Con delibera di giunta è stato dato il consenso alla "sdemanializzazione" del bene, l'atto tecnico necessario per la restituzione definitiva del frammento del Partenone
Il frammento della lastra appartenente al fregio orientale del Partenone, il cosiddetto "Reperto Fagan", potrà restare per sempre in Grecia. Lo ha deciso il governo della Regione Siciliana, con delibera di giunta. Il frammento raffigura il piede di Artemide (Dea della Caccia) seduta in trono. Dallo scorso 10 gennaio, il frammento si trova già al museo dell'Acropoli di Atene, dove nel corso di una cerimonia, a cui ha preso parte il premier greco Kyriakos Mitsotakis, è stato ricongiunto al fregio originale da cui era stato asportato.
La decisione
Il governo della Regione Siciliana ha dato il proprio consenso alla cosiddetta "sdemanializzazione" del bene, cioè l'atto tecnico che si rendeva necessario per la restituzione definitiva del frammento. Nelle settimane precedenti era arrivato il via libera dell'Avvocatura Generale dello Stato alla procedura di "sdemanializzazione" da parte della Sicilia ai fini della restituzione alla Grecia e l'ok del ministero della Cultura sulla competenza della Regione Siciliana a procedere in tal senso. Si attende adesso solamente il "nulla osta" finale del ministero della Cultura che, a questo punto, potrebbe arrivare in tempi molto rapidi. Ad avviare il percorso presso il ministero della Cultura era stata proprio la regione Siciliana che, su proposta dell'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'Identità Siciliana, Alberto Samonà, aveva inoltrato la richiesta al "Comitato per il recupero e la restituzione dei Beni Culturali" istituito presso lo stesso ministero. Un atto fortemente voluto dallo stesso assessore Samonà, insieme al governatore Nello Musumeci, e condiviso con il ministro greco della Cultura e dello Sport, Lina Mendoni.
Il caso
Il reperto archeologico, giunto all'inizio del XIX secolo nelle mani del console inglese Robert Fagan in circostanze non del tutto chiarite, alla morte di questi fu lasciato in eredità alla moglie che, successivamente, lo vendette tra il 1818 e il 1820 al Regio Museo dell'università di Palermo, di cui il museo archeologico regionale "Antonino Salinas" è l'odierno epigono. Il "destino" del frammento è stato una delle questioni più dibattute di sempre in ambito archeologico e i suoi risvolti hanno oltrepassato l'ambito strettamente artistico, coinvolgendo anche le relazioni internazionali. A gennaio 2022 la svolta decisiva con l'accordo sottoscritto dal Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo e dal Museo dell’Acropoli di Atene, esito della collaborazione fra il Governo regionale e il Governo di Atene. Con quell'accordo era stato deciso il ritorno del frammento marmoreo nella capitale greca, ribadito oggi dalla delibera del Governo della Regione Siciliana.