Laziogate, Fiorito (Pdl): mai accusato la Polverini

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L'ex capogruppo del popolo delle libertà a SkyTG24: "Non esiste alcun sistema". Scontro con il dimissionario Battistoni sull'autenticità del dossier. Il presidente della Regione, con l'appoggio del partito, resiste: venerdì 21 voto decisivo in Regione

Renata Polverini resiste, almeno fino a venerdì 21. La governatrice del Lazio, sull'orlo delle dimissioni ormai da giorni, da quando cioè è scoppiato il caso Fiorito, attende il voto sui tagli in Consiglio. E incassa l'appoggio incondizionato del Pdl, allo stremo ma compatto, dopo che via dell'Umiltà costringe il capogruppo Francesco Battistoni, dalla cui denuncia è originata l'inchiesta fondi Pdl, a dimettersi. Franco Fiorito, indagato per peculato, a SkyTG24 smentisce di aver tirato in ballo Renata Polverini sulla gestione del denaro del Consiglio. E assicura: "Non esiste alcun sistema. Ho rendicontato tutto". Fiorito accusa anche Battistoni di aver costruito un dossier falso. Un affondo a cui replica il legale dell'esponente Pdl: "E' autentico, è tutto riscontrabile".

Venerdì 21, giornata decisiva per Renata Polverini -
Il presidente della Regione: "Venerdì 21 si riunisce il Consiglio, poi si vedrà", dice a chi le chiede delle dimissioni. L'ipotesi che circola è che potrebbe attendere che la Pisana approvi i sospirati e ormai improrogabili tagli e poi rassegni le dimissioni. "Io ho dato una scadenza domani - dice in tv, a Piazzapulita su La7 - che è di portare a casa un primo pacchetto di provvedimenti. Domani c'è‚ l'ultimo atto". Sui fondi, la governatrice ammette: "Non sapevo come venivano ripartiti, e non sono tenuta a saperlo". E su Fiorito: "Non ho capito chi fosse, l'ho conosciuto in campagna elettorale".
"Io sono una persona onesta, non ho mai rubato nulla e non sono disposta a pagare le colpe degli altri. Il Pdl ci ha messo nei guai con persone poco perbene", tuona il governatore cercando di cancellare l'immagine da "basso impero" delle foto del toga party del consigliere De Romanis, chiosa: "ne ero sconcertata". E aggiunge: "Berlusconi mi ha detto 'tu non c'entri niente con questa cosa, devi andare avanti'. Non mi ha detto di non dimettermi perché altrimenti sarebbe crollato il Pdl. Era molto preoccupato, certo, perché questa è una Regione importante".

Le dimissioni di Battistoni -
Intanto nel Pdl cadono le prime teste. Quella di Battistoni, che ad Alfano presenta dimissioni "irrevocabili". Ora nell'operazione pulizia, al posto dell'ex azzurro di Viterbo, sono in lizza Antonio Cicchetti (in vantaggio, pare) e la giovanissima Chiara Colosimo, entrambi ex An. Dovranno occupare una poltrona incandescente, da giorni al centro delle indagini della Procura che sta passando al setaccio tutti i movimenti di Franco Fiorito, sentito per sette ore dai magistrati.

Pm: gestione dei finanziamenti fuori controllo -
Giovedì 20 gli uomini della Guardia di Finanza, che stanno estendendo le indagini a tutti i gruppi consiliari e non solo al Pdl, sono tornati alla Pisana per ascoltare i funzionari ed esaminare punto per punto il regolamento. Le Fiamme Gialle hanno cercato riscontri anche delle accuse mosse dallo stesso Fiorito che nell'interrogatorio di mercoledì 19 ha spiegato meticolosamente il funzionamento dei fondi alla Pisana, un "sistema" che valeva attorno ai 17 milioni di euro l'anno. Ma per gli inquirenti la gestione dei fondi che finiva nelle casse dei gruppi consiliari, era "senza controllo", "spesso caotica", e con violazioni di legge.

Pdl, La Destra, Udc: fiducia a Renata Polverini -
Dopo i tagli già approvati dall'ufficio di presidenza, il Consiglio venerdì 21 dovrà votare la soppressione delle tre commissioni speciali e il dimezzamento di quelle ordinarie, ma non ancora la riduzione dei consiglieri e assessori. Un altro passo per cercare di raggiungere i 20 milioni in meno previsti entro il 2012. Il "pacchetto-Polverini", pochi hanno dubbi, dovrebbe essere approvato senza scossoni. Così come difficilmente farà breccia la sfiducia dell'opposizione. A provarlo, in serata, la raffica di comunicati e commenti da parte di tutte le correnti Pdl (ma anche La Destra e Udc) che ribadiscono la piena fiducia a Polverini. Un partito però ormai provatissimo che tenta di ricompattarsi attorno alla presidente. Lei però, piuttosto che navigare a vista per altri due anni, potrebbe un attimo dopo l'approvazione dei tagli lasciare la poltrona e dimettersi: "Di questa classe politica ne faccio parte - ha del resto detto ancora - ma ne voglio uscire bene".

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