L'organo di autogoverno replica ai due Ddl presentati ieri al Senato dai vertici della maggioranza che di fatto delimitano i poteri del Consiglio superiore della magistratura: "Vogliono metterci il bavaglio"
La notizia che Gaetano Quagliariello e Maurizio Gasparri avevano presentato due proposte di legge che delimitano i poteri del Csm è arrivata a Palazzo dei Marescialli mentre il plenum del Consiglio superiore della magistratura era riunito per discutere la pratica a tutela del giudice Raimondo Mesiano. Nonostante le chiarificazioni dei due esponenti del Pdl: "Non è una norma ad orologeria. Era pronta da tempo", immediata la reazione del Csm: "Vogliono metterci il bavaglio". In realtà i pareri licenziati dal Consiglio superiore della magistratura sui disegni di legge governativi (punto su cui vertono le proposte riformatorie Quagliariello-Gasparri) non sono delle stroncature o delle approvazioni, bensì pareri articolati indirizzati al ministro della giustizia che può anche non tenerne conto. Ma il governo replica: "Il Csm si erge a terza camera del parlamento".