E' ufficialmente aperta, nel capoluogo siciliano, la partita dell'elezione del sindaco. Il Pdl cerca un candidato e corteggia l'Udc. Primarie a febbraio per Pd e Sel, con l'Idv recalcitrante. E i centristi propongono un governo di salute pubblica
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Palermo, il sindaco Diego Cammarata si è dimesso
di Serenella Mattera
L’era Cammarata è ufficialmente chiusa. Dopo dieci anni, il sindaco di centrodestra della città di Palermo depone la fascia. Con qualche mese di anticipo rispetto alle elezioni previste in primavera. E proprio nel giorno in cui il Sole 24 ore lo consacra come primo cittadino meno amato d’Italia, con un magro 38% di consensi da parte dei palermitani.
Diego Cammarata, sindaco del Pdl, è scosso da scandali e polemiche: “Non vuole affrontare l’enorme buco di bilancio creato con la sua amministrazione fallimentare”, lo accusa Rita Borsellino. Ma si dimette prima del tempo, spiegano gli osservatori, anche per lasciare ‘decantare’ l’atmosfera prima del voto e permettere a un centrodestra fiaccato di riprendere slancio, in vista della sfida delle urne. E così mentre ancora si fa un bilancio della stagione di Cammarata (definito da Raffaele Lombardo “il peggior sindaco della storia di Palermo” e difeso dal Pdl), il pensiero di tutti i partiti è rivolto alle liste elettorali.
Nel prossimo mese verranno definiti nomi e alleanze. Ma i giochi sono iniziati da tempo e tenere il conto dei candidati alla poltrona di primo cittadino appare già impresa ardua.
Il centrodestra – Il Popolo della libertà non ha ancora un candidato alla successione a Cammarata. E si può presumere che non lo avrà fino a quando non saranno definite le alleanze. Perché Angelino Alfano e i dirigenti sul territorio sembrano puntare a una coalizione con l’Udc. Obiettivo non così irraggiungibile, da quando i centristi in Regione hanno lasciato la giunta del governatore Lombardo.
Ma mentre corteggia l’Udc, il partito di Berlusconi rischia di perdere qualche pezzetto della sua galassia. L’Adc di Francesco Pionati ha infatti annunciato a dicembre un proprio candidato sindaco: Giuseppe Mauro, 37 anni, ex consigliere provinciale udc. Mentre gli esponenti locali di Grande Sud hanno deciso di “andar da soli” alle amministrative, lasciando la scelta finale al loro leader Gianfranco Micciché. E circolano voci di una possibile iniziativa autonoma del senatore (ex Pdl) Carlo Vizzini con i socialisti.
Intanto, non mancano nomi di ‘papabili’ pidiellini per la carica di sindaco, dal presidente dell’Ars Francesco Cascio (“Bedda matri” – Oh mio dio – risponde a chi lo interpella sull’ipotesi), al deputato regionale e recordman di consensi elettorali Francesco Scoma, alla senatrice Simona Vicari. Ma il più accreditato appare al momento un ‘tecnico’: Roberto Lagalla, rettore dell’università di Palermo.
Il centrosinistra – Non poco travaglio ha segnato finora il cammino del Pd verso la scelta del suo aspirante sindaco di Palermo. Divisi tra i fautori del sostegno in regione a Lombardo e chi invece vi si oppone, i democrat avevano in un primo momento fissato per il 12 febbraio un referendum tra gli iscritti siciliani per decidere dell'alleanza. Poi hanno sgombrato il campo da un appuntamento potenzialmente dilaniante e hanno stabilito, d’accordo con Sel, che a febbraio, il 26, si tengano solo le primarie per la scelta del candidato del centrosinistra per Palermo.
Nome di punta è Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo e già sfidante di Totò Cuffaro alla Regione nel 2006. Alle primarie affronterà almeno tre avversari: il giovane ‘renziano’ Davide Faraone (da tempo in campagna elettorale con lo slogan ‘Prima Palermo!’ e l’autodefinizione di sindaco ‘di nuova generazione’), il consigliere comunale del Pd Ninni Terminelli e Antonella Monastra, consigliere comunale del gruppo ‘Un’altra storia’ (la lista di Borsellino alle regionali).
