Riforme: ddl Boschi subito in Aula, le opposizioni ritirano quasi tutti gli emendamenti

Politica

L'esame del testo tra i banchi di Palazzo Madama inizia giovedì: lo ha deciso a maggioranza la conferenza dei capigruppo. Intanto anche il leghista Calderoli annuncia il passo indietro sui 500mila emendamenti. Finocchiaro: "Condizioni per arrivare a testo condiviso". Speranza: "Renzi eviti prove muscolari". Le opposizioni: "Forzatura inaccettabile". Lunedì convocata direzione Pd

Mentre prosegue il lavoro a Palazzo Madama per raggiungere un'intesa sulle riforme costituzionali - la capigruppo ha deciso che il ddl Boschi sarà in Aula già da giovedì 17 settembre e il Senato ha dato il via libera - arriva a sorpresa l’annuncio delle opposizioni che si dicono pronte a ritirare gli emendamenti. Tra questi anche i 500mila presentati dal senatore della Lega Roberto Calderoli. La presidente della Commissione affari costituzionali Anna Finocchiaro si dice “convinta che ci siano le condizioni per arrivare ad un testo ampiamente condiviso”. L'esame del ddl Boschi in Aula proseguirà fino a venerdì. Poi si proseguirà la prossima settimana e il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato per mercoledì 23 alle ore 9.


"E' stata una forzatura inaccettabile", ha commentato il capogruppo di Fi Paolo Romani. "Gli emendamenti presentati in commissione erano stati ritirati. Si sarebbe potuto procedere con l'esame in commissione".


Lunedì convocata direzione Pd - Intanto, dopo lo strappo della minoranza, nel Partito Democratico si cerca ancora un accordo sulle riforme e non è escluso che nelle prossime ore il gruppo di Palazzo Madama possa tornare a riunirsi per un nuovo confronto, mentre lunedì alle 15:30 si terrà una direzione convocata dal segretario e premier Matteo Renzi.

Speranza: “Renzi eviti prove muscolari” - “Siamo disponibili alla discussione, ce lo dimostri anche Renzi e troviamo la soluzione in 24 ore”, fa sapere la senatrice della minoranza dem Doris Lo Moro. “Renzi eviti prove muscolari in direzione”, dice invece Roberto Speranza , secondo cui “più che prove muscolari,  serve l'intelligenza della politica". "Un'intesa è possibile" secondo Speranza ma questo, sottolinea, "dipende solo da Renzi. Non capisco quale sia il problema a far scegliere i 100 senatori ai cittadini", conclude.

 

 


 

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