Dopo l’attacco di Matteo Orfini (Pd), il premier difende l'ex capo della Polizia e chiede che si parli delel responsabilità politiche del G8. Il presidente dell'Autorità nazionale antiicorruzione: "L'assoluzione conta pure qualcosa"
Il premier risponde così alle polemiche dopo la sentenza della Corte di Strasburgo su fatti della scuola Diaz durante il G8 di Genova.
"Parlare anche delle responsabilità politiche" - Il giorno dopo le polemiche scoppiate in seguito al tweet di Matteo Orfini, che ha definito vergognoso il fatto che De Gennaro sia ancora a capo di Finmeccanica, Renzi ha confermato la fiducia nell'ex capo della polizia, prima di aggiungere: "Mi piacerebbe che un giorno quando si parla di responsabilità si parlasse anche di responsabilità della politica. E' facile attribuire responsabilità alle forze dell'ordine e ai manifestanti".
Quindi, ha ricordato anche la vicenda di un suo amico che ha rischiato di perdere un occhio. "Ciò che è accaduto - ha concluso il capo dell'esecutivo - attiene a una pagina nera nella storia del nostro Paese e se vogliamo affrontare quella pagina nera la prima cosa da fare è introdurre subito il reato di tortura". Una posizione che non convince appieno però Matteo Orfini, che su Twitter scrive: "Resto della mia idea".
Resto della mia idea: il cambiamento che il Pd sta promuovendo nel paese non dovrebbe fermarsi di fronte alla porta dei soliti noti.
— orfini (@orfini) 9 Aprile 2015
Cantone: De Gennaro assolto, non può pagare per tutti - Le frasi di Renzi arrivano qualche ora dopo quelle di Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, che ha difeso l’ex capo della polizia. "Gianni De Gennaro è stato indagato e assolto. L'assoluzione conta pure qualcosa, quindi non può pagare le responsabilità complessive di una macchina intera". "Non mi piace l'idea che si possa utilizzare questa vicenda drammatica, una delle peggiori immagini dell'Italia all'estero, per tirare sulla polizia, che spesso è la parte più popolare del Paese".
Intanto proprio oggi, giovedì 9 aprile, a distanza di due anni dalla sua presentazione, il disegno di legge sul reato di tortura arriva in aula.