Ministeri, Bossi: "Costituzione non dice dove devono stare"
PoliticaContinua lo scontro tra la Lega e Napolitano sui dicasteri al Nord. Il capo dello Stato sottolinea che "il decentramento è in conflitto con l'articolo 114 della Carta". Secca la risposta del Senatur "Restano a Monza". Berlusconi: "Ascoltare il Colle"
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"La Costituzione non parla di dove devono stare i ministeri" dice Umberto Bossi. Non si placa lo scontro tra Quirinale e Lega sulle sedi distaccate dei ministeri inaugurate la scorsa la scorsa settimana, non senza clamori, da esponenti del governo. (GUARDA LE FOTO). Dopo che il Colle ha reso nota per intero il contenuto della lettera scritta da Napolitano a Berlusconi (QUI IL DOCUMENTO INTEGRALE), nella quale sollevava dubbi sulla questione, il leader della Lega Bossi ha dapprima ribadito la sua intenzione di tenere a Monza le sedi inaugurate poi ha lanciato una nuova stoccata al capo dello Stato: "Non vogliamo spostare i ministeri come fanno gli altri paesi europei". E ha aggiunto: "I rapporti con Napolitano non si romperanno per questo" ma, ha precisato con tono ironico, "si romperebbero se gli chiedessimo di ridare indietro i mobili che si è preso dalla villa Reale di Monza". Infine, salutando i giornalisti, ha detto "adesso vado a casa, vado nella Capitale, a Milano...".
I dubbi sollevati da Napolitano - La miccia viene accesa nella mattinata di giovedì 28 luglio, quando viene reso pubblico il contenuto della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato al governo proprio per chiedere chiarezza sulla questione dei ministeri a Monza. L'apertura di sedi ministeriali fuori da Roma, scrive infatti il Capo dello Stato, "confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica".
Berlusconi: "Ascoltare Napolitano" - Immediata la replica del presidente del Consiglio Berlusconi che, attraverso un comunicato stampa diffuso al termine del Cdm, "ha rivolto al Consiglio ed ai singoli Ministri un pressante invito a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali ed ha quindi chiesto a tutti i Ministri di tenere comportamenti conseguenti".
Napolitano: "Sono garante dell'unità, non mi presto ad equivoci" - Il capo dello Stato non lascia infatti spazio a dubbi: l'apertura di Ministeri al Nord non solo è incostituzionale, ma "si presta ad equivoci". "Va rilevato - si legge nella lettera - che a fronte della scelta, non avente connotati di particolare rilievo istituzionale, di aprire meri uffici di rappresentanza, non giova alla chiarezza una recente nota della Presidenza del Consiglio, che inquadra tale iniziativa nell'ambito di 'intese già raggiunte sugli uffici decentrati e di rappresentanza di alcuni ministeri sia al Nord che al Sud, come già in essere per molti altri ministeri', così preludendo ad ulteriori dispersioni degli assetti organizzativi dei Ministeri tanto da consentire la prefigurazione, da parte di esponenti dello stesso Governo, di casuali localizzazioni in vari siti regionali o municipali delle amministrazioni centrali".
Conflitto con la Costituzione - "E' necessario ribadire - continua Napolitano - che tale evoluzione confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica, nonché con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative già precedentemente citate". "Ho ritenuto doveroso onorevole presidente, prospettarle queste riflessioni di carattere istituzionale al fine di evitare equivoci e atti specifici che chiamano in causa la mia responsabilità quale rappresentante dell'unità nazionale e garante di principi e precetti sanciti dalla Costituzione" conclude la lettera. E in seguito alla lettera del Capo dello Stato e alla risposta di Bossi, si susseguono le reazioni politiche, che alzano i toni della politica alla vigilia delle vacanze estive.
Lo scontro tra il Senatur e il Colle scalda gli animi della politica e immediate sono le reazioni di esponenti del governo che si schierano al fianco di Napolitano.
Alemanno: Bossi irresponsabile - "La risposta di Umberto Bossi al presidente Napolitano è un comportamento irresponsabile" dice il sindaco di Roma Gianni Alemanno, riferendosi alla prima battuta del Senatur, e spiega:"E' irresponsabile dal punto di vista istituzionale perché non si può rispondere con questa arroganza al presidente della Repubblica che, in quanto garante della Costituzione, ricorda che l'articolo 114 attribuisce con chiarezza a Roma la funzione di Capitale e che sottolinea che la legge 42 del 2009, da noi fortemente voluta e peraltro promossa da un ministro leghista come Calderoli, ha dato attuazione concreta a questa norma".
Udc: basta con le buffonate della Lega - "Ci auguriamo che l'ineccepibile richiamo del presidente Napolitano alla nostra Carta costituzionale, all'unità del Paese, alla centralità di Roma Capitale e alla sobrietà delle istituzioni di fronte alla crisi metta la parola 'fine' alle buffonate della Lega sui ministeri al nord, finora assecondate da troppo silenzio da parte del governo". E' quanto afferma il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.
