Intercettazioni, allentato il bavaglio

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Il governo ha presentato un emendamento che permette di pubblicare le conversazioni "rilevanti". Bongiorno: "Un balzo in avanti". La proposta di modifica è firmata dal sottosegretario alla Giustizia Caliendo

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L'emendamento - Il governo ha presentato in Commissione Giustizia alla Camera un emendamento al disegno di legge sulle intercettazioni che fa decadere alcune parti del testo più penalizzanti per il diritto di cronaca.

L'emendamento, firmato dal sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, prevede che non siano più segrete (e quindi siano pubblicabili dai media) le intercettazioni "rilevanti".  Rilevanza che può essere stabilita dalla cosiddetta 'udienza filtro' durante la fase delle indagini preliminari, oppure può essere valutata dal giudice o dal pm in caso sia necessaria una ordinanza cautelare o altre ordinanze di ispezione, come ad esempio un decreto di perquisizione.

Nell'udienza filtro saranno pm e gip a definire quali intercettazioni siano determinanti per questi atti e quali invece attengano unicamente alla vita privata degli indagati. Le prime saranno trascritte e quindi diventeranno pubblicabili, le seconde no.
Il divieto di pubblicazione delle intercettazioni fino al termine dell'udienza preliminare continuerà a valere a tutela degli indagati per i quali non sia stata disposta ordinanza di custodia cautelare o altro atto di indagine.

Reazioni - L'emendamento presentato dal governo al ddl intercettazioni sembra incontrare il parere favorevole dei finiani. "Credo che sia innegabile - ha dichiarato il presidente della Commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno - il fatto che questo emendamento presentato dal governo vada incontro alle istanze che vengono dal mondo dell'informazione". E, ha aggiunto il deputato finiano, "siccome si tratta di istanze che anche io ho condiviso, questa opzione, per me è estremamente positiva". In conclusione, "la proposta di modifica va in una direzione che di fatto non è solo un passo, ma un balzo in avanti". (Ascolta le dichiarazioni della presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno).
"E' un punto di compromesso", ha invece commentato il capogruppo del Pdl in Commissione Giustizia, Enrico Costa. "E' un emendamento di sintesi, l'ultimo tassello di un lungo percorso. Entro domani mattina potranno essere presentati i sub- emendamenti, dopodichè si comincerà a votare, in modo da essere pronti per l'esame dell'aula il prossimo 29 luglio" ha detto Costa smentendo le ipotesi di rinvio circolate in mattinata dopo il rinvio dei lavori in Commissione Giustizia alla Camera.
Il capogruppo del Pd in Commissione, Donatella Ferranti, ha parlato invece di "un piccolo passo avanti", ma ha aggiunto che "non si è voluto risolvere il nodo principale".

P3, Idv e Pd contro Caliendo - A inizio seduta Donatella Ferranti ha contestato, a nome di tutto il Pd, che i lavori del disegno di legge sulla intercettazioni siano portati avanti da Caliendo, coinvolto nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. "E' assolutamente inopportuno che il sottosegretario alla Giustizia sia qui in Commissione per seguire i lavori sul ddl intercettazioni".
L'Italia dei Valori ha annunciato di aver depositato una mozione di sfiducia nei confronti di Caliendo.
"Non è ammissibile che un sottosegretario alla Giustizia partecipi a riunioni segrete per influenzare decisioni politiche, appalti, processi e per provare a condizionare il voto della Corte Costituzionale sul cosiddetto Lodo Alfano" hanno scritto in una nota il capogruppo dell'Idv al Senato Felice Belisario e alla Camera Massimo Donadi. E ancora: "Caliendo deve andare a casa, la mozione di sfiducia è un atto dovuto".


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