Sanità Lombardia, Formigoni: "Per me niente regalie"

Politica

Pierluigi Daccò, in carcere e indagato per i fondi neri del San Raffaele e della Fondazione Maugeri, avrebbe comprato a sue spese biglietti aerei per il governatore. Il presidente della Regione Lombardia però ribatte: erano vacanze di gruppo

Erano vacanze di gruppo, come ne fanno tanti italiani, quelle di Roberto Formigoni con Pierluigi Daccò, l'uomo d'affari in carcere da novembre per l'inchiesta sul San Raffaele e da venerdì 13 destinatario di un altro ordine di custodia cautelare, questa volta per le indagini sulla Fondazione Maugeri. "Nessun problema, nessuna irregolarità, ma soprattutto nessuna regalia: non ho mai ricevuto neppure un euro da nessuno" ha tagliato corto davanti ai giornalisti il presidente della Regione Lombardia dopo aver letto il Corriere della Sera che ha tirato fuori i verbali dell'interrogatorio di Giancarlo Grenci, il fiduciario svizzero di Daccò che ai magistrati, documenti alla mano, ha parlato dei viaggi che a Formigoni, a suo fratello e a un suo collaboratore sarebbero stati pagati proprio dallo stesso Daccò.

"Dov'è il problema?" ha detto il governatore precisando di conoscere "il signor Daccò da 30 anni" ma di essere solito "fare vacanze di gruppo, come tutti gli italiani", occasione in cui al ritorno "si fanno i conti" di quanto speso durante il soggiorno. E "nel gruppone - ha proseguito - c'era anche lui (Daccò, ndr) ma è ovvio che ciascuno fa il suo mestiere, le persone sono libere e indipendenti" "Quello che è grave - ha quindi allargato il discorso - è la speculazione politica, il fango, l'attacco mediatico contro Roberto Formigoni e la Regione Lombardia, da cui mi difenderò" (guarda il video in alto). Secondo il governatore, infatti, il "nostro buon governo dà fastidio a molti e in questo momento di crisi della politica a livello nazionale evidentemente c'è chi ha interesse a indebolire e denigrare l'amministrazione italiana più forte dopo il governo".

Intanto fonti della Procura hanno fatto sapere che Formigoni non è indagato per l'inchiesta con al centro la Fondazione Maugeri. "Non è implicato nessuno della Regione Lombardia - ha detto Formigoni il governatore ai giornalisti -. Sono implicate due aziende private e due privati cittadini che ci tirano in ballo in maniera del tutto ingiustificata: da quel che leggo tendono ad usarmi come paravento e tutelerò la mia onorabilita"'. Quindi ha invitato chi accusa a "raccontare le cose come stanno senza farsi scudo" con il suo nome. "Non è stato è stato sottratto un euro di denaro pubblico - ha ripetuto per l'ennesima volta - e quindi non si può parlare di scandalo della sanità lombarda".

Nella stessa giornata Formigoni deve fare i conti con due defezioni in Giunta. Travolta dallo scandalo della Lega, si è dimessa l'assessore allo Sport, Monica Rizzi. A lasciare il suo incarico è stato anche Stefano Maullu, assessore al Commercio. Le sue dimissioni sarebbero dovute al bisogno di far entrare in giunta un'altra donna, anche se c'è chi ci vede anche un "regolamento di conti" con l'ala del Pdl vicina all'ex coordinatore regionale Guido Podestà.

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