Berlusconi: "Puntiamo all'election day il 25 maggio"

Politica
Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi

Il Cavaliere riunisce a Roma i coordinatori locali di Forza Italia e auspica il voto anticipato. Poi rilancia: "Spero di essere capolista alle europee". Beppe Grillo torna ad attaccare i giornalisti: "Sono i principali colpevoli dello sfascio dell'Italia"

Silvio Berlusconi rompe il silenzio e torna a parlare dopo giorni trascorsi tra Arcore e Palazzo Grazioli in riunioni fiume sugli assetti di Forza Italia. E l'incontro con i coordinatori regionali freschi di nomina (le ultime caselle saranno riempite la prossima settimana) si trasforma per il Cavaliere nell'occasione per mandare un messaggio chiaro ai suoi, ma soprattutto agli avversari, e cioè l'indisponibilità a stare nell'ombra. Anzi, l'obiettivo, che ha il sapore di una provocazione e di una sfida insieme, sarebbe quello di correre da capolista in tutte le circoscrizioni italiane alle prossime elezioni europee. "Puntiamo all'election day il 25 maggio e vinceremo grazie al lavoro dei coordinatori appena nominati e dai numerosi club che stanno nascendo in tutta Italia, siamo già oltre 6000. Arriveremo a 12.000", è la promessa fatta ai vertici locali con la convinzione che ci siano margini per andare a votare anche alle politiche.

Berlusconi pronto a incontrare Renzi - Ecco perché Berlusconi non ha nessuna intenzione di perdere tempo sfruttando la mano tesa da Matteo Renzi a modificare la legge elettorale. Il Cavaliere si dice pronto ad incontrare il segretario del Pd prima che il testo approdi in Aula: "La nostra preferenza va per lo spagnolo - ricorda - ma dobbiamo trovare il modello che ha maggiore condivisione e che viene fatto più in fretta in modo che si torni alle urne".

Lo scoglio dell’interdizione dai pubblici uffici - L'ex premier guarda al voto ed alla possibilità di giocare ancora una volta in prima linea la campagna elettorale. La convinzione infatti è che la Corte europea accetti i ricorsi presentati sull'applicazione della legge Severino e che gli venga concessa una sospensiva per quanto riguarda l'interdizione dai pubblici uffici dopo la condanna in via definitiva per frode fiscale, lo scoglio da superare per potersi candidare. Berlusconi fa sapere di aver pronto anche un piano B e cioè presentare la sua candidatura per l'Europarlamento in un altro Paese. “Me lo hanno già offerto in Bulgaria, Romania, Malta e forse anche la Spagna, ma io ovviamente vorrei candidarmi in Italia” avrebbe detto secondo quanto riportato dai presenti. Una strada difficile da percorrere anche se il Cavaliere sembra molto convinto: "i miei avvocati mi hanno rassicurato", spiega ai presenti dichiarandosi pronto a combattere un'altra "battaglia di libertà. Voglio vedere riconosciuti i miei diritti di elettorato attivo e passivo perché io sono innocente".

Le nomine e il nodo Toti - Spazio però anche alle questioni più interne al partito. Il Cavaliere ha intenzione di completare nel giro di poco tempo, forse già la prossima settimana le nomine del vertice azzurro compresa quella di Giovanni Toti su cui il malumore è fortissimo. L'argomento non è stato affrontato nell'incontro pomeridiano del 10 gennaio ma nella serata del 9 gennaio a Palazzo Grazioli sì. Al Cavaliere sarebbe stata chiesta cautela visto il mal di pancia che inizia ad emergere in alcune regioni come Piemonte e Campania per la scelta dei coordinatori. L'ex capo del governo avrebbe quindi deciso di evitare di andare allo scontro con l'ingresso ufficiale del direttore del Tg4 in Forza Italia: anche se i suoi fedelissimi sono convinti che ormai la partita sia chiusa. La nomina di Toti infatti rientra, a detta dei fedelissimi, nello schema di rinnovamento a cui il Cavaliere lavora da tempo e che vede i club come protagonisti.

Grillo attacca i giornalisti: "Colpevoli dello sfascio del Paese" - Mentre il Cavaliere serra le fila in Forza Italia ridefinendo gli incarichi a livello locale, Beppe Grillo è di nuovo all'attacco dei giornalisti e di quelli Rai in particolare (VIDEO). Sul suo blog, ha pubblicato un post dal titolo "Telegiornali Rai a servizio dei partiti" accompagnato da un sondaggio su cosa fare contro l'informazione Rai visto che "i giornalisti sono i principali colpevoli dello sfascio dell'Italia, asserviti a un padrone, a un'ideologia o, più prosaicamente, al portafoglio".

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