Il segretario si presenta dimissionario: "Fermiamoci e ripartiamo, fuori ci prendono per pazzi". Ma avverte la minoranza: "Chiedermi di non ricandidarmi non è democratico". Bersani: "Ha alzato un muro". Il presidente Orfini: "Nessuna candidatura, Congresso indetto automaticamente" VIDEO - FOTO
Un partito diviso a un passo dalla scissione. E' questa l'immagine del Pd che emerge dall'Assemblea nazionale. Matteo Renzi ha formalizzato le sue dimissioni da segretario del Pd e, aprendo l'assemblea del partito, ha lanciato la sua sfida alla minoranza. "Peggio della scissione c'è solo la parola ricatto" ha detto l'ex premier, che ha rivendicato la decisione di andare a congresso, una forma di discussione "che ci distingue dal modello Casaleggio e dal modello Arcore". A chi gli ha chiesto un passo indietro, ha risposto: "Non potete chiedermi di non ricandidarmi: non sono queste le regole democratiche".
Una prima replica alle sue parole è arrivata da Guglielmo Epifani: "Il segretario - ha detto (video) - ha deciso di tirare dritto, la minoranza prenderà una scelta". Poi il duro commento di Bersani: "Il segretario ha alzato un muro, ha detto si va avanti così, vuol dire fare un congresso cotto e mangiato in tre mesi dove non sarà possibile aprire la discussione".
E se il governatore della Toscana Enrico Rossi - dopo aver lasciato intendere che avrebbe potuto lasciare il partito - spiega che se ci saranno le condizioni correrà per la carica di segretario, Davide Zoggia dice: "Oggi non annunciamo la scissione, ma non parteciperemo al congresso" (tutte le risposte a Renzi). Prova a smorzare i toni Michele Emiliano: "Mai detto che Renzi non si deve ricandidare, la soluzione è a portata di mano, ho fiducia in lui".
Orfini: "Congresso convocato automaticamente" - Sembrano dunque essere caduti nel vuoto l'appello di Cuperlo a Renzi ("Scendi dalla macchina. Se accogli la mia richiesta vesti i panni di chi sta al timone e sceglie la rotta giusta - video) e il tentativo di mediazione di Franceschini ("Non consumate tutto oggi: c'è tempo"). Non essendo state presentate candidature, il presidente Matteo Orfini ha annunciato, come da statuto, che il Congresso si svolgerà entro i prossimi quattro mesi.
Renzi: "Qui fuori ci prendono per matti" - "Ho avuto l'impressione che il Pd in questi due mesi non si sia rispettato e abbia sprecato il suo tempo" ha detto Renzi nel suo intervento, sottolineando che ora la responsabilità va "verso il Paese e verso chi sta fuori". "Io dico fermiamoci: fuori di qui ci prendono per matti". Secondo Renzi tutto "nasce dal referendum. Si è creata una frattura nel nostro Paese. Si è personalizzato il referendum, mio errore, ma si è personalizzato anche il post referendum". Dopo il 4 dicembre, aggiunge Renzi, "è tornata la Prima Repubblica ma senza la qualità della classe dirigente della prima Repubblica". "Nel Pd siamo fermi. Siamo impelagati nel dire: congresso sì, congresso no. Io ho cercato tutti i giorni di accogliere le proposte degli altri. Sono stato insultato anche da due amici perché avevamo scelto di venire meno alla convocazione del congresso".
"Non potete chiedermi di non ricandidarmi" - Il segretario dimissionario alla minoranza dice: "Non potete chiedere a chi si dimette per fare il congresso di non candidarsi perché solo così si evita la scissione. Questa non è una regola del gioco democratico"."Avete il diritto di sconfiggerci non di eliminarci. E' il punto dell'idea democratica" prosegue. "Ci ho pensato che forse per sistemare questa assurda situazione poteva valere la pena fare un passo indietro. Ci ho pensato sul serio perché mai come in questi due mesi e mezzo siamo stati laici nelle decisioni, abbiamo ascoltato tutti. Ma accettare oggi che si possa dire no a una candidatura, eliminare un problema eliminando una persona, vorrebbe dire che siamo tornati al modello di partito in cui si sta insieme contro qualcuno e non per qualcosa. Noi stiamo insieme per un progetto, per l'Italia. Non accetteremo mai, mai e poi mai di consentire a qualcuno di dire non sei della nostra comunità. Il verbo è venite, non andate. State, partecipate".