Il Consiglio di Stato dice sì al riconteggio in Piemonte

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Palazzo Spada ha rigettato la richiesta di sospensiva della decisione con cui il Tar del Piemonte ha ordinato il riconteggio di circa 15 mila schede delle ultime regionali. Cota: "E' uno spreco di denaro pubblico". Berlusconi critico con i giudici

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La quinta sezione del Consiglio di Stato ha respinto il ricorso in via cautelare presentato dal neo presidente della Regione, il leghista Roberto Cota. La decisone dei supremi giudici amministrativi, in ogni caso, riguarda solo l'esecuzione del dispositivo della decisione del Tar le cui motivazioni di merito devono ancora essere depositate e contro le quali i legali di Cota già preannunciano un altro ricorso al Consiglio di Stato.

La Regione Piemonte non è ingovernabile durante il riconteggio dei voti stabilito dal Tar del Piemonte, con il dispositivo dell'udienza del 16 luglio. E' questo il punto fondamentale con cui il Consiglio di Stato ha rigettato l'istanza di sospensiva cautelare presentata dall'attuale presidente della Regione Piemonte Roberto Cota. Nell'ordinanza, firmata dal collegio presieduto da Stefano Baccarini, si specifica che il riconteggio "non è in grado di paralizzare o anche solo di ostacolare il corretto funzionamento degli organi di governo della Regione Piemonte".

Via libera, dunque, al riconteggio delle 15mila schede elettorali delle liste "Al centro con Scanderebech" e "Consumatori", liste contestate dai ricorrenti di centrosinistra. Il Consiglio di Stato, però, ha precisato che la verifica dei voti "deve essere effettuata col contraddittorio tra le parti" e, come previsto, "rinvia ogni statuizione sul merito", visto che non sono ancora uscite (probabilmente saranno rese note domani) le motivazioni del dispositivo che ha ordinato il riconteggio.

"Anche il Consiglio di Stato ha respinto la modalità pretestuosa e strumentale di Cota nella vicenda sui ricorsi elettorali". Così Mercedes Bresso commenta la decisione del Consiglio di Stato.

"Nessun complotto e dietrologia possibili - prosegue Bresso - ma solo grande spregiudicatezza nel procedimento elettorale durante le ultime elezioni in Piemonte".

"Mi auguro - conclude l'ex presidente della regione Piemonte - che si mettano tranquillie attendano prima le motivazioni del Tar e poi il riconteggio delle schede
annullando le due liste illegittime. A questo punto dopo la mobilitazione di ministri, dello stesso premier Berlusconi e agitato le fiaccole, spero che rientrino in una visione compiuta della democrazia".

Per il presidente del Piemonte, Robero Cota, invece "il riconteggio è inutile, è uno spreco di denaro pubblico, perché la legge è chiara, come sono chiarissime le istruzioni del Ministero dell'Interno. Il voto dato alle liste, se non è disgiunto, è un voto valido attribuito al Presidente, perché si danno contemporaneamente due voti: uno alle liste, l'altro al Presidente".

"Con la richiesta di sospensiva - ha spiegato Cota - volevamo evitare questo spreco, di cui evidentemente chiederemo conto a chi lo ha provocato, innescando il meccanismo dei ricorsi soltanto perché non si vuole accettare una sconfitta chiara. Il Consiglio di Stato probabilmente non ha potuto fermare questo meccanismo, perché non ha ritenuto sussistere il danno grave ed irreparabile, però il conto lo pagano i cittadini. Siamo sereni, andremo avanti perché abbiamo assolutamente ragione".

Mentre il legale di Cota, l'avvocato Luca Procacci, commenta: "La partita è ancora tutta da giocare". "Il Consiglio di Stato ha rilevato, spiega Procacci, che al momento non c'é alcun pericolo per la governabilità del Piemonte.

"E' stata riconosciuta la legittimità del presidente a governare. Non è in pericolo la presidenza". Inoltre, aggiunge il legale di Cota, è stata riconosciuta la necessita' della presenza delle parti in sede di conteggio dei voti.

E in serata arriva anche il commento alla sentenza del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: "Mi auguro, per il rispetto dovuto alla sovranita' popolare, che non si voglia ribaltare per via giudiziaria la scelta dei cittadini piemontesi".

"La legge - sottolinea il premier - è incontrovertibilmente chiara: chi vota una lista con una croce sola dà due voti, uno alla lista ed uno al candidato Presidente. A meno che non scelga di dare esplicitamente un voto disgiunto. Io stesso avrei votato così, alle elezioni regionali, segnando una sola croce sul simbolo del Popolo della Libertà. Mi auguro quindi, per il rispetto dovuto alla sovranità popolare, che non si voglia ribaltare per via giudiziaria la scelta dei cittadini piemontesi. A tutto ciò si aggiunge l'apprezzamento che merita il lavoro del Presidente Cota e della sua maggioranza".




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