Secondo il premier la verifica parlamentare dopo l'uscita di FI dalla maggioranza consentirà all'esecutivo di "giocare d'attacco" e delineare una "nuova agenda per il 2014". E sulla data: "Proporrò al capo dello Stato di aspettare l'8 dicembre"
Una nuova fiducia, guai a chiamarla verifica, "per cambiare registro" e "giocare in attacco il
2014" il resto della partita, dopo un primo tempo nel segno di "un catenaccio imposto da un vero e proprio assedio". E, comunque, con l'orgoglio "di non aver subito gol". Enrico Letta sceglie una metafora calcistica per spiegare perché il passaggio parlamentare dopo lo strappo di FI servirà a "rafforzare il governo" e a rilanciare un'agenda 2014 che tenga conto del fatto che la composizione della maggioranza ormai è cambiata.
Con la nuova fiducia allora, dice il presidente del Consiglio da Vilnius, ci sarà "una messa a punto dell'agenda per il 2014, che dovrà essere precisata visto il cambio dei confini della maggioranza con l'uscita di FI e di Berlusconi".
Letta aspetta il Pd, la verifica dopo le primarie - "Dovremo discutere e capire, rispetto a ciò che mettemmo a punto con la fiducia di aprile, su quali punti spingere di piu'", riconosce Letta a proposito del passaggio parlamentare che, anticipa, si terrà comunque dopo le primarie Pd (LO SPECIALE). In quell'agenda, evocata in questi giorni più volte e da più parti, a cominciare da Renzi, "sicuramente ci saranno le riforme istituzionali e costituzionali e nego che qui si sia fatto poco. Sono stati fatti - rivendica Letta - passi in avanti ma cambiare la Costituzione è complesso vista la rigidità del sistema istituzionale italiano". Dunque quello delle riforme "è un capitolo sul quale spingeremo, come sulle riforme economiche che, approvata la legge di Stabilità, saranno nell'agenda 2014 in applicazione della legge di Stabilità stessa e - anticipa - dei nuovi obiettivi di cui parlerò con i partner della maggioranza".
La maggioranza giocherà d'attacco - Dunque "ci sono le condizioni perché il 2014 sia l'anno delle riforme". Per questo, il prossimo "sarà un anno bello e impegnativo. Per chi ama la politica sara' la riscossa della bella politica, in cui il nostro paese tornerà protagonista in Europa". Comunque, bando ai politicismi su 'verifica' e dimissioni, "conta la sostanza - sottolinea il presidente del Consiglio - e cioè che chiederemo al Parlamento una nuova fiducia e certificheremo i numeri già evidenziati al Senato con la legge di Stabilità che segna già un perimetro di maggioranza". Dal vertice in Lituania Letta non si sottrae alle domande sulle questioni italiane e rivendica a governo e sistema Paese che "il primo tempo è andato bene, nonostante un continuo assedio su tanti fronti, e in cui comunque non abbiamo preso gol".
"Oggi - rilancia - si può passare a giocare all'attacco e abbiamo le carte in regola per vincere". Quanto alla squadra con la quale giocare, Letta chiarisce che, verifica o meno, quella del Consiglio dei ministri "funziona e voglio continuare a lavorare con quella". I ministri ex Pdl, dunque, restano al posto loro. Altro discorso vale per viceministri e sottosegretari FI le cui dimissioni "stanno arrivando con il contagocce. Non c'è una valanga...".
Così, prosegue giocando sulle corde dell'ironia, solo quando, tornato a Roma, potrà controllare "sulla posta elettronica le lettere di dimissioni che sono arrivate", in base a queste "decideremo le sostituzioni necessarie", conferma Letta. E allora, lunedì al Quirinale "verificheremo insieme a Napolitano i diversi passaggi", e questo vale come risposta a chi chiede a Letta se affronterà da presidente dimissionario il percorso verso la nuova fiducia.
2014" il resto della partita, dopo un primo tempo nel segno di "un catenaccio imposto da un vero e proprio assedio". E, comunque, con l'orgoglio "di non aver subito gol". Enrico Letta sceglie una metafora calcistica per spiegare perché il passaggio parlamentare dopo lo strappo di FI servirà a "rafforzare il governo" e a rilanciare un'agenda 2014 che tenga conto del fatto che la composizione della maggioranza ormai è cambiata.
Con la nuova fiducia allora, dice il presidente del Consiglio da Vilnius, ci sarà "una messa a punto dell'agenda per il 2014, che dovrà essere precisata visto il cambio dei confini della maggioranza con l'uscita di FI e di Berlusconi".
Letta aspetta il Pd, la verifica dopo le primarie - "Dovremo discutere e capire, rispetto a ciò che mettemmo a punto con la fiducia di aprile, su quali punti spingere di piu'", riconosce Letta a proposito del passaggio parlamentare che, anticipa, si terrà comunque dopo le primarie Pd (LO SPECIALE). In quell'agenda, evocata in questi giorni più volte e da più parti, a cominciare da Renzi, "sicuramente ci saranno le riforme istituzionali e costituzionali e nego che qui si sia fatto poco. Sono stati fatti - rivendica Letta - passi in avanti ma cambiare la Costituzione è complesso vista la rigidità del sistema istituzionale italiano". Dunque quello delle riforme "è un capitolo sul quale spingeremo, come sulle riforme economiche che, approvata la legge di Stabilità, saranno nell'agenda 2014 in applicazione della legge di Stabilità stessa e - anticipa - dei nuovi obiettivi di cui parlerò con i partner della maggioranza".
La maggioranza giocherà d'attacco - Dunque "ci sono le condizioni perché il 2014 sia l'anno delle riforme". Per questo, il prossimo "sarà un anno bello e impegnativo. Per chi ama la politica sara' la riscossa della bella politica, in cui il nostro paese tornerà protagonista in Europa". Comunque, bando ai politicismi su 'verifica' e dimissioni, "conta la sostanza - sottolinea il presidente del Consiglio - e cioè che chiederemo al Parlamento una nuova fiducia e certificheremo i numeri già evidenziati al Senato con la legge di Stabilità che segna già un perimetro di maggioranza". Dal vertice in Lituania Letta non si sottrae alle domande sulle questioni italiane e rivendica a governo e sistema Paese che "il primo tempo è andato bene, nonostante un continuo assedio su tanti fronti, e in cui comunque non abbiamo preso gol".
"Oggi - rilancia - si può passare a giocare all'attacco e abbiamo le carte in regola per vincere". Quanto alla squadra con la quale giocare, Letta chiarisce che, verifica o meno, quella del Consiglio dei ministri "funziona e voglio continuare a lavorare con quella". I ministri ex Pdl, dunque, restano al posto loro. Altro discorso vale per viceministri e sottosegretari FI le cui dimissioni "stanno arrivando con il contagocce. Non c'è una valanga...".
Così, prosegue giocando sulle corde dell'ironia, solo quando, tornato a Roma, potrà controllare "sulla posta elettronica le lettere di dimissioni che sono arrivate", in base a queste "decideremo le sostituzioni necessarie", conferma Letta. E allora, lunedì al Quirinale "verificheremo insieme a Napolitano i diversi passaggi", e questo vale come risposta a chi chiede a Letta se affronterà da presidente dimissionario il percorso verso la nuova fiducia.