Scuola, Giannini: "Con riforma addio alle supplenze"

Politica

Il ministro per la Pubblica istruzione annuncia che si va verso il superamento dell'attuale sistema: "All'inizio dell'anno si conosce già il numero dei posti da coprire stabilmente". E promette meno precari e più meritocrazia

Con la riforma della scuola che il governo Renzi si accinge a varare, ci sarà il superamento delle supplenze, almeno così come sono intese nell'attuale sistema scolastico. Ad annunciarlo il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, intervenendo a un dibattito al Meeting di Comunione e Liberazione in corso a Rimini. "Le supplenze - ha detto - vanno riconsiderate perché si sa già dall'inizio dell'anno scolastico quali sono i posti da sostituire stabilmente. "I supplenti non saranno eliminati fisicamente - ha ironizzato Giannini - come vedrete". L'obiettivo è quello di "ragionare in termini di organico funzionale e non di organico di diritto che si distingue dall'organico funzionale".

Giannini: "Si sa già a inizio anno quanti sono i posti"
- "E' l'uovo di Colombo che chi lavora nella scuola conosce da tempo, ma che nessun governo ha avuto il coraggio di affrontare direttamente perché significa prendere coscienza che le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve". Inoltre, ha spiegato il ministro, è chiaro sin "dall'inizio dell'anno con molta precisione quali sono i posti da coprire stabilmente ma c'è un meccanismo perverso che ci trasciniamo da decenni che non ci consente di lavorare se non con l'organico di diritto e quindi di riempirlo attraverso le graduatorie". Per Giannini la riforma di questo aspetto "significa prendere con molta consapevolezza e determinazione questo aspetto come uno degli aspetti prioritari per una rivisitazione del sistema educativo italiano".

Meno scatti, più meritocrazia - Ma il superamento delle supplenze non è l'unica novità della riforma scolastica su cui l'esecutivo intende lavorare. "Il 29 agosto sarà l'occasione per presentare la 'visione' del nostro Governo sui temi dell' istruzione e in particolare della scuola, a cui seguirà poi un provvedimento che è in costruzione da mesi" ha spiegato Giannini. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi l'intenzione del governo sarebbe quella di eliminare l'automatismo degli scatti e puntare su più meritocrazia. Un ipotesi che, se accadesse al di fuori del rinnovo contrattuale, sarebbe "inaccettabile" dicono i sindacati, per cui resta prioritario il rinnovo del contratto, bloccato ormai da otto anni.

L'autonomia scolastica
- A parte il personale della scuola, gli altri due grandi capitoli su cui il provvedimento del Governo si articolerà sono l'autonomia scolastica e programmi e competenze degli studenti. Nei giorni scorsi i contatti tra Giannini e Renzi sono stati molto fitti. Il Piano è stato elaborato negli uffici del Miur sulla base di quanto 'uscito' dai Cantieri istituiti a viale Trastevere per fare una fotografia dell'esistente e avanzare possibili soluzioni; il premier ha poi valutato tra queste quelle "politicamente fattibili". Venerdì saranno presentate dunque Linee-guida "operative" che non avranno tuttavia ripercussioni immediate sull'anno scolastico che sta per iniziare. Dai primi giorni di settembre partirà una consultazione di forze politiche e sociali e sarà aperto un dibattito che andrà avanti per un paio di mesi. Poi il Governo tirerà le somme e procederà con i provvedimenti.

Riforma da un miliardo
- A differenza di quanto accaduto, talvolta, negli anni passati questo "pacchetto scuola" non dovrebbe essere una misura a costo zero, ma un intervento coperto da un cospicuo stanziamento di risorse. Nei giorni scorsi Renzi ha parlato di un miliardo da prevedere nella legge di stabilità. E "investire sull'istruzione in un momento di crisi profonda vuol dire preparare la svolta radicale dei prossimi anni" ha assicurato il ministro Giannini.

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