Alfano: "Il governo non può essere prigioniero della Cgil"

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Il leader del Pdl replica a Bersani: "Il Paese rischia di rimanere imprigionato dai veti della Fiom". E aggiunge: "Gli imprenditori non godono a licenziare". Passera su eventuali modifiche al testo: "Il parlamento è sovrano"

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Dopo la decisa presa di posizione del segretario del Pd Bersani a Porta a porta ("Correggeremo la riforma del lavoro in Parlamento, Monti non può dirci prendere o lasciare"), arriva la replica del leader del Pdl Alfano. Il Pdl, fa sapere Alfano, dai microfoni di Radio Anch’io, ritiene "assolutamente inaccettabile" che "il governo rischi di rimanere imprigionato nei veti della Fiom e della Camusso sull'art. 18".

“Nelle ultime 48 ore Bersani ha insistito più sulle cose che non vanno che su quelle che vanno - dice Alfano - anche per noi si tratta di un compromesso, ma per fare esattamente le cose che si desiderano, bisogna vincere le elezioni".  "Se Bersani - avverte Alfano - vuole la riforma della Camusso e della Fiom deve vincere le elezioni, farla e poi andare in giro per  spiegarla. Se la Fiom condiziona la Cgil, la Cgil condiziona il Pd e il Pd condiziona il governo e dunque il Paese. Ma così il Paese rischia di rimanere imprigionato dai veti della Fiom e questo sarebbe inaccettabile".
Per Alfano infatti "la riforma del lavoro è la più importante tra tutte le riforme di cui si sta occupando il governo" e "va assolutamente cambiato il sistema delle regole che governa il mercato del lavoro". 

Infine, il leader del Pdl tiene a smentire quello che definisce un "pregiudizio del Pd" nei confronti degli imprenditori: "non godono nel licenziare".  "Sull'art. 18 - chiarisce Alfano - è bene dire che lo scopo complessivo non e' licenziare di piu' ma assumere meglio".

"Bisogna rispettare il Pd e il suo travaglio interno" dice invece, sempre all'interno della maggioranza, il leader dell'Udc Casini.
Intanto sulle eventuali modifiche alla riforma in Parlamento, è possibilista il ministro dello Sviluppo economico Passera: "Ci sarà una proposta del governo, poi il Parlamento è sovrano su tutto".

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