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Migranti, sbarchi a Lampedusa: soccorse 165 persone

Sicilia
©IPA/Fotogramma

Due le imbarcazioni arrivate ieri notte e questa mattina, altre tre sono sate soccorse dalla capitaneria di porto a laro dell'isola. Torna a riempirsi l'hotspot dell'isola: 483 gli ospiti

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Sono 38 i migranti arrivati a Lampedusa, con due diversi barchini, nel giro di poche ore. Ieri sera, dopo un soccorso a 13 miglia dalla costa, sono giunti 15 tunisini. Stamani, intercettati su un natante di 5 metri, sono sbarcati in 23, fra cui 11 donne. Questi ultimi hanno dichiarato di essere originari di Guinea e Costa d'Avorio. Altri tre barconi, con un totale di 94 migranti, sono stati soccorsi dalla Capitaneria di porto a largo dell'isola. Fra gli sbarcati su molo Favarolo anche un neonato. Sul primo degli ultimo tre natanti, intercettato a 10 miglia e mezzo dalla costa, c'erano 15 tunisini. Sul secondo, agganciato a 23 miglia mentre era alla deriva, erano in 38, fra cui 15 donne. Hanno dichiarato di essere originari di Guinea, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Camerun e Sierra Leone. A 48 miglia invece è stata soccorsa una barca di ferro con a bordo 48 migranti, fra cui 28 donne e il neonato. Stando ai loro racconti, sono scappati da Guinea, Burkina Faso, Costa d'Avorio, Congo, Nigeria, Senegal e Sierra Leone.

La situazione nell'hotspot

Salgono a sette, con un totale di 165 persone, gli approdi registratisi a partire dalla mezzanotte. Tutti sono stati portati all'hotspot di contrada Imbriacola, dove nonostante il trasferimento con traghetto di 41 ospiti, al momento ci sono 483 migranti.

Il ritrovamento del cadavere di un migrante

Questa mattina il cadavere di un migrante è stato recuperato, a circa 6 miglia dalla costa di Lampedusa, dai carabinieri che, con la motovedetta, erano in servizio di perlustrazione. Il corpo è in decomposizione e dunque la morte risalirebbe a diverse settimane fa, ma non c'è ancora nessuna certezza. È stata avvisata la Procura di Agrigento. Lo stato decomposizione del cadavere e il fatto che nessuno dei migranti sbarcati nelle ultime settimane abbia parlato di compagni di viaggio caduti in mare sembra suffragare l'ipotesi che il migrante possa essere stato vittima di un naufragio davanti le coste tunisine. Impossibile, inoltre, sulla base delle condizioni della salma, stabilire se la vittima riportasse segni di violenza e dunque ipotizzare un omicidio. Fra il 19 e 20 settembre scorsi, secondo quanto era stato reso noto dal ministero della Difesa di Tunisi, una barca salpata da Zarzis, con a bordo 17 migranti, fra cui due donne, è naufragata al largo di Sfax.