Cgil in piazza, Camusso: "La legge di stabilità va cambiata"

Politica

Alla manifestazione in difesa del lavoro, il segretario generale chiede che le risorse destinate alla produttività vadano a "defiscalizzare l'assunzione a tempo indeterminato" e denuncia "l'iniquità" del ddl del governo. Monti: "Tra pochi mesi la ripresa"

La Cgil è tornata in Piazza San Giovanni dopo due anni per difendere il lavoro e per contrastare "la politica di austerità", che, denuncia il segretario generale Susanna Camusso "ha fallito" e si è resa "colpevole" dell'attuale situazione del Paese. Per rilanciare l'economia Camusso suggerisce di spostare sul lavoro dei giovani i soldi previsti per la produttività così da "defiscalizzare l'assunzione a tempo indeterminato".

E la Cgil non manca di dare un altro appuntamento alla piazza: Camusso chiude il suo discorso dal palco assicurando la partecipazione dell'Italia alla manifestazione, indetta dal sindacato europeo, per mercoledì 14 novembre: "Non ci rassegniamo, questo Paese va cambiato". Manca quindi poco meno di un mese alla prossima iniziativa, a cui la Cgil si augura partecipino anche Cisl e Uil. Intanto, però, bisogna pensate alla legge di stabilità, che secondo Camusso necessita di "profondi modifiche", non di qualche correzione, per ridurre "l'iniquità". Gli attacchi della Cgil, proprio nel giorno in cui il premier Monti assicura che "in pochi mesi" emergeranno "chiari segni di ripresa".

La giornata a piazza San Giovanni è stata lunga, l'iniziativa organizzata dalla Cgil per riunire le centinaia di vertenze ha, infatti, rappresentato una novità: si è trattato di una non stop con lo slogan 'Il lavoro prima di tutto'. Sulla piazza, che si è così riempita pian piano (la linea del sindacato è di non dare numeri), hanno campeggiato sin dal mattino 30 stand regionali e di categoria. Mentre sul palco si alternavano alla musica di Eugenio Finardi, La Casa del Vento, Enzo Avitabile, le volti e i voci della crisi, ovvero le testimonianze di lavoratori a rischio.

Camusso prima ha passeggiato tra gli stand, seguendo dal palco le note di 'Bella ciao' e poi ha preso la parola per dire ad alta voce che "Il Paese non si salva se non si salva il lavoro", che le aziende in crisi pagano "una politica sbagliata" fatta di finanza e non di investimenti. Al Governo la leder della Cgil riserva parole dure, sottolineando che l'Italia non "aveva bisogno di professori" per ritrovarsi in una "situazione disastrata", su cui pesano mezzo milione di cassaintegrati e un altro mezzo milione di posti persi in tre anni. Infatti per Camusso "passando di spending review in spending review non si mettono a posto i conti dello Stato ma si fanno licenziamenti di massa". Dal palco non viene mai pronunciata la parola 'sciopero', sollecitato dal segretario generale della Fiom Maurizio Landini, che a SkyTG24 dice: "Il governo non ha una politica industriale" (guarda il video). E ai cronisti che hanno fatto notare come la manifestazione del 14 novembre cada di mercoledì, ovvero di giorno lavorativo, Camusso ha risposto che la forma di partecipazione all'iniziativa del sindacato europeo non è stata ancora decisa, "ne discuteremo con Cisl e Uil”.

Alla Cgil è arrivato il sostegno del segretario del Pd Pier Luigi Bersani ("la Cgil ha buone ragioni per scendere in piazza"), del leader dell'Idv, Antonio Di Pietro e di Nichi Vendola (Sel). Il ministro del lavoro, Elsa Fornero, ha espresso rispetto: “Rispetto tutte le opinioni. Ho rispetto per la manifestazione dei lavoratori. Lavoratori e sindacati, tutti coloro che vogliono parlare sanno che non mi sono mai tirata indietro. Il lavoro è la mia prima preoccupazione". Mentre il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, in mattinata aveva detto di non essersi accordo della manifestazione, per poi puntualizzare: "Rispetto chiunque manifesti le proprie opinioni".

Politica: I più letti

[an error occurred while processing this directive]