Il ministro in Senato dopo le polemiche per il suo intervento in favore di Giulia: "Se d'intralcio pronta a dimettermi". Si rammarica per una telefonata con Fragni. M5S, Sel e Lega: "Dimissioni". La maggioranza: "Continui". LA CRONACA DELLA GIORNATA
Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha respinto nell'aula del Senato e della Camera l'accusa di avere interferito con la magistratura per ottenere la scarcerazione di Giulia Ligresti, sostenendo di non essere mai stata ricattabile da Parte della famiglia del patron di Fonsai, ma di avere avuto invece solo parole di comprensione verso un caso di sofferenza in carcere (FOTO - VIDEO).
Ha ribadito infine di non voler fare il ministro dimezzato e quindi di essere pronta alle dimissioni se "percepisse" la perdita di fiducia del parlamento.
"Non ho mai sollecitato nei confronti degli organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e mai indotto altri ad agire in tal senso", ha detto in Senato (L'INTERVENTO INTEGRALE).
La Cancellieri nega che Giulia Ligresti abbia avuto un trattamento privilegiato e il suo passaggio ai domiciliari in agosto è avvenuto esclusivamente in base alle sue condizioni di salute e alla richiesta di patteggiamento, come confermato dalla magistratura titolare dell'indagine.
"Mai mia carriera influenzata da Ligresti" - Quanto ai rapporti con la famiglia Ligresti, l'ex prefetto ed ex ministro dell'Interno sostiene di essere stata "amica solo di Antonino Ligresti (fratello di Salvatore) per ragioni estranee alla mia vita professionale; mai la mia carriera è stata influenzata da tale frequentazione, mai ho contratto un debito di riconoscenza cui non avrei potuto sottrarmi".
Il rammarico per la telefonata - L'unica nota di autocritica la Cancellieri la riserva per la telefonata del 17 luglio, il giorno dell'arresto, con Gabriella Fragni, la cui intercettazione è agli atti dell'inchiesta. In quella conversazione il ministro esprimeva la sua vicinanza, dicendo che "qualsiasi cosa io possa fare conta su di me". "Erano espressioni finalizzate a creare empatia verso una persona prostrata. Mi rendo conto che qualche espressione possa avere ingenerato dubbi, mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere sentimenti sul distacco che il mio ruolo di ministro mi dovevano imporre", ha detto in aula.
"Mio figlio indebitamente coinvolto" - Nella vicenda Ligresti, per Cancellieri, "mio figlio è stato indebitamente" coinvolto. Il ministro ha ricordato che il figlio è entrato in Fonsai nel maggio 2011 "ed in quel periodo avevo cessato dalle funzioni di commissario straordinario di Bologna ed ero una tranquilla signora che mai avrebbe pensato di diventare ministro".
Sel e Lega chiedono le dimissioni - La vicenda che ha investito il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri è "l'ennesima riprova che il Paese è stato consegnato nelle mani dei poteri forti", anche attraverso la nomina di Cancellieri a "ministro d'emergenza", è stato il commento del capogruppo della Lega al Senato Massimo Bitonci, nell'aula di Palazzo Madama. "L'intervento del ministro non ci ha convinto e perciò la invitiamo alle dimissioni". Stessa indicazione, ma con spiegazioni diverse, da parte del Movimento 5 stelle e Sel, che giudica quello di Cancellieri un intervento "dall'alto".
Pdl e Pd: "No a passo indietro" - Di diverso avviso il Pdl e il Pd. "Noi non chiederemo le sue dimissioni e la inviteremo a continuare nel suo impegno", dice Renato Schifani, presidente dei senatori del Popolo della libertà. Concetti ribaditi anche dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta, che ha tracciato un paragone con la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi. "Cancellieri continui a lavorare per l'emergenza carceri", hanno spiegato invece il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda e quello alla Camera Roberto Speranza.
La cronaca della giornata:
Ha ribadito infine di non voler fare il ministro dimezzato e quindi di essere pronta alle dimissioni se "percepisse" la perdita di fiducia del parlamento.
"Non ho mai sollecitato nei confronti degli organi competenti la scarcerazione di Giulia Ligresti e mai indotto altri ad agire in tal senso", ha detto in Senato (L'INTERVENTO INTEGRALE).
La Cancellieri nega che Giulia Ligresti abbia avuto un trattamento privilegiato e il suo passaggio ai domiciliari in agosto è avvenuto esclusivamente in base alle sue condizioni di salute e alla richiesta di patteggiamento, come confermato dalla magistratura titolare dell'indagine.
"Mai mia carriera influenzata da Ligresti" - Quanto ai rapporti con la famiglia Ligresti, l'ex prefetto ed ex ministro dell'Interno sostiene di essere stata "amica solo di Antonino Ligresti (fratello di Salvatore) per ragioni estranee alla mia vita professionale; mai la mia carriera è stata influenzata da tale frequentazione, mai ho contratto un debito di riconoscenza cui non avrei potuto sottrarmi".
Il rammarico per la telefonata - L'unica nota di autocritica la Cancellieri la riserva per la telefonata del 17 luglio, il giorno dell'arresto, con Gabriella Fragni, la cui intercettazione è agli atti dell'inchiesta. In quella conversazione il ministro esprimeva la sua vicinanza, dicendo che "qualsiasi cosa io possa fare conta su di me". "Erano espressioni finalizzate a creare empatia verso una persona prostrata. Mi rendo conto che qualche espressione possa avere ingenerato dubbi, mi dispiace e mi rammarico di avere fatto prevalere sentimenti sul distacco che il mio ruolo di ministro mi dovevano imporre", ha detto in aula.
"Mio figlio indebitamente coinvolto" - Nella vicenda Ligresti, per Cancellieri, "mio figlio è stato indebitamente" coinvolto. Il ministro ha ricordato che il figlio è entrato in Fonsai nel maggio 2011 "ed in quel periodo avevo cessato dalle funzioni di commissario straordinario di Bologna ed ero una tranquilla signora che mai avrebbe pensato di diventare ministro".
Sel e Lega chiedono le dimissioni - La vicenda che ha investito il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri è "l'ennesima riprova che il Paese è stato consegnato nelle mani dei poteri forti", anche attraverso la nomina di Cancellieri a "ministro d'emergenza", è stato il commento del capogruppo della Lega al Senato Massimo Bitonci, nell'aula di Palazzo Madama. "L'intervento del ministro non ci ha convinto e perciò la invitiamo alle dimissioni". Stessa indicazione, ma con spiegazioni diverse, da parte del Movimento 5 stelle e Sel, che giudica quello di Cancellieri un intervento "dall'alto".
Pdl e Pd: "No a passo indietro" - Di diverso avviso il Pdl e il Pd. "Noi non chiederemo le sue dimissioni e la inviteremo a continuare nel suo impegno", dice Renato Schifani, presidente dei senatori del Popolo della libertà. Concetti ribaditi anche dal capogruppo alla Camera Renato Brunetta, che ha tracciato un paragone con la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi. "Cancellieri continui a lavorare per l'emergenza carceri", hanno spiegato invece il capogruppo democratico al Senato Luigi Zanda e quello alla Camera Roberto Speranza.
La cronaca della giornata: