Giustizia, Fini: "Magistratura pilastro di legalità"

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Il presidente della Camera interviene dopo lo scontro con il premier Berlusconi, che lo ha accusato di aver stretto un patto con le toghe. E aggiunge: "Il rispetto reciproco tra le istituzioni è indispensabile"

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Il presidente della Camera si schiera senza tentennamenti con la magistratura, "pilastro della legalità e dello stato di diritto". "Nell'architettura costuituzionale voluta dai padri costituenti la magistratura, non solo ordinaria, rappresenta il vero pilastro a salvaguardia dei principi di legalità a difesa di tutti i cittadini". Con queste parole la terza carica dello stato - che domenica 17 aprile era stato accusato da Berlusconi di aver fatto un "patto scellerato" con la magistratura - si sarebbe rivolto alla giunta dell'Anm nel corso di un incontro svoltosi nel suo ufficio e al quale hanno preso parte, tra l'altro, il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini.

"Con riferimento alle polemiche politico-istituzionali di queste ultime settimane - avrebbe detto la terza carica dello stato nel corso dell'incontro durato circa quaranta minuti - esprimo vivo apprezzamento per la posizione istituzionale assunta dall'Anm. Il rispetto reciproco tra le istituzioni - avrebbe aggiunto e sottolineato ancora Fini - è la premessa indispensabile per la salvaguardia dello stato di diritto e per la leale collaborazione tra poteri dello stato". Nel corso dell'incontro, Fini avrebbe soprattuto ascoltato con attenzione la preoccupata fotografia sulla "fibrillazione istituzionale" denunciata dall'Anm. "Al presidente della Camera - ha riferito ai cronisti Luca Palamara - abbiamo rappresentato tutta la gravità del momento e il forte stato di preoccupazione della magistratura".

Palamara ha sottolineato alla terza carica dello stato che "i magistrati non intendono farsi trascinare sul terreno politico di scontro", non essendo la magistratura un soggetto politico". "Quanto sta accadendo - hanno fatto rilevare inoltre i rappresentanti dei magistrati - non è riconducibile a un problema tra Berlusconi e i magistrati, ma a un ben più grave problema di fibrillazione delle istituzioni, alle quali ci siamo rivolti". Due sono per l'Anm le situazioni che destano preoccupazione: l'avvicinarsi delle amministrative che, appunto "tendono a trascinare la magistratura sul terreno dello scontro politico", e "le vicende giudiziarie del premier, che potrebbero portare a riforme della giustizia disomogenee e dettate da situazioni contingenti".

Le reazioni alla presa di posizione del presidente della Camera non si sono fatte attendere. Daniele Capezzone, portavoce Pdl, taglia corto: "Gianfranco Fini può raccontare quello che vuole. Ma un fatto politico è evidente: da mesi, ha scelto di infilarsi politicamente nel fronte giustizialista insieme all'Idv e alla sinistra. E per capire questo non occorrono carte segrete: è sufficiente sentir parlare Fini e i suoi". Anche il ministro Gianfranco Rotondi ritorna sul "patto scellerato" tra Fini e le toghe e annuncia che "presto la fonte lo rivelerà a tutti gli italiani".

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