Intercettazioni, approvato l’emendamento allenta bavaglio

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Via libera della Commissione Giustizia della Camera alla proposta di modifica che permette la pubblicazione delle intercettazioni rilevanti. Ok anche alla proposta dell'Udc, che elimina ogni privilegio per i parlamentari ascoltati su utenze di terzi

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Il via libera - La Commissione Giustizia della Camera ha approvato l'emendamento presentato dal governo al disegno di legge sulle intercettazioni. La proposta di modifica, che porta la firma del sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, prevede sostanzialmente la possibilità di pubblicare le intercettazioni rilevanti ai fini delle indagini. Passato, inoltre, all'unanimità l'emendamento presentato dall'Udc, che elimina ogni privilegio per i parlamentari ascoltati per caso su utenze di terze persone. La Commissione Giustizia della Camera ha poi ridotto da quattro a tre anni la pena massima per chi compie registrazioni fraudolente, accogliendo la proposta del capogruppo del Pdl Enrico Costa. Quando al Senato venne introdotta tale misura con una sanzione così elevata, dai sei mesi ai quattro anni, l'opposizione parlò subito di "comma D'Addario" dal nome della escort, che aveva registrato alcuni colloqui avuti con il presidente del Consiglio a Palazzo Grazioli.

A favore Pd e Udc - L’emendamento è passato anche con i voti del Pd e dell'Udc. Dei gruppi dell'opposizione ha votato contro solo l'Idv. “Abbiamo deciso di votare sì - spiega il centrista Roberto Rao – perché è un emendamento migliorativo del testo. Ma ora ci impegneremo affinché vengano migliorate anche le altre parti del provvedimento”.

Maggioranza soddisfatta - Il capogruppo del Pdl in commissione, Enrico Costa, ha espresso soddisfazione: "Questo voto è senz'altro un fatto importante. L'opposizione, nonostante le critiche e l'ostruzionismo, evidentemente non poteva fare altrimenti. L'emendamento del governo, infatti, conteneva molte delle loro richieste di modifica. Auspichiamo adesso un atteggiamento altrettanto responsabile dell'opposizione nel prosieguo dell'esame del ddl". Secondo Costa, i lavori della commissione sul ddl si chiuderanno al più presto. "Senz'altro saremo pronti per il 29", giorno in cui è atteso il provvedimento in aula.

Slitta il parere del Csm - Intanto slitta il parere redatto dalla VI commissione del Consiglio superiore della magistratura sul ddl intercettazioni. Il parere non è stato infatti discusso nel corso del plenum di oggi perché il Quirinale non ha avuto "tempo per esprimersi" sull'ordine del giorno aggiunto e "in 24 ore non è arrivato l'assenso" a discutere la pratica. E' stato il vicepresidente del Csm Nicola Mancino a riferirlo in apertura del plenum sottolineando una "distrazione della burocrazia interna", in base alla quale c'era la convinzione che il Quirinale avesse dato il via libera a quell'ordine del giorno aggiunto.
Mancino ha quindi invitato il Csm a "usare la ragione piuttosto che la legittimazione", rinviando la discussione del parere al nuovo Csm (l'attuale consiliatura scade a fine luglio). Il vicepresidente di Palazzo dei Marescialli ha sollecitato l'attuale plenum ad occuparsi solo di pratiche gestionali senza affrontare "impegni che hanno influenza sul futuro". Alle parole di Mancino ha replicato il togato di Magistratura democratica Livio Pepino che ha fatto notare: "Non siamo consiglieri dimezzati e mi ritengo legittimato a discutere il parere sulle intercettazioni" e altre pratiche rimaste sospese.

Commenti - Dopo le approvazioni degli emendamenti da parte della Commissione Giustizia della Camera, il ministro della Difesa Ignazio La Russa è tornato a parlare del disegno di legge, dichiarando: "E' stato centrato l'obiettivo di una legge che garantisce di più la privacy dei cittadini e allo stesso tempo garantisce le indagini nei confronti della criminalita". Per il titolare della Farnesina Franco Frattini è adesso necessario, invece, "votare il ddl prima della pausa estiva".

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