L'attività di indagine economico-finanziaria ha contribuito a ricostruire l'excursus che negli anni ha caratterizzato l'ascesa dell'imprenditore e la creazione di una vera e propria "impresa illecita"
La Direzione investigativa antimafia ha eseguito, su disposizione del Tribunale delle misure di prevenzione di Palermo, un sequestro di beni per un valore di circa 20 milioni di euro nei confronti dell'imprenditore M.C., attivo in diversi settori economici e che è stato leader nella governance della società di gestione della rete idrica di questa provincia.
La vicenda
L'imprenditore nel giugno 2021 era stato arrestato in esecuzione di un "decreto di fermo di indiziato di delitto" emesso Procura agrigentina per l'ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alla perpetrazione di delitti contro la pubblica amministrazione, frode in pubbliche forniture, furto, ricettazione, reati tributari, societari, in materia ambientale e truffa ai danni di privati. L'attività di indagine economico-finanziaria - dice la Dia - attraverso l'analisi di scritture contabili, libri sociali, movimentazione di rapporti finanziari, e copioso altro materiale documentale, ha contribuito a ricostruire l'excursus che negli anni ha caratterizzato l'ascesa dell'imprenditore e la creazione di una vera e propria "impresa illecita", consentendo di delineare un sufficiente quadro indiziario a sostegno di una prognosi di pericolosità sociale. Il sequestro ha interessato: due società, compreso capitale sociale, intero compendio aziendale e relative partecipazioni in altre sei società, tra cui quella che in precedenza gestiva il Servizio Idrico Integrato nella provincia di Agrigento; nove beni immobili; 26 beni mobili registrati; 38 rapporti finanziari.