Il segretario del Pd a SkyTG24: "Nessuna giustificazione per la violenza". Sulle tensioni tra governo e sindacati: "Serve coesione, non va rotto l’accordo del 28 giugno". E sui costi della politica: "I parlamentari non sono la causa di tutti i mali" VIDEO
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Da Equitalia ("Non posso dare ragione e Grillo") alle tensioni tra governo e sindacati ("Monti apra un tavolo"). Fino ai costi della politica. Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, parla a SkyTG24 dei temi che occupano la scena politica in questi giorni. A cominciare dall'apertura di "un tavolo" tra esecutivo e sindacati "in forme tali da essere riconosciuto da tutti quelli che devono partecipare".
Bersani interviene nello stesso giorno in cui sembra aprirsi una frattura proprio tra l'esecutivo e le parti sociali, che in vista della riforma del lavoro chiedono l'apertura di un tavolo unitario mentre il ministro del Welfare, Elsa Fornero, sembra orientata a proseguire con gli incontri "bilaterali".
"Veniamo da un'esperienza di divisione del mondo del lavoro che non ha portato a nulla - dice Bersani - Poi con l'accordo del 28 giugno si è raggiunto un punto di coesione. Voglio credere che né il governo né le parti sociali vogliano romperlo. Sennò si torna indietro".
D'accordo con il segretario anche Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, che avverte: "Per il governo il dialogo sociale è una necessità" (GUARDA IL VIDEO).
Sul tema del lavoro è intervenuto martedì 3 gennaio anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, il quale ha invitato a "ripensare gli ammortizzatori sociali" (GUARDA IL VIDEO).
Anche per l'ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi (Pdl), il problema "è come proteggere chi non lavora" (GUARDA IL VIDEO).
Bersani: "Ognuno deve fare la sua parte per salvare l'Italia" - "Io non ho ancora capito bene quale sia il nocciolo della questione e cioè se si vuole incontrare separatamente le parti sociali intendendo i sindacati, le industrie e il terziario o se si intende separare le organizzazioni sindacali. Io credo che l'approccio debba essere quello di seguire le cose più semplici e immediate", ha aggiunto Bersani richiamando l'accordo sottoscritto dalle parti sociali il 28 giugno. "Si deve arrivare lì, con un dialogo che lasci spazio alle decisioni del governo ma che si riesca a fare in modo che tutti siano d'accordo. Ci deve essere uno sforzo comune se vogliamo salvare l'Italia, ognuno deve fare la sua parte".
Guarda il video:
"Merkel e Sarkozy non possono farci affondare" - "Adesso bisogna che l'Europa agisca collettivamente: l'Italia non affonderà l'Europa, ma sia chiaro che l'Europa di Merkel e Sarkozy non può farci affondare tutti". "Noi dobbiamo avere una posizione nazionale in Europa e dire che noi siamo pronti a fare riforme, andremo avanti nel cambiamento, ma noi -sottolinea il segretario del Pd- manovre non ne facciamo più perché non si può chiedere di più a un paese che raggiunge il 5 per cento di avanzo primario l'anno".
Bersani si riserva però di dare un giudizio compiuto sull'esecutivo ma, "mettiamola così, non sono pentito di avere dato la fiducia al governo Monti". Il governo "è partito con un certo piglio, anche se non ho condiviso tutto. Eravamo sul precipizio e ci siamo fermati, abbiamo cominciato a contenere la situazione e impostare qualche riforma. C'è ancora moltissimo da fare, dunque - dice il segretario del Pd - ci riserviamo il giudizio".
"Su Equitalia Grillo sbaglia" - Il Pd ha presentato da tempo proposte per migliorare il funzionamento di Equitalia ma "non darò ragione a Grillo (il quale aveva ironizzato sui recenti attacchi, ndr)", dice Pier Luigi Bersani a SkyTG24 (e non è l'unico a prendere le distanze dal comico genovese e fondatore del Movimento 5 Stelle). Perché "in questo momento ci sono le pallottole" e non può esserci "giustificazione per chi intende usare la violenza, anche perché andiamo incontro a mesi delicati".
"Stipendi parlamentari? Ok, ma serve tempo" - Bersani rivendica di chiedere da tempo l'equiparazione dei costi della politica a quelli europei. Ben vengano altri tagli, dice il segretario del Pd, ma "evitiamo titoli che non rendono giustizia alla condizione reale, altrimenti sembra che i parlamentari siano la causa di tutti i mali...".
Proprio martedì 3 gennaio la relazione della commissione incaricata di studiare un livellamento retributivo con l'Ue ha rilevato come gli stipendi dei nostri parlamentari siano più elevati rispetto alla media dei colleghi europei.
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Bersani interviene nello stesso giorno in cui sembra aprirsi una frattura proprio tra l'esecutivo e le parti sociali, che in vista della riforma del lavoro chiedono l'apertura di un tavolo unitario mentre il ministro del Welfare, Elsa Fornero, sembra orientata a proseguire con gli incontri "bilaterali".
"Veniamo da un'esperienza di divisione del mondo del lavoro che non ha portato a nulla - dice Bersani - Poi con l'accordo del 28 giugno si è raggiunto un punto di coesione. Voglio credere che né il governo né le parti sociali vogliano romperlo. Sennò si torna indietro".
D'accordo con il segretario anche Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, che avverte: "Per il governo il dialogo sociale è una necessità" (GUARDA IL VIDEO).
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Bersani si riserva però di dare un giudizio compiuto sull'esecutivo ma, "mettiamola così, non sono pentito di avere dato la fiducia al governo Monti". Il governo "è partito con un certo piglio, anche se non ho condiviso tutto. Eravamo sul precipizio e ci siamo fermati, abbiamo cominciato a contenere la situazione e impostare qualche riforma. C'è ancora moltissimo da fare, dunque - dice il segretario del Pd - ci riserviamo il giudizio".
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"Stipendi parlamentari? Ok, ma serve tempo" - Bersani rivendica di chiedere da tempo l'equiparazione dei costi della politica a quelli europei. Ben vengano altri tagli, dice il segretario del Pd, ma "evitiamo titoli che non rendono giustizia alla condizione reale, altrimenti sembra che i parlamentari siano la causa di tutti i mali...".
Proprio martedì 3 gennaio la relazione della commissione incaricata di studiare un livellamento retributivo con l'Ue ha rilevato come gli stipendi dei nostri parlamentari siano più elevati rispetto alla media dei colleghi europei.
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