Il nodo per il centrosinistra è però adesso quello dell’Idv. Il partito di Antonio Di Pietro ha infatti indicato come proprio candidato Leoluca Orlando. Il portavoce ed ex sindaco di Palermo (predecessore di Cammarata) è stato preferito al capogruppo in consiglio comunale Fabrizio Ferrandelli, esponente dell’ala movimentista del partito che, dopo essere stato messo alla porta dall’Idv, ha deciso comunque di presentarsi alle elezioni da aspirante sindaco.
Orlando ha annunciato l’intenzione di una corsa solitaria, come l'anno scorso a Napoli, in disaccordo con ogni potenziale alleanza del Pd con il Terzo polo di Lombardo e Casini. Ma Borsellino gli ha chiesto di ripensarci e partecipare alle primarie. Risultato: l’Idv apre adesso uno spiraglio, ma chiede di “escludere espressamente accordi elettorali, anche al ballottaggio, con l’Mpa e il Terzo polo”. Accetterà il Pd una condizione del genere?
Il Terzo polo – Il responsabile regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia ha detto di recente che l’alleanza terzopolista (Udc-Fli-Api-Mpa) in Sicilia non è “mai nata”. E in effetti l’uscita dei centristi dalla giunta del leader Mpa Lombardo, sembra diminuire le possibilità che il Terzo polo presenti un proprio candidato a Palermo. Anche se in questa direzione spinge Fli, che vuole scongiurare un’alleanza Pdl-Udc.
Da parte sua Lombardo ha annunciato l'indicazione a breve di un candidato dell’Mpa. Ma è l'Udc, nel giorno delle dimissioni di Cammarata, a rilanciare. E con D'Alia propone “un governo di ‘salute pubblica’, che sia in grado di restituire a Palermo il ruolo che le compete”.
Gli altri candidati – Ma non è finita. Perché oltre a quelli dei grandi partiti, sono già in campo altri candidati. Due, per ora. Riccardo Nuti, portavoce del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo nel capoluogo siciliano, scelto a ottobre, con le primarie. E Antonio Pappalardo, che si presenta con la lista del Melograno mediterraneo.
Palermo, il sindaco Diego Cammarata si è dimesso
di Serenella Mattera
L’era Cammarata è ufficialmente chiusa. Dopo dieci anni, il sindaco di centrodestra della città di Palermo depone la fascia. Con qualche mese di anticipo rispetto alle elezioni previste in primavera. E proprio nel giorno in cui il Sole 24 ore lo consacra come primo cittadino meno amato d’Italia, con un magro 38% di consensi da parte dei palermitani.
Diego Cammarata, sindaco del Pdl, è scosso da scandali e polemiche: “Non vuole affrontare l’enorme buco di bilancio creato con la sua amministrazione fallimentare”, lo accusa Rita Borsellino. Ma si dimette prima del tempo, spiegano gli osservatori, anche per lasciare ‘decantare’ l’atmosfera prima del voto e permettere a un centrodestra fiaccato di riprendere slancio, in vista della sfida delle urne. E così mentre ancora si fa un bilancio della stagione di Cammarata (definito da Raffaele Lombardo “il peggior sindaco della storia di Palermo” e difeso dal Pdl), il pensiero di tutti i partiti è rivolto alle liste elettorali.
Nel prossimo mese verranno definiti nomi e alleanze. Ma i giochi sono iniziati da tempo e tenere il conto dei candidati alla poltrona di primo cittadino appare già impresa ardua.
Il centrodestra – Il Popolo della libertà non ha ancora un candidato alla successione a Cammarata. E si può presumere che non lo avrà fino a quando non saranno definite le alleanze. Perché Angelino Alfano e i dirigenti sul territorio sembrano puntare a una coalizione con l’Udc. Obiettivo non così irraggiungibile, da quando i centristi in Regione hanno lasciato la giunta del governatore Lombardo.