Idv: dal capo di Stato sfiducia al governo - "Quello avanzato dal presidente della Repubblica è un atto di sfiducia formale nei confronti del presidente del Consiglio e del suo governo, rispetto al quale non possiamo rimanere impassibili a guardare" afferma il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro.
"Occorre portare subito il dibattito in Parlamento sulle violazioni perpetrate nei confronti della Carta Costituzionale, evidenziate dal Presidente della Repubblica, in relazione al decentramento dei ministeri. Per questo, intendiamo presentare una mozione di sfiducia formale nei confronti dell'intero esecutivo, ma per farlo occorrono almeno sessantatre firme, dunque facciamo appello alle altre forze politiche e ai deputati che ancora hanno una dignità affinché si uniscano alla nostra battaglia a salvaguardia della democrazia e delle istituzioni", conclude.
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I dubbi sollevati da Napolitano - La miccia viene accesa nella mattinata di giovedì 28 luglio, quando viene reso pubblico il contenuto della lettera che Giorgio Napolitano ha inviato al governo proprio per chiedere chiarezza sulla questione dei ministeri a Monza. L'apertura di sedi ministeriali fuori da Roma, scrive infatti il Capo dello Stato, "confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica".
Berlusconi: "Ascoltare Napolitano" - Immediata la replica del presidente del Consiglio Berlusconi che, attraverso un comunicato stampa diffuso al termine del Cdm, "ha rivolto al Consiglio ed ai singoli Ministri un pressante invito a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali ed ha quindi chiesto a tutti i Ministri di tenere comportamenti conseguenti".
Napolitano: "Sono garante dell'unità, non mi presto ad equivoci" - Il capo dello Stato non lascia infatti spazio a dubbi: l'apertura di Ministeri al Nord non solo è incostituzionale, ma "si presta ad equivoci". "Va rilevato - si legge nella lettera - che a fronte della scelta, non avente connotati di particolare rilievo istituzionale, di aprire meri uffici di rappresentanza, non giova alla chiarezza una recente nota della Presidenza del Consiglio, che inquadra tale iniziativa nell'ambito di 'intese già raggiunte sugli uffici decentrati e di rappresentanza di alcuni ministeri sia al Nord che al Sud, come già in essere per molti altri ministeri', così preludendo ad ulteriori dispersioni degli assetti organizzativi dei Ministeri tanto da consentire la prefigurazione, da parte di esponenti dello stesso Governo, di casuali localizzazioni in vari siti regionali o municipali delle amministrazioni centrali".
Conflitto con la Costituzione - "E' necessario ribadire - continua Napolitano - che tale evoluzione confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica, nonché con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative già precedentemente citate". "Ho ritenuto doveroso onorevole presidente, prospettarle queste riflessioni di carattere istituzionale al fine di evitare equivoci e atti specifici che chiamano in causa la mia responsabilità quale rappresentante dell'unità nazionale e garante di principi e precetti sanciti dalla Costituzione" conclude la lettera. E in seguito alla lettera del Capo dello Stato e alla risposta di Bossi, si susseguono le reazioni politiche, che alzano i toni della politica alla vigilia delle vacanze estive.
Lo scontro tra il Senatur e il Colle scalda gli animi della politica e immediate sono le reazioni di esponenti del governo che si schierano al fianco di Napolitano.
Alemanno: Bossi irresponsabile - "La risposta di Umberto Bossi al presidente Napolitano è un comportamento irresponsabile" dice il sindaco di Roma Gianni Alemanno, riferendosi alla prima battuta del Senatur, e spiega:"E' irresponsabile dal punto di vista istituzionale perché non si può rispondere con questa arroganza al presidente della Repubblica che, in quanto garante della Costituzione, ricorda che l'articolo 114 attribuisce con chiarezza a Roma la funzione di Capitale e che sottolinea che la legge 42 del 2009, da noi fortemente voluta e peraltro promossa da un ministro leghista come Calderoli, ha dato attuazione concreta a questa norma".
Udc: basta con le buffonate della Lega - "Ci auguriamo che l'ineccepibile richiamo del presidente Napolitano alla nostra Carta costituzionale, all'unità del Paese, alla centralità di Roma Capitale e alla sobrietà delle istituzioni di fronte alla crisi metta la parola 'fine' alle buffonate della Lega sui ministeri al nord, finora assecondate da troppo silenzio da parte del governo". E' quanto afferma il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.
Idv: dal capo di Stato sfiducia al governo - "Quello avanzato dal presidente della Repubblica è un atto di sfiducia formale nei confronti del presidente del Consiglio e del suo governo, rispetto al quale non possiamo rimanere impassibili a guardare" afferma il presidente dell'Idv, Antonio Di Pietro.
"Occorre portare subito il dibattito in Parlamento sulle violazioni perpetrate nei confronti della Carta Costituzionale, evidenziate dal Presidente della Repubblica, in relazione al decentramento dei ministeri. Per questo, intendiamo presentare una mozione di sfiducia formale nei confronti dell'intero esecutivo, ma per farlo occorrono almeno sessantatre firme, dunque facciamo appello alle altre forze politiche e ai deputati che ancora hanno una dignità affinché si uniscano alla nostra battaglia a salvaguardia della democrazia e delle istituzioni", conclude.