Mario Monti, il professore nominato senatore a vita
PoliticaPresidente della Bocconi, ex membro della Commissione Europea: è indicato da molti come il possibile premier di un eventuale governo tecnico nel dopo Berlusconi. LA SCHEDA
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Mario Monti è stato nominato senatore a vita dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. La nomina per il professore è stata motivata così: "Ha illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale".
Monti, 68 anni, è originario di Varese. Professore di economia politica e presidente dell'Università Bocconi di Milano, è stato membro della Commissione europea dal 1994 al 2004, Ha ricoperto inoltre numerose cariche in organi di gestione di aziende private, come i consigli di amministrazione di Fiat, Generali, Comit (di cui è vicepresidente dal 1988 al 1990).
Il suo nome è indicato tra i possibili candidati a ricoprire la carica di nuovo presidente del Consiglio di un governo tecnico che subentri a Berlusconi le cui dimissioni sono previste dopo l'approvazione della legge di Stabilità. Il Parlamento dovrebbe licenziare il provvedimento entro domenica.
Negli ultimi mesi Mario Monti, è più volte intervenuto sulla crisi italiana. Ecco di seguito alcune delle sue più significative dichiarazioni:
"Non solo questa manovra, ma tutta l'impostazione seguita da Berlusconi fin dall'inizio non porta nella direzione della crescita. Servono interventi che sblocchino certi meccanismi di sviluppo, servono le riforme strutturali, le liberalizzazioni che rilancino la concorrenza e combattano privilegi e rendite" (9 luglio al Messaggero durante crisi estiva).
Il motivo per cui l'Italia è stata colpita da "improvvisa sfiducia" delle agenzie di rating sta nella "tendenza ad andare alle calende greche" e in un "revival della commedia all'italiana, naturalmente a Roma" (14 luglio, dopo revisione del outlook dell'Italia)
Il Governo "ha finalmente aperto gli occhi e deciso almeno alcune delle misure necessarie" a fronteggiare la crisi. "Hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un 'governo tecnico"'. "Le forme sono salve. I ministri restano in carica. Ma le decisioni principali sono state prese da un 'governo tecnico sopranazionale' e si potrebbe aggiungere 'mercatista"' (7 agosto, dopo la manovra correttiva al Corriere della Sera)
"Non ho mai partecipato alla disputa Governo tecnico sì Governo tecnico no. L'emergenza spero venga presto superata, di chiamata spero proprio non ci sia bisogno" (8 agosto, in un'intervista al Tg5)
"Ritengo che questo governo debba farcela, è un imperativo. Non c'è tempo questa materia è urgente e grave" (3 settembre al Tg3)
"Bisogna attuare riforme impopolari mettendo insieme pro tempore le parti più sensibili di ciascuna parte politica. Bisognerebbe rendere un po' infelice ogni italiano limando i privilegi" (23 settembre a Genova)
"Il presidente Berlusconi è un maestro quando dice che il suo cuore gronda sangue perché deve mettere nuove tasse ma è obbligato dai mercati e dalla Unione Europea, ma così ha fatto da due danni: ha reso più invisa agli italiani l'economia di mercato e ha reso più impopolare l'Europa" (23 settembre a Genova)
"L'Italia non è mai stata così decisiva sull'avvenire dell'Europa e così estranea alle decisioni sull'avvenire dell'Europa" (10 ottobre)
Il varo di un decreto adeguato sullo sviluppo è "enormemente più importante" della nomina del nuovo governatore di Bankitalia (20 ottobre a Otto e Mezzo su La7 rispondendo alle domande di Lilli Gruber e del presidente dell'ANSA Giulio Anselmi)
Bisogna evitare di "rendere l'Italia da un paese fondatore dell'Euro a un paese affondatore" (20 ottobre a Otto e mezzo su La7)
"Leggo spesso di tecnici o governi tecnici, ma sono dibattiti a cui non partecipo. Ma da cittadino dico che il problema non è di tecnica ma di passare da una politica ad un'altra politica" (4 novembre).
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Monti, 68 anni, è originario di Varese. Professore di economia politica e presidente dell'Università Bocconi di Milano, è stato membro della Commissione europea dal 1994 al 2004, Ha ricoperto inoltre numerose cariche in organi di gestione di aziende private, come i consigli di amministrazione di Fiat, Generali, Comit (di cui è vicepresidente dal 1988 al 1990).
Il suo nome è indicato tra i possibili candidati a ricoprire la carica di nuovo presidente del Consiglio di un governo tecnico che subentri a Berlusconi le cui dimissioni sono previste dopo l'approvazione della legge di Stabilità. Il Parlamento dovrebbe licenziare il provvedimento entro domenica.
Negli ultimi mesi Mario Monti, è più volte intervenuto sulla crisi italiana. Ecco di seguito alcune delle sue più significative dichiarazioni:
"Non solo questa manovra, ma tutta l'impostazione seguita da Berlusconi fin dall'inizio non porta nella direzione della crescita. Servono interventi che sblocchino certi meccanismi di sviluppo, servono le riforme strutturali, le liberalizzazioni che rilancino la concorrenza e combattano privilegi e rendite" (9 luglio al Messaggero durante crisi estiva).
Il motivo per cui l'Italia è stata colpita da "improvvisa sfiducia" delle agenzie di rating sta nella "tendenza ad andare alle calende greche" e in un "revival della commedia all'italiana, naturalmente a Roma" (14 luglio, dopo revisione del outlook dell'Italia)
Il Governo "ha finalmente aperto gli occhi e deciso almeno alcune delle misure necessarie" a fronteggiare la crisi. "Hanno accettato in questi ultimi giorni, nella sostanza, un 'governo tecnico"'. "Le forme sono salve. I ministri restano in carica. Ma le decisioni principali sono state prese da un 'governo tecnico sopranazionale' e si potrebbe aggiungere 'mercatista"' (7 agosto, dopo la manovra correttiva al Corriere della Sera)
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"L'Italia non è mai stata così decisiva sull'avvenire dell'Europa e così estranea alle decisioni sull'avvenire dell'Europa" (10 ottobre)
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Bisogna evitare di "rendere l'Italia da un paese fondatore dell'Euro a un paese affondatore" (20 ottobre a Otto e mezzo su La7)
"Leggo spesso di tecnici o governi tecnici, ma sono dibattiti a cui non partecipo. Ma da cittadino dico che il problema non è di tecnica ma di passare da una politica ad un'altra politica" (4 novembre).