Facebook, militanti Pdl scatenati: Galan presidente
PoliticaSono centinaia i messaggi di sostegno al governatore uscente pubblicati sul web. Critiche anche per la scelta, decisa a Roma: "dov'è finito il federalismo?". Ma i simpatizzanti leghisti rispondono: "vogliamo gente nuova, più giovane"
di Filippo Maria Battaglia
Già da qualche tempo, in Veneto, si respirava aria di maretta: da un lato, i supporter di Giancarlo Galan che incitavano il governatore uscente a ripresentarsi alla guida della regione per il quarto mandato consecutivo; dall’altro i leghisti che, forti delle parole di Bossi, consideravano la questione della candidatura alla presidenza “un caso chiuso”: “tocca alla Lega, punto e basta”.
Con l’ufficializzazione della dirigenza nazionale del Pdl, che ha di fatto dato carta bianca agli uomini del Carroccio per la scelta dei candidati presidenti in Veneto e Piemonte, la maretta si è trasformata in maremoto e rischia di diventare un piccolo tsunami, almeno sulla rete. Galan finora, non ha infatti escluso una sua candidatura da indipendente, limitandosi a emettere uno stringato comunicato in cui afferma che la scelta “avvenuta a Roma” è “peggio di un tradimento”. Il coordinamento regionale del partito gli ha fatto eco, esprimendo il proprio “disappunto”.
Gli elettori, dal canto loro, non sono rimasti a guardare: a poche ore dalla decisione, il solo sito del governatore ospita più di una cinquantina di post, in prevalenza di sostegno e di incoraggiamento. Il più significativo, lo firma Mariella. Eloquente, il titolo: “Pugnalata”. “La Lega – scrive - è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori: non a caso, i leader emergenti leghisti sono giovani sindaci, tutti protesi sul particolare e privi di una visione ‘alta’ del loro ruolo nonché del valore della politica in generale”. Quindi, attacca a muso duro “Zaia, Tosi, Martini, Manzato, Sandri” che “sono stati miracolati da Galan ed ora, alla prima occasione utile, per avidità di poltrone, gli girano le spalle”. “Con quale coraggio – si chiede - sedersi alla riunione di Giunta, godendo per la pugnalata alle spalle?”.
Il messaggio non è isolato: nelle ultime ore, su Facebook, decine di gruppi invitano Galan ad andare avanti, in ogni caso. Per questo, attaccano la Lega e tracciano paralleli, anche con il recente passato: “Vi ricordate – scrive Nicola - cosa è successo nel 2003 in Friuli Venezia Giulia? La scelta che veniva da ‘Roma’ di candidare Alessandra Guerra (leghista) è stata miseramente bocciata dalla base che ha preferito votare per Illy. Succederà lo stesso anche in Veneto?”. E Renato, ancora più caustico, si domanda: “Mi sembra una vergogna che il presidente del Veneto debba essere deciso a Roma! E' questo il federalismo?”.
Chi pensa però a una reazione intonata, tutta ispirata alla difesa del governatore, si sbaglia.
Se il forum dei giovani padani si limita a riportare semplicemente la notizia, qualche altro gruppo di Facebook fa di più, promuovendo una sottoscrizione (“vogliamo un leghista alla guida del governo veneto”) che, al grido “Volemo on presidente de la Rejon che difenda i Veneti no i so interesi e i interesi del stato italian!”, conta già più di quattrocento iscritti. In un altro gruppo, Gianfranco si dice certo che “con queste due regioni che diventeranno nostre – sarà l'inizio della PADANIA LIBERA”, mentre Piergiorgio fa un discorso generazionale: “Con tutto il rispetto possibile per la persona – si chiede - non credete sia ora di dare fiducia a qualcuno leggermente più giovane?”.
Messaggi, questi, destinati a restare inascoltati dai supporter di Galan. Dal sito ufficiale del Pdl veneto, Marco incita a non “abbassare le brache per paura! Se la Lega è tanto brava, che provi a governare da sola”.
