L'intesa, siglata alla presenza della responsabile del Centro per l'impiego, Salvatrice Rizzo, e dell'assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, dovrà passare il 28 aprile prossimo al vaglio di un'assemblea dei lavoratori, che dovrà votarne l'approvazione
E' stata siglata al PalaRegione di Catania da sindacati, azienda e Confindustria, l'ipotesi di accordo sulla vertenza Pfizer che il 7 febbraio scorso aveva avviato l'iter per 130 esuberi nello stabilimento di Catania. L'intesa, siglata alla presenza della responsabile del Centro per l'impiego, Salvatrice Rizzo, e dell'assessore regionale al Lavoro, Antonio Scavone, dovrà passare il 28 aprile prossimo al vaglio di un'assemblea dei lavoratori, che dovrà votarne l'approvazione. L'ipotesi d'accordo prevede, tra l'altro, il pagamento di 57 mensilità a chi lascia anticipatamente l'impresa. Sono undici i dipendenti che hanno accettato il trasferimento ad Ascoli.
L'accordo
I sindacati, in una nota, spiegano che "è stato sottoscritto un compromesso mirato allo svecchiamento dell'organico per assicurare la continuità occupazionale a 130 unità più giovani". Se l'assemblea dei dipendenti, che si terrà il 28 aprile, dovesse approvare l'intesa "partirà la manifestazione di interesse per l'incentivazione economica all'esodo dei lavoratori prossimi alla pensione e di coloro che sono stati assunti con contratto a tutele crescenti, con l'obiettivo di raggiungere una quota di circa 80 persone che entro novembre lascerebbero volontariamente Pfizer Catania". L'azienda "dovrà impegnarsi a collocare in altri reparti i dipendenti che non potranno beneficiare delle agevolazioni proposte". Intanto i sindacati annunciano l'avvio di "un'altra partita che riguarda il futuro dell'intero stabilimento di Catania".
Il trattamento per chi lascia l'azienda
Uno dei punti del protocollo prevede 35mila euro ai lavoratori già in possesso, alla data di efficacia del recesso del rapporto di lavoro, dei requisiti pensionistici di vecchiaia e incentivi a partire dal 90 per scendere all'85% dello stipendio per chi matura il pensionamento entro cinque anni. I lavoratori che raggiungono i requisiti pensionistici di vecchiaia entro 24 mesi dalla data di efficacia del recesso del rapporto di lavoro avranno un incentivo economico lordo commisurato al 90% della retribuzione lorda, comprese tredicesima e quattordicesima mensilità. Per chi li matura in quattro anni, dopo i 24 mesi l'incentivo scende all'85% della retribuzione lorda per altri due anni. Per i lavoratori che raggiungono i requisiti pensionistici di vecchiaia entro cinque anni è previsto un incentivo pari alla retribuzione mensile netta moltiplicata per 49 volte. La retribuzione presa in considerazione è quella del mese di aprile 2022. Per i dipendenti che non raggiungono i requisiti pensionistici di vecchiaia nel periodo di 5 anni dalla data di efficacia del recesso del rapporto è prevista una retribuzione netta di 49 mensilità e altre otto per chi firma entro il 13 maggio 2022 la non opposizione al recesso del contratto di lavoro. Ai lavoratori assunti dal 7 marzo 2015, titolari di Contratto di lavoro a tutele crescenti (Ctc), che al 2 maggio 2022 hanno un'anzianità contrattuale di quattro anni è previsto un incentivo economico di 16 mensilità lorde. Per chi ha più di quattro anni, l'incentivo sale a 25 mensilità lorde. In aggiunta, per entrambe le tipologie di Ctc saranno riconosciute una mensilità per il coniuge fiscalmente a carico e due mensilità per ogni figlio fiscalmente a carico.
