I senatori favorevoli alla reiterabilità dello scudo e quelli contrari sono in sostanziale parità: 13 a 13. E' probabile che il vero confronto avverrà soltanto in Aula. Bersani, intanto, annuncia: spazzeremo via il provvedimento con il referendum
Al Senato, il vero confronto sul Lodo Alfano potrà avvenire, molto probabilmente, soltanto in Aula. In commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, infatti, i senatori favorevoli alla reiterabilità dello scudo e quelli contrari sono in sostanziale parità: 13 a 13. Aghi della bilancia, ancora una volta, i senatori di Fli, Maurizio Saia, e dell'Mpa, Franco Pistorio.
I numeri - I parlamentari del centrodestra sono in tutto 13: 11 del Pdl più 2 della Lega. Per l'opposizione, invece, si contano 9 esponenti del Pd, uno dell'Idv e uno dell'Udc-Minoranze linguistiche. Se a questi ultimi, si aggiungessero anche Saia e Pistorio, la parità sarebbe raggiunta, perché si troverebbero 13 contro 13.
Ma, al Senato, il verdetto di parità significa voto contrario.
In queste condizioni, sarebbe difficile far passare gli emendamenti sulla reiterabilità. Ma sarebbe ancora più difficile, almeno a giudicare da quanto ribadito dal presidente della Camera, Gianfranco Fini ("no a reiterabilità sarebbe una legge ad personam"), far passare l'intero provvedimento senza che vi sia stata introdotta la norma che vieta al presidente del Consiglio e al capo dello Stato di avvalersi dello 'scudo giudiziario' per più di una volta.
Così, si spiega anche nel Pdl, è molto probabile che il termine per la presentazione degli emendamenti non si riapra in commissione, come ipotizzato dal capogruppo Maurizio Gasparri ("di fronte a un evento eccezionale come la lettera del presidente della Repubblica le questioni procedurali diventano secondarie"), ma che si vada direttamente in Aula dove il centrodestra può contare su numeri più ampi (161 Pdl e Lega contro i 148 di Pd-Idv-Udc e Fli senza contare i 12 del Misto).
Polemiche da parte dell'opposizione - Martedì, si continueranno a votare le proposte di modifica, ma l'impasse sembra ormai inevitabile. Tanto che il Pdl ha convocato per il giorno dopo una riunione di vertice per decidere il da farsi.
Strategia parlamentare a parte, la polemica politica non si placa. Il segretario Pd Pier Luigi Bersani ribadisce che il referendum confermativo "spazzerà via" il provvedimento, quindi "di che si sta parlando?".
Il leader Udc Pier Ferdinando Casini, intanto, avverte: il "macigno della reiterabilità" va rimosso. Sul fronte dei finiani, il capogruppo alla Camera Italo Bocchino respinge ogni critica ("il voltafaccia non è nostro, ma loro che hanno inserito la possibilità di reiterare lo scudo"), mentre Maurizio Saia annuncia emendamenti per impedire che il beneficio venga concesso più volte.
I numeri - I parlamentari del centrodestra sono in tutto 13: 11 del Pdl più 2 della Lega. Per l'opposizione, invece, si contano 9 esponenti del Pd, uno dell'Idv e uno dell'Udc-Minoranze linguistiche. Se a questi ultimi, si aggiungessero anche Saia e Pistorio, la parità sarebbe raggiunta, perché si troverebbero 13 contro 13.
Ma, al Senato, il verdetto di parità significa voto contrario.
In queste condizioni, sarebbe difficile far passare gli emendamenti sulla reiterabilità. Ma sarebbe ancora più difficile, almeno a giudicare da quanto ribadito dal presidente della Camera, Gianfranco Fini ("no a reiterabilità sarebbe una legge ad personam"), far passare l'intero provvedimento senza che vi sia stata introdotta la norma che vieta al presidente del Consiglio e al capo dello Stato di avvalersi dello 'scudo giudiziario' per più di una volta.
Così, si spiega anche nel Pdl, è molto probabile che il termine per la presentazione degli emendamenti non si riapra in commissione, come ipotizzato dal capogruppo Maurizio Gasparri ("di fronte a un evento eccezionale come la lettera del presidente della Repubblica le questioni procedurali diventano secondarie"), ma che si vada direttamente in Aula dove il centrodestra può contare su numeri più ampi (161 Pdl e Lega contro i 148 di Pd-Idv-Udc e Fli senza contare i 12 del Misto).
Polemiche da parte dell'opposizione - Martedì, si continueranno a votare le proposte di modifica, ma l'impasse sembra ormai inevitabile. Tanto che il Pdl ha convocato per il giorno dopo una riunione di vertice per decidere il da farsi.
Strategia parlamentare a parte, la polemica politica non si placa. Il segretario Pd Pier Luigi Bersani ribadisce che il referendum confermativo "spazzerà via" il provvedimento, quindi "di che si sta parlando?".
Il leader Udc Pier Ferdinando Casini, intanto, avverte: il "macigno della reiterabilità" va rimosso. Sul fronte dei finiani, il capogruppo alla Camera Italo Bocchino respinge ogni critica ("il voltafaccia non è nostro, ma loro che hanno inserito la possibilità di reiterare lo scudo"), mentre Maurizio Saia annuncia emendamenti per impedire che il beneficio venga concesso più volte.