Ma mentre corteggia l’Udc, il partito di Berlusconi rischia di perdere qualche pezzetto della sua galassia. L’Adc di Francesco Pionati ha infatti annunciato a dicembre un proprio candidato sindaco: Giuseppe Mauro, 37 anni, ex consigliere provinciale udc. Mentre gli esponenti locali di Grande Sud hanno deciso di “andar da soli” alle amministrative, lasciando la scelta finale al loro leader Gianfranco Micciché. E circolano voci di una possibile iniziativa autonoma del senatore (ex Pdl) Carlo Vizzini con i socialisti.
Intanto, non mancano nomi di ‘papabili’ pidiellini per la carica di sindaco, dal presidente dell’Ars Francesco Cascio (“Bedda matri” – Oh mio dio – risponde a chi lo interpella sull’ipotesi), al deputato regionale e recordman di consensi elettorali Francesco Scoma, alla senatrice Simona Vicari. Ma il più accreditato appare al momento un ‘tecnico’: Roberto Lagalla, rettore dell’università di Palermo.
Il centrosinistra – Non poco travaglio ha segnato finora il cammino del Pd verso la scelta del suo aspirante sindaco di Palermo. Divisi tra i fautori del sostegno in regione a Lombardo e chi invece vi si oppone, i democrat avevano in un primo momento fissato per il 12 febbraio un referendum tra gli iscritti siciliani per decidere dell'alleanza. Poi hanno sgombrato il campo da un appuntamento potenzialmente dilaniante e hanno stabilito, d’accordo con Sel, che a febbraio, il 26, si tengano solo le primarie per la scelta del candidato del centrosinistra per Palermo.
Nome di punta è Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo e già sfidante di Totò Cuffaro alla Regione nel 2006. Alle primarie affronterà almeno tre avversari: il giovane ‘renziano’ Davide Faraone (da tempo in campagna elettorale con lo slogan ‘Prima Palermo!’ e l’autodefinizione di sindaco ‘di nuova generazione’), il consigliere comunale del Pd Ninni Terminelli e Antonella Monastra, consigliere comunale del gruppo ‘Un’altra storia’ (la lista di Borsellino alle regionali).
Il nodo per il centrosinistra è però adesso quello dell’Idv. Il partito di Antonio Di Pietro ha infatti indicato come proprio candidato Leoluca Orlando. Il portavoce ed ex sindaco di Palermo (predecessore di Cammarata) è stato preferito al capogruppo in consiglio comunale Fabrizio Ferrandelli, esponente dell’ala movimentista del partito che, dopo essere stato messo alla porta dall’Idv, ha deciso comunque di presentarsi alle elezioni da aspirante sindaco.
Orlando ha annunciato l’intenzione di una corsa solitaria, come l'anno scorso a Napoli, in disaccordo con ogni potenziale alleanza del Pd con il Terzo polo di Lombardo e Casini. Ma Borsellino gli ha chiesto di ripensarci e partecipare alle primarie. Risultato: l’Idv apre adesso uno spiraglio, ma chiede di “escludere espressamente accordi elettorali, anche al ballottaggio, con l’Mpa e il Terzo polo”. Accetterà il Pd una condizione del genere?
Il Terzo polo – Il responsabile regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia ha detto di recente che l’alleanza terzopolista (Udc-Fli-Api-Mpa) in Sicilia non è “mai nata”. E in effetti l’uscita dei centristi dalla giunta del leader Mpa Lombardo, sembra diminuire le possibilità che il Terzo polo presenti un proprio candidato a Palermo. Anche se in questa direzione spinge Fli, che vuole scongiurare un’alleanza Pdl-Udc.
Da parte sua Lombardo ha annunciato l'indicazione a breve di un candidato dell’Mpa. Ma è l'Udc, nel giorno delle dimissioni di Cammarata, a rilanciare. E con D'Alia propone “un governo di ‘salute pubblica’, che sia in grado di restituire a Palermo il ruolo che le compete”.
Gli altri candidati – Ma non è finita. Perché oltre a quelli dei grandi partiti, sono già in campo altri candidati. Due, per ora. Riccardo Nuti, portavoce del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo nel capoluogo siciliano, scelto a ottobre, con le primarie. E Antonio Pappalardo, che si presenta con la lista del Melograno mediterraneo.