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Palermo, Dalla Chiesa: oggi commemorazione a 40 anni dalla morte

Sicilia
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Alle 10 è in programma la Santa Messa nella Cattedrale di Palermo officiata dall'Arcivescovo Monsignor Corrado Lorefice e, a seguire, commemorazione con interventi con vari interventi

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Palermo commemora oggi i 40 anni dall'agguato in cui fu ucciso il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa insieme alla moglie Emanuela Setti e all'agente di scorta della polizia Domenico Russo. Alle 9 è stato deposto un cuscino di fiori al busto dedicato al Generale, all'interno della caserma a lui intolata, sede del Comando Legione Carabinieri Sicilia. Invece, alle 9.30 è stto il momento commemorativo nel luogo della strage, in via Isidoro Carini. Alle 10 è iniziata la Santa Messa nella Cattedrale di Palermo officiata dall'Arcivescovo Monsignor Corrado Lorefice e, a seguire, commemorazione con interventi con vari interventi. Invece, alle 11:30 c'è stata la deposizione di un omaggio floreale  sul cippo commemorativo in via Vittorio Emanuele da parte del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri e dei bambini dei quartieri "disagiati" di Palermo.

Il figlio Nando: "La mia Palermo disperata e amata"

"Il delitto di mio padre, origine di tanta disperazione, non ha comunque mai intaccato la mia idea su Palermo. Qui ho vissuto i momenti più belli della mia giovinezza. Certo, è una città dove, in certi periodi, per forza di cose, ho dovuto "guardarmi" anch'io, facendo molta attenzione. Ma Palermo fa parte di me, mio nonno materno comandava la legione dei carabinieri dove ora mi trovo: sono tante le sensazioni belle che provo". Così Nando Dalla Chiesa, figlio di Carlo Alberto Dalla Chiesa. In un'intervista al Giornale di Sicilia  osserva: "Ci sono persone disposte a fare affari con i mafiosi, gente che tresca con chi è mafioso. E, numericamente parlando, sono più dei mafiosi. Se c'è chi lavora contro la mafia c'è anche chi è disponibile a entrare in collusione con essa. E sbaglia chi pensa che la questione riguardi solo il sud perché al nord è cresciuta in maniera esponenziale". Nando Dalla Chiesa sottolinea anche il significato di cerimonie come quella di oggi per ricordare il sacrificio di chi ha combattuto la mafia: "Abbiamo bisogno di racconti che sappiano spiegare, di storie in cui le parole abbiano senso e vero significato. E non è assolutamente detto che quelle delle autorità non lo abbiano. Se si sfregia il murale dedicato a Paolo Borsellino o la piazzetta dedicata al Beato padre Pino Puglisi, significa che non l'abbiamo saputo raccontare, che non è ancora ben chiaro il valore e lo sforzo di quelle persone". 

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Sergio Mattarella: "Da sgomento nacque reazione comunità"

"L'uccisione, 40 anni or sono, del Prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro, il ferimento mortale dell'agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo, gettarono Palermo, la Sicilia, il Paese intero nello sgomento. Ancora una volta la ferocia della violenza criminale mafiosa, in un crescendo di arroganza, non risparmiava un servitore della Repubblica né le persone che avevano l'unica colpa di essergli vicine". Lo scrive in un messaggio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Quell'estremo gesto di sfida contro un eroe del nostro tempo, un carabiniere protagonista della difesa della democrazia contro il terrorismo - sottolinea -, si ritorse contro chi lo aveva voluto. La comunità nazionale, profondamente colpita da quegli avvenimenti, seppe reagire dando prova di compattezza e di unità d'intenti contro i nemici della legalità, delle istituzioni, della convivenza civile. Strumenti più incisivi di azione e di coordinamento vennero messi in campo, facendo tesoro delle esperienze di Dalla Chiesa, rendendo più efficace la strategia di contrasto alle organizzazioni mafiose. Quello sforzo fu sostenuto e accompagnato da un crescente sentimento civico di rigetto e insofferenza verso la mafia, che pretendeva di amministrare indisturbata i suoi traffici, seminando morte e intimidazione. Commozione e sdegno alimentarono le speranze dei siciliani onesti, ne rafforzarono il rifiuto della prepotenza criminale". E ancora: "La lezione di vita del Prefetto Dalla Chiesa, la memoria delle vittime di quel vile attentato vivono nell'impegno delle donne e degli uomini che nelle istituzioni e nella pubblica amministrazione operano per la difesa della legalità, dei giovani che vogliono costruire una società più giusta e trasparente, dei tanti cittadini che, consapevoli dei loro diritti e doveri, avversano responsabilmente la cultura della sopraffazione e della prevaricazione. Nel rendere omaggio al ricordo di quell'estremo sacrificio, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo la solidale vicinanza mia e dell'intero Paese".

Elisabetta Casellati: "Modello di fedeltà"

Lo ha ricordato anche il Presidente del Senato, Elisabetta Casellati: "Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa è un modello di fedeltà allo Stato e ai suoi valori fondamentali. Lui è stato partigiano, ha sconfitto il terrorismo e combattuto. Cosa Nostra. Le sue intuizioni, la sua onestà e il suo spirito di sacrificio hanno segnato la nostra storia. Ed è grazie ad esempi come il suo che i nostri giovani crescono in un mondo in cui il sentimento dell'antimafia è più forte e radicato. A 40 anni dalla strage mafiosa di Via Carini, in cui persero la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di polizia Domenico Russo, tutti abbiamo il dovere di ricordarlo e onorarlo". E Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia: "Un pensiero a Carlo Alberto dalla Chiesa, Generale di corpo d'armata e uomo dello Stato caduto nella lotta alla mafia. Un esempio per tutti coloro che credono nella giustizia e nella legalità". Ed Enrico Letta, segretario del Pd, su Twitter: "Quarant'anni fa uno dei momenti più drammatici dell'assalto della mafia allo Stato. Commemorare Carlo Alberto DallaChiesa la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente Domenico Russo vuol dire rilanciare l'impegno quotidiano a contrastare l'aggressione mafiosa. Oggi, domani sempre".

Mario Draghi: "Contribuì a stabilità e sicurezza Paese"

"Oggi ricordiamo con riconoscenza il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente della scorta Domenico Russo, uccisi in un vile attentato mafioso quarant'anni fa. Dopo aver combattuto durante la Seconda Guerra Mondiale per la liberazione dell'Italia, Dalla Chiesa contribuì in modo decisivo alla stabilità e alla sicurezza del Paese. Il suo impegno contro il terrorismo e contro la criminalità organizzata hanno protetto la nostra democrazia e rafforzato le nostre istituzioni. Ai suoi cari esprimo la vicinanza e gratitudine del Governo e mia personale". Lo scrive in un messaggio il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

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