Strage di Ustica, Napolitano: "Basta opacità e ombre"
PoliticaIl capo dello Stato scrive all'Associazione parenti delle 81 vittime e chiede di "accertare responsabilità nazionali ed internazionali". Secondo l'Ansa l'avvocatura dello Stato starebbe valutando il ricorso per la revoca dei risarcimenti
"La costante dedizione con cui l'Associazione da lei presieduta coltiva la memoria di quella tragica notte e delle innocenti vittime del disastro richiama il dovere di tutte le istituzioni di sostenere le indagini tuttora in corso per accertare responsabilità - nazionali ed internazionali - rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre". Questo il messaggio inviato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Presidente dell'Associazione parenti delle vittime della strage di Ustica, Daria Bonfietti.
"Nella ricorrenza del trentatreesimo anniversario del disastro di Ustica desidero far giungere a lei, gentile presidente, e ai famigliari delle ottantuno vittime il mio solidale e commosso pensiero" continua il capo dello Stato che poi richiama istituzioni e cittadini a onorare "i principi di verità e giustizia".
Intanto nel giorno dell'anniversario l'Ansa ha reso noto che l'avvocatura dello Stato starebbe valutando l'ipotesi di presentare un ricorso per cancellare la sentenza della Cassazione con la quale è stato dato il via libera definitivo al risarcimento, per 1,2 milioni di euro ciascuno, ai familiari di tre vittime della strage di Ustica. Alla base del ricorso il fatto che - secondo l'Avvocatura - la sentenza si fonderebbe su circostanze oggettive errate. La revocazione della sentenza, se dichiarata, comporterebbe un nuovo giudizio davanti alla Suprema Corte.
27 giugno 1980 - Il 27 giugno 1980 un Dc9 dell'Itavia si inabissò nelle acque davanti all'isola siciliana di Ustica con 81 persone a bordo. Nell'ultima sentenza sul caso - segnato in questi anni da controversie e depistaggi - la Cassazione ha affermato nel gennaio scorso che l'aereo precipitò perché abbattuto in seguito ad uno scontro tra jet militari. La Suprema corte ha così confermato una sentenza civile, emessa del tribunale di Palermo nel 2011, che condannava lo stato al pagamento di oltre 100 milioni di euro ai familiari delle vittime per non aver garantito la sicurezza del volo.
In precedenza, l'unico procedimento giudiziario conclusosi con sentenza definitiva in Italia sul caso era quello che aveva visto assolti due generali dell'Aeronautica accusati di aver compiuto depistaggi sulla vicenda.
"Nella ricorrenza del trentatreesimo anniversario del disastro di Ustica desidero far giungere a lei, gentile presidente, e ai famigliari delle ottantuno vittime il mio solidale e commosso pensiero" continua il capo dello Stato che poi richiama istituzioni e cittadini a onorare "i principi di verità e giustizia".
Intanto nel giorno dell'anniversario l'Ansa ha reso noto che l'avvocatura dello Stato starebbe valutando l'ipotesi di presentare un ricorso per cancellare la sentenza della Cassazione con la quale è stato dato il via libera definitivo al risarcimento, per 1,2 milioni di euro ciascuno, ai familiari di tre vittime della strage di Ustica. Alla base del ricorso il fatto che - secondo l'Avvocatura - la sentenza si fonderebbe su circostanze oggettive errate. La revocazione della sentenza, se dichiarata, comporterebbe un nuovo giudizio davanti alla Suprema Corte.
27 giugno 1980 - Il 27 giugno 1980 un Dc9 dell'Itavia si inabissò nelle acque davanti all'isola siciliana di Ustica con 81 persone a bordo. Nell'ultima sentenza sul caso - segnato in questi anni da controversie e depistaggi - la Cassazione ha affermato nel gennaio scorso che l'aereo precipitò perché abbattuto in seguito ad uno scontro tra jet militari. La Suprema corte ha così confermato una sentenza civile, emessa del tribunale di Palermo nel 2011, che condannava lo stato al pagamento di oltre 100 milioni di euro ai familiari delle vittime per non aver garantito la sicurezza del volo.
In precedenza, l'unico procedimento giudiziario conclusosi con sentenza definitiva in Italia sul caso era quello che aveva visto assolti due generali dell'Aeronautica accusati di aver compiuto depistaggi sulla vicenda.