Più spregiudicato un altro elettore, che sul sito del governatore scrive: “Non farti mettere da parte per far piacere ai signori B e B, alléati con PD e UDC, vedrai che governerai altri cinque anni”. Solo fantapolitica?
Già da qualche tempo, in Veneto, si respirava aria di maretta: da un lato, i supporter di Giancarlo Galan che incitavano il governatore uscente a ripresentarsi alla guida della regione per il quarto mandato consecutivo; dall’altro i leghisti che, forti delle parole di Bossi, consideravano la questione della candidatura alla presidenza “un caso chiuso”: “tocca alla Lega, punto e basta”.
Con l’ufficializzazione della dirigenza nazionale del Pdl, che ha di fatto dato carta bianca agli uomini del Carroccio per la scelta dei candidati presidenti in Veneto e Piemonte, la maretta si è trasformata in maremoto e rischia di diventare un piccolo tsunami, almeno sulla rete. Galan finora, non ha infatti escluso una sua candidatura da indipendente, limitandosi a emettere uno stringato comunicato in cui afferma che la scelta “avvenuta a Roma” è “peggio di un tradimento”. Il coordinamento regionale del partito gli ha fatto eco, esprimendo il proprio “disappunto”.
Gli elettori, dal canto loro, non sono rimasti a guardare: a poche ore dalla decisione, il solo sito del governatore ospita più di una cinquantina di post, in prevalenza di sostegno e di incoraggiamento. Il più significativo, lo firma Mariella. Eloquente, il titolo: “Pugnalata”. “La Lega – scrive - è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori: non a caso, i leader emergenti leghisti sono giovani sindaci, tutti protesi sul particolare e privi di una visione ‘alta’ del loro ruolo nonché del valore della politica in generale”. Quindi, attacca a muso duro “Zaia, Tosi, Martini, Manzato, Sandri” che “sono stati miracolati da Galan ed ora, alla prima occasione utile, per avidità di poltrone, gli girano le spalle”. “Con quale coraggio – si chiede - sedersi alla riunione di Giunta, godendo per la pugnalata alle spalle?”.
Il messaggio non è isolato: nelle ultime ore, su Facebook, decine di gruppi invitano Galan ad andare avanti, in ogni caso. Per questo, attaccano la Lega e tracciano paralleli, anche con il recente passato: “Vi ricordate – scrive Nicola - cosa è successo nel 2003 in Friuli Venezia Giulia? La scelta che veniva da ‘Roma’ di candidare Alessandra Guerra (leghista) è stata miseramente bocciata dalla base che ha preferito votare per Illy. Succederà lo stesso anche in Veneto?”. E Renato, ancora più caustico, si domanda: “Mi sembra una vergogna che il presidente del Veneto debba essere deciso a Roma! E' questo il federalismo?”.
Chi pensa però a una reazione intonata, tutta ispirata alla difesa del governatore, si sbaglia.
Se il forum dei giovani padani si limita a riportare semplicemente la notizia, qualche altro gruppo di Facebook fa di più, promuovendo una sottoscrizione (“vogliamo un leghista alla guida del governo veneto”) che, al grido “Volemo on presidente de la Rejon che difenda i Veneti no i so interesi e i interesi del stato italian!”, conta già più di quattrocento iscritti. In un altro gruppo, Gianfranco si dice certo che “con queste due regioni che diventeranno nostre – sarà l'inizio della PADANIA LIBERA”, mentre Piergiorgio fa un discorso generazionale: “Con tutto il rispetto possibile per la persona – si chiede - non credete sia ora di dare fiducia a qualcuno leggermente più giovane?”.
Messaggi, questi, destinati a restare inascoltati dai supporter di Galan. Dal sito ufficiale del Pdl veneto, Marco incita a non “abbassare le brache per paura! Se la Lega è tanto brava, che provi a governare da sola”.
Più spregiudicato un altro elettore, che sul sito del governatore scrive: “Non farti mettere da parte per far piacere ai signori B e B, alléati con PD e UDC, vedrai che governerai altri cinque anni”. Solo fantapolitica?