Fini: "In Italia lo scontro è tra due forze conservatrici"

Politica
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, durante l'intervista pubblica a cura del direttore de Il Messaggero Roberto Napoletano, oggi 31 ottobre 2010 a Roma.
ALESSANDRO DI MEO/ANSA

Il presidente della Camera: "Non dobbiamo solo esprimere posizioni politiche diverse da quelle dell'attuale governo, ma anche sfidare gli altri partiti". E ammette: “Fra le cose da evitare c'è anche quella di voler essere sempre fuori dal coro”. VIDEO

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"Siamo in presenza di uno scontro tra due gruppi conservatori nel senso più deteriore del termine". Gianfranco Fini, nel suo intervento alla convention dei circoli di Futuro e libertà, non fa sconti né al centrodestra di Berlusconi e della Lega né al centrosinistra di Bersani e Di Pietro.
"Costruire come vogliamo un nuovo centrodestra - ha detto ancora Fini - significa interrogarsi sul fallimento della politica, che non è solo un fallimento del centrodestra attuale, ma anche della sinistra che è in ritardo sul piano delle proposte e delle alternative".
"Ci aspetta - ha detto il leader di Futuro e libertà rivolgendosi alla platea della base futurista - una sfida radicale: non solo esprimere posizioni politiche diverse da quelle dell'attuale governo e di questa maggioranza, ma anche quella di sfidare gli altri partiti, e dunque anche la sinistra a essere alternativa. La nostra idea dell'Italia - ha scandito Fini - è profondamente diversa, anche da quella della sinistra che non ha saputo mettere in campo nessuna grande suggestione in grado di coinvolgere i cittadini elettori. Tutto - ha sintetizzato Fini - ruota attorno a questo perenne derby tra chi sostiene e chi avversa il governo".

"Avanti sull'organizzazione del partito nel territorio" - Ma Fini ha poi cercato di delineare anche i caratteri essenziali che si aspetta il nuovo partito metta in mostra rispetto ad un'opinione pubblica italiana sempre più lontana dalla politica se è vero, osserva, "che ormai il il 40% degli interpellati rifiuta di rispondere ai sondaggi demoscopici".
Nel progetto al quale pensa Fini si tratta di dare spazio ad una politica fatta soprattutto di "idee, stimoli, percezioni e progetti" in grado di rispondere "a quelli che non hanno voce, agli 'afoni', in particolare i giovani" e al mondo della cultura, della ricerca e dell'università che "per sua natura è critico" ma a maggior ragione "va ascoltato".
Fini sottolinea quindi che "il progetto non è quanti deputati (uno in più o in meno, cosa volete che conti) ma quante idee e quanti stimoli. E' giusto che ci sia una competizione interna - ha sottolineato - ma non sulla base di quanti 'amici' si è in grado di portare, ma sulla base di quante idee si è in grado di proporre".
Per il leader futurista, dunque, si tratta di premere l'acceleratore "sull'organizzazione della presenza politica e culturale, senza aver timore di essere qualche volta eretici, ne' di essere ultra ortodossi.

"Abbiamo ecceduto nel voler essere fuori dal coro" - "Perché -rileva- fra le cose da evitare c'è anche quella, in cui a volte abbiamo ecceduto, di voler essere fuori dal coro mentre in tante circostanze non c'è nulla di più sincero che essere in sintonia con ciò che è espressione della maggioranza del nostro popolo". Quello che Fini mette in chiaro nella conclusione del suo intervento è che "Futuro e libertà non può offrire nulla in termini di politica intesa come potere. Fino a poco tempo fa - ironizza - ho notato che si avvicinavano, visto che eravamo in fase di nomine, quelli che si ispirano al detto 'Francia o Spagna purché se magna'. Ebbene, Fli è oltre tutto questo. Noi non contiamo nulla sul fronte delle nomine" e chi è interessato farebbe bene a non lasciarsi accostare ad un partito appunto che guarda ad altro.
"Fli -sottolinea - non garantisce posizioni di potere né la possibilità di fare politica come azione di governo inteso come assessorati, sottosegretari, sindaci". In sintesi, "Fli non garantisce nulla come politica che si identifica con il potere, ma quello che garantisce è un confronto di idee bello e alto" tra chi crede nella politica come possibilità di parlare agli italiani "con la schiena dritta e a testa alta".

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