Afghanistan, Berlusconi: mi chiedo se questo calvario serva

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Le dichiarazioni del presidente del Consiglio, rilasciate dopo la notizia della morte di un militare italiano, fanno discutere maggioranza e opposizione. La Russa: "La missione non è in dubbio"

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Il "tormento" di Silvio Berlusconi sull'opportunità di proseguire la missione, la fermezza di Frattini e La Russa, l'attacco di Antonio Di Pietro al governo, a cui addossa la "responsabilità" dei morti. Oltre, ovviamente, al cordoglio unanime dei partiti e alla "profonda commozione" espressa dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.
E' questo lo spettro delle reazioni politiche alla morte del tenente Ranzani in Afghanistan, ennesima vittima di una guerra che l'Italia ha pagato finora con 37 caduti.
Il governo, come puntualizzato sia dal ministro della Difesa La Russa che dal titolare della Farnesina Frattini, sa benissimo che la missione tricolore deve continuare.
Ma fanno discutere comunque le parole del presidente del Consiglio che, una volta appresa la notizia dalla notizia della morte di Ranzani a Palazzo Reale a Milano: "E' un tormento, un calvario e tutte le volte ci si chiede se questo sacrificio che impegna il Parlamento con voto unanime e tutto il popolo italiano ad essere lì, in un Paese ancora medioevale, sia uno sforzo che andrà in porto", dice Berlusconi che comunque aggiunge subito di essere consapevole della necessità di "andare avanti".

Lo sfogo del premier intercetta i dubbi di un'opinione pubblica sempre più perplessa rispetto alla missione in Afghanistan, e anche lo scetticismo - mai nascosto - dell'alleato leghista. Ma lo sforzo italiano, ricordano Frattini e La Russa, è saldamente inquadrato nell'impegno della comunità internazionale (Onu e Nato) con la quale sono stati presi "impegni" che non si possono disattendere. E' in questo senso che il titolare della Difesa premette di "inchinarsi alla memoria di questo ragazzo" ma chiarisce che "la linea non cambia": "La missione continuerà e il governo non hai mai preso in considerazione l'idea di un ritiro unilaterale".


L'exit strategy disegnata dall'Alleanza Atlantica solo poche settimane fa a Lisbona allunga l'orizzonte fino al 2014 e l'Italia, che pure potrebbe essere tra le prime a restituire la sua provincia di competenza, quella di Herat, agli afghani, non può tirarsi indietro ora.
Nel clima di cordoglio unanime dei partiti per la morte dell'alpino che rientrava da un'operazione umanitaria irrompe però l'attacco di Di Pietro al governo e a tutti coloro che hanno votato il decreto di rifinanziamento della missione, Pd compreso: "La responsabilità politica di queste morti - denuncia il leader dell'Italia dei Valori - ricade sul governo e su tutti coloro che in Parlamento hanno votato per il proseguimento della missione. Ricordiamo che è stato un voto trasversale e, proprio per questo, ancora più inaccettabile".

Ascolta le reazioni politiche alle dichiarazioni del presidente del Consiglio

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