Iraq, Di Battista: "Foley vittima dei fatti di Abu Ghraib"

Politica

Dopo il suo discusso post il deputato del M5S torna sulla questione irachena e attribuisce i disordini in Medioriente "all'imperialismo americano". Beppe Grillo: "In atto una campagna stampa contro di noi"

Alessandro Di Battista torna a scrivere della crisi in Iraq, dopo le polemiche suscitate dal suo post sul blog di Beppe Grillo del 16 agosto scorso, in cui molti avevano letto una sorta di giustificazione al terrorismo. Questa volta sceglie Facebook per commentare la morte di James Foley, il reporter americano ucciso dai miliziani dell'Isis, e scrive che "la violenza indecente, barbara, inaccettabile subita" dal giornalista statunitense è "in parte, figlia della violenza indecente, barbara, inaccettabile subita dai detenuti nel carcere di Abu Ghraib".

Di Battista: "Violenze commesse frutto dell'imperialismo americano"
- Il deputato grillino continua poi in una lunga sequela, secondo cui "le violenze commesse in quella prigione furono senz'altro figlie di quel desiderio di vendetta che molti americani hanno provato dopo l'indecente, barbaro, inaccettabile attentato alle Torri Gemelle quest'ultimo anche figlio dell'indecente, barbaro, inaccettabile imperialismo nordamericano che ha portato milioni di persone a morire di fame. Si potrebbe continuare all'infinito ma serve a qualcosa?".

Di Battista: "Washington ha sbagliato tutto"
- "Dopo l'11 settembre 2001 si è scelta una strada. Si sono inseriti concetti nuovi: "guerra giusta", "bombe intelligenti", "guerra preventiva", "esportazione di democrazia". E' possibile mettere in discussione tutto questo? E' possibile affermare che le orrende violenze commesse in questi giorni dall'Isis siano collegate a quel che è accaduto negli ultimi anni in Medio Oriente? Vi sembra davvero sensato obbedire, ancora una volta, a Washington nonostante non ne abbia fatta una giusta?", si chiede l'esponente Cinque Stelle. Riguardo alle polemiche che lo hanno coinvolto Di Battista parla di "strumentalizzazione becera".

Polemiche bipartisan contro Di Battista - Come in precedenza anche questa volta le parole di Di Battista hanno sollevato polemiche bipartisan, con la deputata di Forza Italia Licia Ronzulli secondo cui "Di Battista non si rende conto che ricopre un ruolo istituzionale, sicuramente immeritato, che lo dovrebbe indurre a maggiore prudenza perché le sue parole hanno un peso e sono gravissime. Se a qualcuno nel Movimento 5 stelle è rimasto del buonsenso, lo usi per convincerlo a tacere". Il deputato del Pd Khalid Chaouki, collega del grillino in commissione Esteri, si dice "incredulo e disgustato dalla profonda ignoranza del collega Alessandro Di Battista rispetto alla natura dell'Isis". "Il mio collega Di Battista - prosegue Chaouki- confonde in modo grave l'esercito di conquista del cosiddetto Califfato islamico con i gruppi di resistenza con cui potrebbe essere legittimo trattare in guerra". "Le prime vittime della follia terroristica dell'Isis - conclude - sono i milioni di musulmani pacifici insieme ai cristiani e altre minoranze minacciate duramente in Iraq e in Siria e vittime in fuga dalle loro case".



Grillo: "Schifezze contro di noi" - Sulle polemiche degli ultimi giorni interviene lo stesso Beppe Grillo con un lungo post nel quale attacca duramente Matteo Renzi e chiede il ritorno alle urne.  "C'è una campagna stampa contro il M5S che è vergognosa - dice il leader del M5S in un videomessaggio -  siamo a favore del terrorismo, dialoghiamo con i terroristi e non con il governo... Queste sono schifezze del nostro ebetino presidente del consiglio". "Si permette anche di dire - continua Grillo riferendosi a Renzi - che noi abbiamo attinenze con il terrorismo: io vedrò se ci sono gli estremi per chiedergli i danni, in nome mio e del popolo italiano". In precedenza l'ex comico sostiene che Renzi "non è stato eletto da nessuno: che vada alle politiche e che si faccia eleggere dal popolo italiano! Vorrei far capire a chi l'ha votato che non ha mantenuto nulla di quello che ha detto: Noi dobbiamo, assolutamente, riprenderci il Paese. Dobbiamo andare a governare noi".

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