa per un seggio all’Ars nelle liste di FI

Il sindaco di Priolo, Antonello Rizza, arrestato sabato scorso con l'accusa di truffa, tentata truffa e turbativa d’asta si è dimesso dalla carica di primo cittadino. Rizza è anche candidato alle elezioni regionali nella lista di Forza Italia e ha fatto sapere, tramite il suo legale, che non intende ritirarsi dalla corsa per la conquista di un seggio all'Ars. "La legge Severino me lo consente, non mi ritiro: continuerò la mia campagna elettorale", ha detto.

La decisione di Rizza

Antonello Rizza, che è agli arresti domiciliari, ha motivato la decisione di dimettersi dalla carica di sindaco con la necessità di svolgere la sua campagna elettorale per le regionali senza limitazioni. Dimettendosi dalla carica di primo cittadino, infatti, verrebbero meno le esigenze cautelari. Anche per questo motivo, sempre tramite il suo legale, ha sollecitato di potere chiarire la propria posizione davanti al Gip. 

Coinvolto in altri procedimenti

Rizza è stato arrestato nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Siracusa sulla gestione di appalti al Comune di Priolo. Oltre a questo, ha altri procedimenti giudiziari con 22 capi d’imputazione totali, tra cui corruzione, concussione, associazione a delinquere, truffa, abuso d’ufficio, tentata estorsione. Nessuna condanna nei sei anni in cui è sotto inchiesta.

M5s attacca Rizza

Il leader del M5s, Luigi Di Maio, in un comizio a Palermo ha commentato: "Statisticamente dovevano arrestare uno che ha 22 capi imputazione”. "Corruzione, voto di scambio, truffa aggravata sono i reati ricorrenti tra gli 'impresentabili' in Sicilia”, ha aggiunto. Dallo staff di Nello Musumeci, nelle cui liste Rizza è candidato, rivelano di "averlo rifiutato come candidato per tre volte" perché "chi ha problemi con la giustizia prima pensi a risolverli e poi a tornare a fare politica". 

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