In ogni pagina dell'enciclopedia partecipativa è comparso un comunicato che avvisa l'utente: il servizio è a rischio per via del comma ammazzablog, "una inaccettabile limitazione della nostra libertà e indipendenza"
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Il servizio di Wikipedia in Italia a rischio per via del ddl Intercettazioni. A lanciare l'allarme è la stessa enciclopedia partecipativa online che il 4 ottobre ha sostituito, a tutte le pagine, un comunicato firmato "gli Utenti di Wikipedia" che recita: "Cara lettrice, caro lettore, in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero".
Al centro della protesta di Wikipedia il ddl intercettazioni e in particolare il cosiddetto comma ammazza blog che prevede l'obbligo di pubblicare onlie le rettifiche entro 48 ore: "L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza".
"Con questo comunicato - continua il testo - vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per 'non avere problemi'. Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?".
Per quanto riguarda l'iter del disegno di legge il 5 ottobre si discutono alla Camera le pregiudiziali di costizionalità e a partire dal 12 ottobre si discuteranno articoli ed emendamenti. Secondo la nuova versione del testo a cui sta lavorandoa la maggioranza, niente potrà essere pubblicato finché le parti non decideranno le conversazioni rilevanti in un'apposita udienza stralcio. Posizione respinta, tra gli altri anche dalla presidente della Commissione Giusitiza alla Camera Giulia Bongiorno.
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