Si sarebbe appropriata, con la complicità del vicepreside, anche lui arrestato, di cibo per la mensa dell'istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei. La denuncia è partita da una docente. Per la dirigente scolastica è stato disposto "il provvedimento di sospensione immediata", ha fatto sapere il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara
Una delle più note esponenti dell'antimafia palermitana, la preside della scuola Giovanni Falcone del quartiere Zen, Daniela Lo Verde, insignita anche del titolo di cavaliere della Repubblica, è stata arrestata dai carabinieri con le accuse di peculato e corruzione. Si sarebbe appropriata, con la complicità del vicepreside Daniele Agosta, anche lui arrestato, di cibo per la mensa dell'istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei.
Le indagini
Entrambi gli indagati sono ai domiciliari. Nell'indagine è coinvolta anche una terza persona, Alessandra Conigliaro, la dipendente del negozio R-Store di Palermo che alla preside avrebbe regalato tablet e cellulari in cambio della fornitura alla scuola, in aggiudicazione diretta e in esclusiva, del materiale elettronico. In particolare la preside avrebbe messo in condizione la dipendente, pure lei ai domiciliari, di fare preventivi su misura a discapito di altre aziende sempre per acquisiti realizzati nell'ambito di progetti finanziati dal Pon o da enti pubblici. Tra questi il finanziamento di 675mila per la scuola dell'infanzia, il progetto denominato "Stem", il progetto P.o.. denominato "Edu Green" di 17.500 euro e il Decreto "Sostegni Bis" per le scuole.
Valditara: “Disposto provvedimento di sospensione immediata”
Per la dirigente scolastica è stato disposto "il provvedimento di sospensione immediata", ha fatto sapere il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara che sottolinea come "in tempi brevi sarà nominato il reggente". Il ministero fa sapere che "saranno inviati degli operatori psicopedagogici, a supporto di tutta la comunità scolastica nell'elaborazione di quanto accaduto oggi".
approfondimento
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Denuncia partita da una docente
L'inchiesta è nata dalla denuncia ai carabinieri di una ex insegnante dell'istituto che ha raccontato agli inquirenti di una "gestione dispotica della cosa pubblica da parte dell'indagata", scrive il gip. L'insegnante ha descritto la dirigente come "avvezza alla violazione delle regole": da quelle sull'emergenza sanitaria a quelle dei finanziamenti europei. I progetti scolastici, tutti approvati all'unanimità, secondo la donna non venivano attuati in modo diligente e tra le docenti era frequente la prassi di raccogliere ex post, e non durante lo svolgimento delle attività, le firme dei ragazzi coinvolti. Questo perché ai progetti affidati alla scuola Falcone in realtà gli alunni non partecipavano o partecipavano in numero ridotto e dipendendo dal numero degli studenti partecipanti l'ammontare dei fondi ricevuti, si rischiava di perdere il denaro. La docente ha anche rivelato che spesso le fatture per gli acquisiti, ad esempio per la palestra, venivano gonfiate e che solo una parte dei soldi veniva spesa per strumenti didattici, mentre il resto del denaro veniva investito in abbigliamento e scarpe per la dirigenza della scuola. Le dichiarazioni dell'ex docente, confermate ai carabinieri da altri insegnanti, hanno fatto partire le intercettazioni.
Le intercettazioni: "Questo me lo voglio portare a casa"
A giugno scorso i carabinieri che la indagavano hanno intercettato la prima di una serie di conversazioni tra la donna e la figlia che proverebbero che la dirigente si portava a casa gli alimenti, comprati con i fondi europei per gli alunni. Mentre lavorava in ufficio in compagnia della figlia, tra una pratica e l'altra, la preside impartiva alla ragazza indicazioni sugli alimenti da riporre all'interno di un sacchetto da portare a casa. "Questo me lo voglio portare a casa, questi me Ii voglio portare a casa ... poi mettiamo da parte... poi vediamo cosa c'e qui ... Ii esci e Ii metti qui sopra..." si sente nella intercettazione che risale al 15 giugno. Oltre al cibo delle mense scolastiche la preside si sarebbe appropriata di computer e tablet acquistati con i fondi europei per la scuola. "Che è un nuovo Mac?", chiedeva la figlia alla donna. "Sì ora ce lo portiamo a casa", rispondeva la madre. "Anche in questo caso, così come gia evidenziato in relazione agli iPad, - si legge nella misura cautelare - la genuinità delle conversazioni registrate fugavano ogni ragionevole dubbio sulle reali intenzioni della preside in ordine al nuovo Mac".
L'episodio degli iPhone
In cambio dell'assegnazione esclusiva e in forma diretta di materiale elettronico per la scuola dal negozio R-Store di Palermo, la preside avrebbe avuto da una dipendente dell'attività commerciale, anche lei finita ai domiciliari, regali come telefonini i-Phone. I carabinieri hanno filmato la dipendente tirare fuori da una busta, dopo aver ottenuto copia del preventivo della ditta concorrente relativo alla fornitura degli arredi scolastici ed essersi assicurata la nuova fornitura di ulteriori Notebook, una busta con due cellulari per Lo Verde. Andata via la donna, rimasti soli in ufficio la preside e il suo vice hanno aperto il sacchetto con gli iPhone. Il vicepreside si è lamentato con la dirigente per non aver trovato il modello 13 Pro "da lui evidentemente richiesto", scrive il gip. La dirigente scolastica avrebbe risposto al suo collega che i due smartphone erano per le figlie, non per lui, e l'avrebbe invitato a chiamare il negozio per chiedere spiegazioni.
I fondi arrivati dopo i furti a scuola
Nelle carte dell'inchiesta rientra anche un episodio avvenuto nell'agosto del 2022 quando per l'ennesima volta furono rubati computer dall'aula magna della scuola Falcone. Il fatto fu denunciato sui media dalla preside e dal suo vice. I due, non sapendo di essere intercettati, sono stati intercettati mentre parlano di come l'episodio abbia portato contributi alla scuola. "Per un cornuto un cornuto e mezzo - diceva Agosta alla donna - ci stanno arrivando soldi da tutte le parti!". E la preside rivendicava il merito di aver reso pubblica la notizia "proprio al fine di cavalcare l'onda, pubblicizzare ancora di piu ii suo personaggio di preside integerrima in prima linea ed ottenere attestazioni di stima, solidarieta, ma soprattutto soldi e aiuti economici dalle istituzioni", commenta il gip. "Grazie tu devi dire .. perche non l'aveva saputo nessuno .... tu lo devi dire che .. che sono io quella speciale!", diceva a proposito della diffusione della notizia. Il sindaco di Palermo dopo i fatti assegnò all'istituto un contributo di circa tremila euro per riacquistare le attrezzature rubate tramite la Fondazione Sicilia.