Tra il presidente della Camera e il senatur continua a salire la tensione. Da Chianciano la terza carica dello Stato ha bollato come un suicidio non riconoscere i diritti agli immigrati. Un discorso che non è piaciuto al Carroccio
Il gelo con Silvio Berlusconi non sembra essere risolto. Ieri tra Gianfranco Fini e il premier non c'è stata l'attesa riconciliazione e tra i due, a palazzo Madama, non si è andati più lontano delle formalità di un'occasione ufficiale. Nel frattempo si sono fatte abissali le distanze, in materia di immigrazione, tra il senatur e la terza carica dello stato, che dal palco degli stati generali dell'Udc a Chianciano ha risposto in maniera netta e forte. Ed è proprio la platea, riunita nella cittadina toscana, a guardare con interesse crescente a un grande centro, che tolga terreno a Silvio Berlusconi. E Gianfranco Fini non si è sottratto all'abbraccio, sia pur sgombrando il campo di ogni equivoco col ricordare che "il bipolarismo non è morto; semmai bisogna renderlo europeo".