"Il Ministero ha attivato tutti i canali diplomatici. Aspettiamo di capire le conseguenze della sentenza, che non è definitiva" e di sapere in che Paese andrà l'ex terrorista, ha detto il ministro Orlando. Francia e Messico possibili destinazioni
L'Italia non molla la presa su Cesare Battisti. Ed è pronta, nel caso l'ex terrorista rosso venga espulso dal Brasile - così come sostenuto da alcuni media locali - a ritentare la carta della richiesta di estradizione per riportarlo nel suo paese, dove lo attende il carcere a vita per gli omicidi commessi durante gli anni di piombo. E' quanto annuncia il ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Orlando: pronti a nuova istanza estradizione - "Il Ministero ha attivato tutti i canali diplomatici: aspettiamo di capire le conseguenze di una sentenza che non è definitiva" e di sapere in che Paese saraà espulso ma "se il provvedimento sarà confermato, auspichiamo che consenta di dar luogo a una richiesta di estradizione, che abbiamo già fatto da tempo", ha spiegato il Guardasigilli.
Il provvedimento brasiliano, se confermato, porterebbe ad un'espulsione verso Paesi "che sono ipotizzabili", ha aggiunto Orlando, precisando che l'Italia "auspica" che questo possa aprire a "una richiesta di estradizione e che il problema è parlare alla luce di questo provvedimento, "perché l'istanza andrebbe rivolta non al Brasile ma ad un altro Paese".
Ipotesi Francia e Messico - Sul tappeto come possibili destinazione di Battisti (nel caso l'espulsione andasse in porto) ci sarebbero Francia e Messico. Quella presentata al Brasile, all'epoca dell'arresto di Battisti, fallì per la decisione dell'allora presidente Luiz Ignazio Lula di concedere, nell'ultimo giorno del suo mandato, all'ex terrorista lo status di rifugiato politico. Decisione che fece piombare ai minimi le relazioni tra Roma e Brasilia.
Nessuno scambio - Non sembra invece trovare nessun riscontro l'ipotesi - avanzata da alcuni osservatori - che l'estradizione dell'ex terrorista possa essere 'scambiata' con quella di Henrique Pizzolato, l'ex dirigente del Banco do Brasil condannato a 12 anni nel caso 'Mensalao' e fuggito in Italia con il passaporto del fratello defunto. "Non posso pensare che il mio Governo anteponga alla violazione dei diritti fondamentali di una persona, a maggior ragione di nostro concittadino, la possibilità di ottenere un successo politico", ribadisce intanto il legale di Pizzolato, che ha preso carta e penna e scritto a Orlando. E anche l'avvocato di Battisti , Igor Sant'Anna Tamasauskas entra nella questione: "Neessun legame", la tempistica processuale dell'ex banchiere è solo una "infelice coincidenza per il mio cliente".
Orlando: pronti a nuova istanza estradizione - "Il Ministero ha attivato tutti i canali diplomatici: aspettiamo di capire le conseguenze di una sentenza che non è definitiva" e di sapere in che Paese saraà espulso ma "se il provvedimento sarà confermato, auspichiamo che consenta di dar luogo a una richiesta di estradizione, che abbiamo già fatto da tempo", ha spiegato il Guardasigilli.
Il provvedimento brasiliano, se confermato, porterebbe ad un'espulsione verso Paesi "che sono ipotizzabili", ha aggiunto Orlando, precisando che l'Italia "auspica" che questo possa aprire a "una richiesta di estradizione e che il problema è parlare alla luce di questo provvedimento, "perché l'istanza andrebbe rivolta non al Brasile ma ad un altro Paese".
Ipotesi Francia e Messico - Sul tappeto come possibili destinazione di Battisti (nel caso l'espulsione andasse in porto) ci sarebbero Francia e Messico. Quella presentata al Brasile, all'epoca dell'arresto di Battisti, fallì per la decisione dell'allora presidente Luiz Ignazio Lula di concedere, nell'ultimo giorno del suo mandato, all'ex terrorista lo status di rifugiato politico. Decisione che fece piombare ai minimi le relazioni tra Roma e Brasilia.
Nessuno scambio - Non sembra invece trovare nessun riscontro l'ipotesi - avanzata da alcuni osservatori - che l'estradizione dell'ex terrorista possa essere 'scambiata' con quella di Henrique Pizzolato, l'ex dirigente del Banco do Brasil condannato a 12 anni nel caso 'Mensalao' e fuggito in Italia con il passaporto del fratello defunto. "Non posso pensare che il mio Governo anteponga alla violazione dei diritti fondamentali di una persona, a maggior ragione di nostro concittadino, la possibilità di ottenere un successo politico", ribadisce intanto il legale di Pizzolato, che ha preso carta e penna e scritto a Orlando. E anche l'avvocato di Battisti , Igor Sant'Anna Tamasauskas entra nella questione: "Neessun legame", la tempistica processuale dell'ex banchiere è solo una "infelice coincidenza per il mio cliente".