Riforme, maratona al Senato. Renzi in Aula giovedì

Politica

Palazzo Madama accelera. Il presidente del Consiglio potrebbe intervenire prima del via libera definitivo. E si dice ottimista su una nuova intesa sulla legge elettorale. Mercoledì incontro con il leader di FI Silvio Berlusconi

Nella lunga partita delle riforme istituzionali il premier Matteo Renzi ha spostato l'attenzione sul capitolo della legge elettorale, dicendosi ottimista sulla possibilità di modificare con il concorso della sua maggioranza e di Forza Italia il testo già approvato dalla Camera prima che approdi in autunno al Senato. Discussione che sarà al centro del colloquio che si terrà mercoledì 6 agosto tra il premier e il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Renzi ottimista su intesa su legge elettorale - Mentre l'aula di Palazzo Madama, esaurito l'ostruzionismo delle opposizioni, prosegue le votazioni sulla legge che ridimensiona il Senato e i poteri delle Regioni - la conclusione di questo primo passaggio parlamentare è prevista per giovedì prossimo 7 agosto (con un giorno di anticipo rispetto al termine fissato al giorno 8) -, Renzi dice ai giornalisti che sulle riforme intende arrivare al traguardo anche a costo di prendere il passo del maratoneta. "Ci vuole la capacità di fare le riforme e io sono ottimista che troveremo un accordo sulla legge elettorale e poi dobbiamo concentrarsi sui problemi veri delle persone" (VIDEO).

Intervento del premier al Senato - E proprio giovedì, quando potrebbe arrivare il primo sì al ddl Boschi, secondo quanto si apprende il presidente del Consiglio potrebbe intervenire in Aula al Senato.

Italicum - Intanto, per venire incontro ai piccoli partiti della sua maggioranza, come Ncd, Renzi avrebbe aperto alla possibilità di rivedere al ribasso le soglie di sbarramento per l'assegnazione dei seggi alla Camera. Secondo il disegno di legge approvato finora solo da Montecitorio, potranno avere deputati i partiti coalizzati che alle elezioni politiche ottengano almeno il 4,5% dei voti. La sbarra si alza all'8% per le liste non coalizzate.
Forza Italia invece chiede di alzare dal 37% al 40% dei voti al primo turno la soglia perché la coalizione vincente ottenga il premio di maggioranza. Il premier ha aperto anche su questo punto ed è probabile che la questione sarà discussa al prossimo faccia a faccia con Berlusconi.

Il Def pubblicato a inizio aprile conteneva una previsione per l'approvazione delle riforme istituzionali, ritenute dal governo un tassello essenziale per rendere più efficiente la politica e quindi il "sistema Italia": fine del 2014 per la legge elettorale e 2015 per la modifica costituzionale del Senato.

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