La nota dei sindacati
"Abbiamo fatto il possibile per cercare di salvare il salvabile, portando a casa un risultato che quantomeno consente di non perdere risorse giovani - dicono i segretari provinciali Jerry Magno di Filctem Cgil, Giuseppe Coco di Femca Cisl, Alfio Avellino di Uiltec e Carmelo Giuffrida di Ugl Chimici, insieme alle Rsu - non è sicuramente uno dei migliori accordi di sempre e c'è ben poco da festeggiare quando, comunque, il calo dei livelli occupazionali per il sito della nostra città è evidente. Saremo vigili ed estremamente attenti sull'attuazione di quanto concordato per far sì che nessun lavoratore resti deluso. Aldilà di come è andata - continuano i sindacalisti - continua a sentirsi forte la latitanza delle istituzioni nazionali. A Catania, infatti, c'è un grande problema di prospettiva, ovvero sulle sorti future del sito controllato dalla Pfizer e degli oltre 500 dipendenti ancora in servizio. E' inconcepibile, per questo, il fatto che il ministero dello Sviluppo economico continui a voltare le spalle a questi lavoratori non chiedendo conto all'azienda, una tra le più ricche del mondo, rispetto al piano industriale che intende adottare, soprattutto dopo il rocambolesco procedimento appena concluso. Siamo sempre pronti a battagliare in ogni sede - concludono i sindacalisti - per difendere il diritto al lavoro nel nostro territorio."
Pfizer: "Soddisfatti per esito positivo"
"Soddisfazione per l'esito positivo delle consultazioni, reso possibile dal costruttivo e trasparente confronto tra tutti gli attori coinvolti" è espressa dalla Pfizer. "Consapevole che la strada della concertazione fosse l'unica percorribile per poter gestire e concludere la vertenza nel modo più sostenibile per tutti - si legge in una nota della società - Pfizer ha apprezzato il contributo critico di istituzioni regionali, Confindustria e sindacati in fase di negoziazione, avendo come comune obiettivo quello di trovare la soluzione migliore nell'interesse dei colleghi e delle loro famiglie". Pfizer sottolinea che "la priorità è sempre stata quella di essere vicina ai dipendenti, non desistendo dal proseguire il dialogo con le parti interessate anche nei momenti più complessi, al fine di attuare ogni possibile sostegno attraverso il supporto economico, l'agevolazione al ricollocamento e l'opportunità di lavorare nello stabilimento di Ascoli". "Come già ribadito più volte - ribadisce la multinazionale del farmaco - il sito di Catania continuerà a produrre medicinali iniettabili sterili e antibiotici per i pazienti di tutto il mondo, potendo contare su interventi già programmati di modernizzazione. Ciò consentirà allo stabilimento - chiosa la società - di confermare il suo ruolo fondamentale nella rete globale di produzione e fornitura di Pfizer, mantenendo il suo impegno nella regione Sicilia".
Confindustria: "Bene accordo, ma ora politiche di sviluppo"
"Non possiamo che esprimere piena soddisfazione per l'accordo sottoscritto oggi da Pfizer, rappresentanze sindacali e Confindustria Catania, con il quale si è definita con esito positivo la procedura avviata dall'azienda nei mesi scorsi. Un risultato raggiunto grazie alla capacità di mediazione e alla volontà di confrontarsi e dialogare proficuamente dimostrata da tutte le parti coinvolte nelle trattative e grazie alle importanti misure di incentivazione messe in campo a supporto dei lavoratori al fine di contenere l'impatto del processo di riorganizzazione". Lo afferma il presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco. "L'azienda, nostra storica associata, ha sempre manifestato - aggiunge Biriaco - la volontà di mantenere nel territorio il proprio stabilimento quale sito strategico per la produzione di farmaci che da Catania raggiungono i mercati di tutto il mondo. L'impegno dell'associazione, delle parti sociali, della governance politica deve convergere oggi più che mai verso l'obiettivo irrinunciabile di creare un ambiente favorevole agli investimenti. Occorrono servizi, infrastrutture, burocrazia snella, qualità amministrativa. Solo queste condizioni di base potranno assicurare il mantenimento degli insediamenti produttivi esistenti e l'attrazione di nuovi investitori".